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Curiosità e leggende
Aspetti storici
Le origini dell’antico villaggio di Thora, che per la sua importanza prendeva l’appellativo di Borgo di Thora, sembrerebbero risalire all’Alto Medioevo anche se le prime notizie ufficiali sulla sua esistenza compaiono a partire dalla fine del XII secolo.
La posizione strategica, situata alla biforcazione della strada che da Aosta conduceva al Gran San Bernardo e nella Valdigne attraverso Vens, aveva consentito a Thora di diventare un luogo di fiorente comunicazione e di scambio di merci con la Svizzera e con la Francia, tanto che vi si svolgevano due importanti fiere annuali cui partecipavano gli abitanti delle valli e delle località limitrofe: la fiera del bestiame e la fiera dei prodotti della terra. Cronache del Quattrocento riportano l’esistenza di un ospizio per i viandanti e di una cappella dedicata a San Teodulo risalente al XIII secolo.
La bellezza e la salubrità del luogo fecero di Thora anche un importante centro di villeggiatura e di riposo; infatti il borgo era la residenza estiva di molti nobili valdostani e vallesani che vi possedevano ville e terreni. L’importanza del luogo era tale che da esso trasse il nome l’importante casata dei “de Thora” che tra gli innumerevoli possedimenti avevano il loro maniero proprio presso l’antico borgo. Simbolo di opulenza e prosperità il villaggio pare contasse una decina di mulini, almeno quattordici telai, mole e presse per la produzione dell’olio di noci, sebbene oggi si tenda a ridimensionare notevolmente il numero di queste attività produttive poiché ingiustificate in rapporto al numero degli abitanti. A tal proposito è molto controverso il numero delle vittime che furono coinvolte nella catastrofe; sebbene ci sia accordo sul fatto che a Thora vivessero almeno un quarto degli abitanti di Sarre, alcuni parlano di circa 500 persone altri sostengono solo 120. Pare che scampò al disastro una sola f amiglia.
Dopo la catastrofe il villaggio fu ricostruito più ad est, sul versante opposto della montagna a circa 1600 m di quota e quindi in un luogo più sicuro; venne riedificata anche la cappella dedicata a San Teodulo, le cui notizie risalgono addirittura al 1584.
Sebbene il nuovo villaggio, che prese in nome di Thouraz, fosse rinato la sua dimensione sociale ed economica era comunque marginale rispetto alla prosperità che aveva preceduto la catastrofe.
Oggi le tracce della frana sono ancora molto evidenti sia nel settore di nicchia che in quello d’accumulo, mentre non rimane più nulla dell’antico villaggio. Thouraz ospita un centro ippico ed è infatti prevalentemente costituito da ruderi di cui si nota ancora l’antica bellezza. Poco più a monte sorge la cappella dedicata a San Teodulo ristrutturata nel 1968.
Secondo la leggenda le cause della catastrofe della Becca France, sarebbero collegate all’antica ricchezza del villaggio che avrebbe fatto dimenticare ai suoi abitanti la legge della carità verso i poveri.
La leggenda narra infatti che la sera del 4 luglio un povero mendicante camminava per il borgo di Thora chiedendo un po’ di ristoro ed un riparo per la notte. L’uomo bussò di porta in porta e invece di ricevere aiuto veniva schernito e deriso. Deluso da tanta insensibilità bussò ad una catapecchia da cui uscì una povera vedova che accolse il mendicante dicendogli: “Non sono ricca, ma venite a riposare sotto il mio tetto. Sarei felice di dividere con voi un tozzo di pane, ma le nostre provviste sono finite, i miei bambini ed io abbiamo consumato oggi stesso il nostro ultimo pane”. Il mendicante ringraziò la vedova per il suo buon cuore e vedendo in lei tanta comprensione per le sue sofferenze le disse: “Andate, buona donna, nel granaio vi troverete pane in abbondanza per la vostra famiglia e per me”. La vedova andò e con grande stupore trovò il granaio pieno di pani. La famiglia mangiò allegramente e quando il pranzo fu finito il mendicante disse alla vedova: “ Domani sera alla stessa ora, Thora sarà distr utto. Prima che faccia giorno, prendete i vostri bambini, uscite dal villaggio e nascondetevi in un luogo sicuro”. Dopo aver pronunciato queste parole il viandante scomparve. La vedova obbedì alle indicazioni impartite dal mendicante e il 6 luglio 1954 alle 6 del mattino, improvvisamente la Becca France crollò e la prospera borgata fu seppellita per sempre.