Speciale VAS
DATI E INDICATORI
di GIOVANNI AGNESOD

Il riferimento: il Sistema Informativo Ambientale

L’elaborazione e la costruzione di informazione ambientale sono al centro dell’attività del Sistema delle Agenzie per la Protezione dell’Ambiente e ne costituiscono uno dei compiti specifici e qualificanti. La Legge 61/94 “Disposizioni urgenti sulla riorganizzazione dei controlli ambientali e istituzione dell'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente”, istitutiva del Sistema agenziale composto oggi da ISPRA1 e dalle ARPA-APPA, si apre con l’indicazione delle attività tecnicoscientifiche connesse all'esercizio delle funzioni pubbliche per la protezione dell'ambiente (art.01). Non occorre procedere a lungo nella lettura del testo di legge per trovare riferimenti diretti. Le attività di competenza consistono:
a) nella promozione, nei confronti degli enti preposti, della ricerca di base e applicata sugli elementi dell'ambiente fisico, sui fenomeni di inquinamento, sulle condizioni generali e di rischio, sulle forme di tutela degli ecosistemi;
b) nella raccolta sistematica, anche informatizzata, e nella integrale pubblicazione di tutti i dati sulla situazione ambientale, anche attraverso la realizzazione del sistema informativo e di monitoraggio ambientale in raccordo con i servizi tecnici nazionali;
c) nella elaborazione di dati e di informazioni di interesse ambientale, nella diffusione dei dati sullo stato dell'ambiente, nella elaborazione, verifica e promozione di programmi di divulgazione e formazione in materia ambientale;

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Dati e Indicatori nella Relazione sullo Stato dell’Ambiente dell’ARPA L’ARPA

VdA ha tra i suoi compiti istituzionali la produzione biennale della Relazione sullo Stato dell’Ambiente. Ne sono già state pubblicate quattro edizioni, ed è di queste settimane l’uscita della V Edizione, aggiornata a tutto il 2009.La Relazione sullo Stato dell’Ambiente dell’ARPA VdA è costruita come raccolta di schede-indicatore corrispondenti agli indicatori dall’Annuario nazionale prodotto da ISPRA. Solo in questo modo è possibile una contestualizzazione dei dati che permette un pieno dispiegamento del loro contenuto informativo, ed una valutazione approfondita di stato e tendenze in atto. Ciò a diversi livelli: come possibilità di confronto con i riferimenti normativi nazionali e comunitari, poiché nella definizione degli indicatori la congruità con i riferimenti normativi e istituzionali è prioritaria; come possibilità di confronto sinottico, sia a livello inter-regionale che con valori medi o complessivi nazionali ed europei.
Accuratezza e completezza dell’informazione ambientale trovano dunque nella possibilità di diretta contestualizzazione un complemento necessario affinché i dati e gli indicatori divengano utili nei processi valutativi e comparativi necessari per le scelte.

Dati e Indicatori in valutazioni di scenario: alcuni esempi

In alto, stazione di prossimità stradale di Entrèves: correlazione tra il numero di passaggi giornalieri di mezzi pesanti e la concentrazione media giornaliera di NO2. Dati anno 2006, con TGM pari a 1700 TIR/giorno. In basso, riduzione % nell’anno 2020 delle concentrazioni medie annuali di NO2 nelle varie località rispetto alle concentrazioni dell’anno di riferimento 2006. Nei siti di prossimità stradale la riduzione media attesa per un TGM di 1700 TIR/giorno (TGM 2006) è del 50%.Indicatori di stato e impatto ambientale sono già stati utilizzati in diverse situazioni in cui è stato richiesto ad ARPA di fornire valutazioni su prospettive di scenario in relazione a scelte di gestione a rilevanza ambientale. Riportiamo qui due esempi particolarmente significativi, entrambi riguardanti la tematica degli impatti ambientali del traffico pesante transfrontaliero.

Volumi di traffico pesante e qualità dell’aria
Il numero di 1600 indicato dalla Delibera di Consiglio Regionale n. 3342 del 21/2/2008 come valore massimo della media giornaliera dei transiti di veicoli per trasporto merci (massa superiore a 7,5 t) attraverso il Traforo del Monte Bianco è basato sull’indicatore media annuale di concentrazione in aria di NO2 (biossido di azoto), calcolato come media delle medie orarie nel corso di un anno, per cui la normativa europea e nazionale fissa un limite di 40 µg/m3. Si è proceduto in primo luogo, sulla base dei dati di qualità dell’aria rilevati alla stazione di prossimità stradale di Entrèves e dei dati di transito veicolare al traforo del Monte Bianco, all’analisi della correlazione tra il numero di passaggi giornalieri di mezzi pesanti e la concentrazione media giornaliera di NO2, con metodo di regressione lineare. In secondo luogo, si è tenuto conto della prevedibile riduzione delle concentrazioni in ambiente collegata alla riduzione delle emissioni per il rinnovamento del parco circolante negli anni a venire, in adeguamento agli standard europei. I risultati di questa seconda stima sono indicati in forma di riduzione % delle concentrazioni nelle varie località rispetto alle concentrazioni dell’anno di riferimento (2006), e provengono dall’uso dei modelli di simulazione modellistica di cui ARPA si avvale. Dall’unione di queste stime si è valutato ad inizio 2008 in 1600 il numero medio di transiti giornalieri in grado di assicurare il rispetto non solo del valore limite nazionale di 40 µg/m3, ma anche dell’Obiettivo di qualità del Piano Aria della Valle d’Aosta (L.R. 30 gennaio 2007 n.2), fissato per il 2010 in 35 µg/m3 (entrambi i valori sono medie annuali).
Questo esempio è uno dei più semplici dal punto di vista della tipologia di scenari confrontati, poichè in questo caso le alternative non sono altro che un numero di transiti medi giornalieri diverso, ma è fortemente rappresentativo dell’importanza di basare le stime su indicatori consolidati, con livelli di riferimento forti (i limiti normativi), con possibilità di valutazione accurata, comprendente anche la disponibilità di strumenti di valutazione modellistica affidabili.I dati dell’ultimo anno, il 2009, indicano già un rispetto degli obiettivi prefissati (media annuale 2009 alla stazione di Entrèves: 35 µg/m3), in anticipo rispetto ai tempi previsti, anche se va considerato l’effetto contingente della riduzione dei transiti di veicoli pesanti nel 2009 per la sopravvenuta crisi economica internazionale. Sarà interessante valutare la situazione a fine 2010, in rapporto ad un flusso di traffico che ci si attende attestarsi in prossimità del livello prescritto di 1600 transiti in media al giorno.

Popolazione esposta alle diverse classi di rumore ambientale notturno (Lnight). Confronto tra le situazioni prima e dopo l’apertura dell’ultimo tronco dell’autostrada A5, prevalentemente in galleria.Questo secondo esempio non è in realtà collegato ad una scelta tra scenari alternativi, ma è una valutazione effettuata a posteriori. Si tratta del confronto tra l’impatto acustico prodotto sul territorio circostante dal traffico nell’ultimo tratto della Valdigne prima e dopo l’apertura dell’ultimo tratto della A5, in gran parte in galleria, che assorbe la quasi totalità del traffico pesante transfrontaliero. L’indicatore è Lnight (Livello notturno), come prescritto della normativa europea, e recepito dalla normativa italiana, ovvero Livello Equivalente esteso al periodo dalle 22 alle 06 del giorno successivo. La diversa estensione delle aree territoriali soggette nei due scenari ai medesimi livelli di rumorosità ambientale permette già di configurare un quadro complessivo di riduzione dell’impatto acustico, ma ulteriori elementi per una valutazione comparativa quantitativa vengono da un successivo indicatore, la percentuale di popolazione esposta a diversi classi di rumore ambientale. La quantificazione di questo indicatore è richiesta esplicitamente dalla Direttiva europea 2002/49/CE, recepita dal D.Lgs. 194/05, e andrà effettuata per tutte le principali vie di traffico. Essa è possibile solo combinando strumenti adeguati di modellistica acustica ambientale con l’informazione georeferenziata sulla distribuzione della popolazione sul territorio. È stato riportato questo esempio perché rappresentativo della potenza della valutazione comparativa, in una tipologia di confronto ben più complessa rispetto al caso precedente. Inoltre, esso illustra bene come la forza delle conclusioni si appoggi sulla disponibilità di indicatori condivisi, sia quanto al contenuto informativo, che alle modalità di quantificazione.



Note:

1 Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ex APAT.

   
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