Risalendo la vallata del Marmore, appena arrivati nei pressi di Buisson, si scorge una funivia che porta su un terrazzo invisibile dal fondovalle, a ridosso di un baratro, in posizione assai panoramica, su cui sorge Chamois a 1836 metri di altezza.
Unico comune in Italia che si raggiunge solo in funivia, Chamois è il più alto centro abitato della Valle d'Aosta; la sua peculiarità è sempre stata il suo caratteristico e suggestivo isolamento. Chamois è infatti ancora oggi raggiungibile solo a piedi lungo la pista poderale che attraversa il bosco da La Magdeleine, oppure risalendo un ripido sentiero dal fondovalle. L'unica alternativa è la funivia, costruita nel 1955.
Sono centoquattro le persone che vivono tutto l'anno a Chamois, insediate nelle varie frazioni (Calila, Crepiti, Lieussel, Suisse, La Ville, Corgnolaz), collegate tra loro con sentieri, viottoli e mulattiere, in cui si possono riscoprire intatte (o quasi) caratteristiche architettoniche tradizionali.
L'unica eccezione alla totale bandita dei motori a scoppio è costituita dai mezzi agricoli, dei quali è consentito l'uso; altrimenti ci si sposta solo a piedi o con gli sci e le slitte d'inverno, un vero paradiso per gli amanti della tranquillità e della vita all'aria aperta. L'assenza di grandi vie di comunicazione ha impedito la devastazione e la cementificazione del territorio grazie anche al nuovo piano regolatore che non prevede nuove zone edificabili e dove si punta sul recupero del patrimonio esistente, anche se negli anni passati c'è stato un aumento eccessivo delle seconde case, aspetto negativo per l'economia del comune.
Chamois è conosciuto anche per il turismo invernale: impianti di risalita moderni, piste di discesa e anello di fondo sempre innevati grazie anche agli impianti per la produzione di neve artificiale e ad un'ottima esposizione su un versante assai soleggiato.
D'estate i turisti possono cimentarsi con la pesca sportiva al lago di Lod, con passeggiate attraverso i boschi oppure camminate sui sentieri che portano nei punti più alti del comprensorio comunale. Parapendio, deltaplano e mountain bike sono altri passatempi sportivi che possono impegnare il turista così come l'altiporto che compie quest'anno i 30 anni, il primo istituito in Italia, dotato di una pista di circa 260 metri di lunghezza, utilizzata perlopiù per voli di addestramento sia d'estate che d'inverno, che ricalca, seppur in maniera più modesta, i vicini altiporti d'oltralpe siti a Courchevel e Meribel. Per un paese così anomalo e unico le scelte per l'immediato futuro sono di vitale importanza. Il Sindaco, Luca Rigollet, ci ha spiegato che la scelta dell'isolamento poteva essere controproducente per il comune; in contrasto con le comodità che offrivano i centri vicini, Chamois era tagliato fuori dalle rotte turistiche degli anni '50.
Per migliorare l'accesso al paese occorreva costruire una strada verso La Magdeleine, ma ci si rese conto che questa avrebbe portato via pace e tranquillità, ponendo Chamois alla stregua di altre decine di località turistiche affollate e caotiche. Alla fine degli anni '80 era stato elaborato anche un progetto di funicolare che però è stato accantonato dalla Regione perché troppo costoso, sovradimensionato e di difficile esecuzione.
Oggi l'Amministrazione comunale, in collaborazione con la Regione, intende dare priorità ai lavori di sistemazione ed ammodernamento della funivia Buisson-Chamois accrescendo la capacità di trasporto e operando un completo rifacimento del piazzale della partenza, ampliandolo e dotandolo dei servizi necessari.
Verrà altresì costruita una nuova teleferica che, a partire dal '98, consentirà un rapido servizio di trasporto merci eliminando lo scomodo e costoso tragitto, attualmente svolto da pesanti automezzi sulla poderale che collega La Magdeleine a Chamois; verrà anche attivato un trasporto pubblico con auto elettriche.
Un altro problema da risolvere è quello occupazionale; perché i pochi residenti non fuggano a valle si devono favorire le attività legate al turismo, all'agricoltura e all'artigianato tipico locale. La ricerca di un turismo d'elite è d'obbligo ed una sapiente promozione turistica potrà portare un ritorno d'immagine notevole per un comune come Chamois che merita di rientrare nell'olimpo delle meraviglie dell'Arco alpino.
COMUNI DELLE ALPI SENZA AUTO
II turista che arriva a Chamois scopre una sensazione di pace, silenzio, tranquillità, niente a che vedere con il rumore dei motori, il caos e l'affollamento della vicina e mondana Cervinia; chi scende dalla funivia si trova in un altro mondo, in un angolo di paradiso incontaminato. Questo fatto è una assoluta rarità in Italia, mentre rappresenta una caratteristica dì località turistiche molto importanti in Svizzera, Francia ed Austria. Oltre confine, nella località di Zermatt, nata come capitale europea dell'alpinismo, si circola solo con slitte, taxi elettrici o a piedi e per arrivarci si utilizza un trenino a cremagliera. Saas Fee, altra località elvetica isolata che conserva ancora oggi le caratteristiche origini del borgo alpino, è raggiungibile solo con l'Alpin-Express e poi con il Metro-Alpin, una ferrovia sotterranea (la più alta del mondo) che arriva sino ai 3500 metri. Poi ci sono anche i borghi di Bettmeralp e Riederalp a circa 2000 metri di quota, veri testimoni di un'architettura rurale svizzera con vecchie baite in legno e pietra, raggiungibili solo con funivia così come Murren, tranquilla stazione sciistica dell'Oberland Bernese, teatro di alcune scene mozzafiato dell'agente 007 James Bond, raggiungibile anch'essa solo con funivia e con trenino a cremagliera.
Di fronte a Murren c'è il villaggio di Wengen (rifugio di molte persone famose, tra cui Goethe e Churchil, attratte dalla pace, dal silenzio e dall'isolamento), che cerca di mantenere inalterate le sue caratteristiche di borgo montano raggiungibile solo a piedi o con trenino a cremagliera.
In Francia la località di Avoriaz, nata 30 anni fa come stazione turistica di sci con comprensorio di centinaia di chilometri di piste affollate da migliaia di turisti, si è adeguata alla nuova politica ambientale sostituendo le macchine ed il traffico caotico con slitte trainate da cavalli.
Stessa sorte anche per Serfaus in Austria, dove il traffico e l'inquinamento avevano raggiunto livelli impossibili; da qui la decisione di vietare le auto e di costruire una piccola metropolitana lasciando le macchine fuori dal paese in un'area riservata al parcheggio.