Ricorrendo la strada statale 26 in direzione di Courmayeur, appena oltrepassato l'abitato di La Salle, si costeggia la Dora Baltea in uno degli ormai rarissimi tratti in cui l'acqua può espandersi a formare laghetti ed acquitrini. Si tratta del Marais di Morgex e La Salle, zona umida situata appunto al confine tra i due comuni e istituita in Riserva naturale con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 156 del 13 febbraio 1992. La decisione di proteggere l'area con l'istituzione di una Riserva naturale è giustificata dal fatto che ambienti di questo tipo, un tempo piuttosto comuni lungo il corso della Dora, sono oggi ridotti a poca cosa in seguito alle numerose opere di bonifica e di arginatura. Lungo il corso valdostano della Dora Baltea le uniche due zone umide di un certo rilievo sono ormai solo più il Marais e la zona umida de Les Iles, presso Saint-Marcel.
L'AMBIENTE
La presenza di zone umide in un contesto di montagna come quello valdostano offre alcuni elementi di estremo interesse sia sul piano floristico che faunistico; in questo tipo di ambiente trovano infatti un posto in cui vivere specie altrimenti molto rare se non addirittura del tutto assenti nella regione. Dal punto di vista botanico la Riserva del Marais può essere suddivisa in due ambienti principali: il bosco igrofilo ed il canneto. Il bosco igrofilo, sempre più raro lungo il corso dei fiumi, è costituito da piante ad alto fusto amanti dei terreni umidi come l'ontano bianco (Alnus incarta), i salici, i pioppi; tra queste piante si sviluppa un fitto sottobosco costituito in buona parte di rovi (Rubus caesius). Nel canneto domina la cannuccia di palude (Phragmites australis), ma non manca anche la lisca maggiore (Typha latifolia) dalle tipiche spighe cilindriche a forma di mazza. L'elemento di maggiore spicco nella natura del Marais è tuttavia rappresentato dalla fauna, ed in particolare dall'avifauna. D. Marais è infatti, con Les îles di Saint-Marcel, l'unico specchio d'acqua sufficientemente grande per ospitare in misura consistente uccelli acquatici sia come nidificanti, sia durante il passo migratorio. Proprio a proposito della migrazione risulta evidente l'importanza delle zone umide in ambiente alpino; esse infatti consentono la sosta ed il sostentamento a specie, come ad esempio gli anatidi, che altrimenti in tutta la regione non troverebbero ambienti adatti. L'assenza di zone umide nel faticoso tratto alpino della migrazione comporterebbe l'impossibilità di spostarsi dai luoghi di svernamento a sud delle Alpi a quelli di riproduzione a nord durante la primavera, e viceversa durante l'autunno, compromettendo così l'intero ciclo vitale di queste specie.
Tra le specie che si riproducono nella Riserva naturale possiamo citare la più comune e adattabile delle anatre nostrane: il germano reale (Arias platyrhynchos), la schiva gallinella d'acqua (Gallinula chloropus) ed un'autentica rarità come il porciglione (Rallus aquaticus). Le specie che frequentano la zona occasionalmente senza però riprodurvisi o durante il passo migratorio sono numerosissime; tra queste spiccano l'airone cenerino (Ardea cinerea), molto comune e facilmente osservabile; l'airone rosso (Ardea purpurea), più raro e timido; moltissime specie di anatre dal caratteristico dimorfismo sessuale che rende le femmine mimetiche e difficilmente riconoscibili ed i maschi bellissimi, colorati e perfettamente identificabili. Per citarne solo qualche specie ricordiamo la moretta (Aythya fuligula), il moriglione (Aythya ferina), il mestolone (Anas dypeata). Oggi l'idea è quella di superare la semplice protezione di questa piccola area costretta tra strade, ferrovia ed attività economiche talvolta invadenti, per inserirla in un più ampio progetto di riqualificazione ambientale e turistica dell'intera area circostante.
IL PROGETTO
In questo ordine di idee l'architetto Luca Ferraris, l'ingegnere Paolo Jaccod ed il geografo Luigi Cortese, su incarico dell'Assessorato regionale dell'Ambiente, Urbanistica e Trasporti, hanno elaborato una proposta operativa per la fruizione naturalistica e turistica del comprensorio del Marais di Morgex e di La Salle. La proposta parte dalla considerazione che le zone umide, sia a livello nazionale che locale, sono state, fino ad un passato molto recente, considerate negativamente a causa della loro improduttività dal punto di vista agricolo e perché potenziali generatrici di malattie come la malaria; l'unica operazione messa in atto nei confronti di paludi grandi e piccole è quindi stata sempre la bonifica. Ribaltando questa concezione di fondo negativa, il progetto punta su di una riqualificazione e valorizzazione dell'area indirizzandola verso utilizzi scientifici, ricreativi ed economici compatibili con il mantenimento delle sue peculiari caratteristiche vegetazionali e faunistiche (non va dimenticato che, in base ad una direttiva dell'Unione Europea relativa alla conservazione degli habitat naturali, la zona umida del Marais è stata censita tra i Siti di Interesse Comunitario).
Attualmente sul territorio in questione sono presenti attività diverse e disomogenee come la produzione ittica, gli esercizi ricreativi e di ristorazione, la pratica del rafting e della canoa, la pesca, l'estrazione e la lavorazione degli inerti; inoltre l'area è fiancheggiata dall'autostrada e attraversata dalla strada statale 26 e dalla ferrovia.
Il progetto è caratterizzato dai seguenti obiettivi fondamentali: ribaltare il concetto di basso valore attribuito alle zone paludose esaltandone le possibilità naturalistiche e scientifiche e contemporaneamente sviluppare le potenzialità economiche dell'area aprendola al turismo; costituire un polo di interesse scientifico regionale, extra regionale e transfrontaliero facendo diventare il Marais un laboratorio naturalistico in grado di attrarre l'interesse del pubblico scientifico nazionale ed internazionale per lo studio di questo tipo di biotopi; creare una nuova attrattiva turistica alternativa introducendo elementi di offerta dotati di una capacità di attrazione del turismo ad ampio spettro; valorizzare il patrimonio economico ed edilizio tramite un'azione di armonizzazione e riqualificazione del paesaggio che comprende e contorna l'area; utilizzare il sistema viario come elemento di pubblicizzazione e di accesso strategico per la fruizione dell'area; fare in modo cioè che un elemento potenzialmente negativo, come la divisione in due dell'area da parte delle vie di comunicazione, diventi un fatto positivo come utile canale di ingresso e veicolo promozionale delle attività che saranno realizzate.
Gli obiettivi sopra citati saranno perseguiti realizzando una grande area in cui la tutela naturalistica e la fruizione turistica si integrano attorno ad un centro di interesse primario costituito dalla Riserva naturale del Marais.
Ovviamente sarà necessario fare riferimento ad un territorio più ampio della attuale Riserva naturale, inserendo la zona umida vera e propria nel contesto delle aree circostanti; è stata quindi identificata una perimetrazione più ampia, che comprende un'area ricca e varia dal punto di vista ambientale ma allo stesso tempo omogenea e rappresentativa della zona in cui si inserisce il Marais. All'interno di quest'area il rispetto degli ambienti naturali ed antropici tradizionali si dovrà accompagnare ad una tendenza verso una progressiva rinaturalizzazione dei siti sottoposti a maggiore pressione ad opera di attività econo-miche a forte impatto ambientale.
L'ECOMUSEO
L''impostazione della proposta si armonizza con l'attuale concezione di ecomuseo, inteso come uno strumento realizzato e sviluppato da un'istituzione pubblica in sinergia con la popolazione allo scopo di proteggere l'ambiente naturale e sostenere la cultura tradizionale armonizzando un'azione di salvaguardia con una di sviluppo. Non dunque un museo in un territorio popolato e vissuto. In questo modo l'ecomuseo diventa centro culturale relativo al territorio in cui sorge, ma anche promotore del territorio stesso: il prodotto locale viene legato alla cultura ed alle tradizioni della regione da cui proviene ed in questo modo valorizzato.
Nella proposta per la fruizione naturalistica del Marais la funzione principale è svolta da un museo a vocazione prevalentemente naturalistica ma anche storica, interattivo, con caratteristiche tali da potersi rivolgere ad un pubblico molto vario. Le forme espositive andranno dal diorama alla presentazione multimediale alla riproduzione di esperimenti scientifici. Attorno al museo si articolano altre strutture tra cui un centro di accoglienza con funzione di punto di informazioni e spazi per l'esposizione e la vendita di materiale illustrativo anche di prodotti tipici della zona, un centro ludico-didattico che consenta ai bambini di giocare ed al tempo stesso apprendere tramite attività legate all'ambiente naturale, un centro di ricerca scientifica indirizzato prevalentemente sullo studio della biodiversità sia faunistica che botanica del Marais e delle altre zone umide della Valle d'Aosta. Per il centro di ricerca scientifica si prevedono collegamenti con altri istituti di ricerca ed istituti universitari anche transfrontalieri. All'interno sarà possibile organizzare un centro faunistico di recupero e di reintroduzione. A queste funzioni principali si potranno affiancare alcune funzioni secondarie, come punti di ristoro, itinerari ciclabili o percorribili a cavallo, una foresteria. Tutte le attività fin qui elencate sono comunque subordinate alla salvaguardia dell'ambiente; va infatti ricordato che uno dei maggiori elementi di interesse naturalistico della zona è rappresentato dalla notevole presenza di uccelli sia nidificanti che di passo e che la loro tranquillità è condizione assolutamente necessaria perché continuino a frequentare l'area.
Per la realizzazione dell'iniziativa si prevedono lotti successivi di attuazione; si procederà cioè gradualmente, nell'ambito di una programmazione globale. Secondo stime effettuate basandosi anche sul numero di visitatori per anno dei centri visita del Parco nazionale del Gran Paradiso (Cogne-Paradisia, Rhêmes, Valsavarenche) e del Museo regionale di Scienze naturali di Saint-Pierre, tenendo conto della posizione baricentrica della zona e di un funzionamento per l'intero anno, si ritiene che la nuova struttura possa raggiungere e probabilmente superare i 90-100 mila visitatori/anno. La gestione della struttura dovrà verosimilmente essere affidata a società private, sia già esistenti che di nuova costituzione, privilegiando le iniziative sviluppate in sede locale. Per le amministrazioni pubbliche sarebbe infatti particolarmente complicato ed oneroso costituire un gruppo multiprofessionale con varie competenze ed in grado di erogare servizi di qualità elevata in materia di interventi ambientali e didattici ma anche di imprenditorialità in campo turistico. La gestione dell'ecomuseo dovrà infatti rispondere a criteri di mercato, ed essere quindi in grado di produrre un autosostentamento finanziario della struttura, secondo la logica che sta alla base anche delle più recenti iniziative in campo museale a livello nazionale.
GLI ASPETTI PRINCIPALI DEL PROGRAMMA MARAIS
L'ACCORDO DI PROGRAMMA
Per realizzare il progetto è previsto un accordo di programma tra la Regione, la Comunità Montana Valdigne Mont-Blanc e i Comuni di Morgex e La Salle.
L'accordo di programma stabilisce le fasi di attuazione degli interventi, gli impegni finanziari e le responsabilità amministrative dei singoli enti.
L'adozione dell'accordo comporterà anche una variante urbanistica delle zone interessate dal programma.
LA DISPONIBILITÀ DEI TERRENI
La disponibilità dei terreni potrà essere ottenuta sia tramite l'acquisto, per quelli strettamente necessari alla realizzazione di opere e manufatti, sia tramite il pagamento di affitto: in entrambi i casi l'importo da corrispondere ai proprietari sarà stabilito da apposita stima effettuata dagli uffici competenti della Regione.
L'ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI
II programma prevede una prima fase con l'ampliamento della Riserva, la sistemazione della zona pianeggiante in modo da renderla percorribile e fruibile, la realizzazione del centro espositivo permanente. Lotti successivi porteranno al completamento delle strutture del complesso.
LA GESTIONE
La gestione della Riserva e del complesso di strutture sarà individuata in accordo con gli Enti locali.
Tra le forme di gestione ipotizzabili vi sono la costituzione di una Cooperativa, oppure di un'Azienda Speciale o ancora l'affidamento tramite appalto a Società private.