L’illustrazione dell’itinerario si propone di fornire una sintetica descrizione, concedendo ampio spazio alle immagini, dei principali percorsi di trekking e alpinismo che si sviluppano intorno al Vallone di Chasten, situato nel comune di Challand-Saint-Anselme che, pur presentando notevoli spunti di interesse sia naturalistico che escursionistico risulta poco conosciuto e frequentato dagli appassionati del settore.
Il Vallone di Chasten (Gomba dé Tchahté), situato nel Comune di Challand-Saint-Anselme e solcato dall’omonimo torrente, si sviluppa sul versante alla sinistra orografica dell’Évançon a partire dai 950 m del la frazione di Ruvére, fino ai circa 1950 m dell’alpe Sort-Desot (Croté da Sort). Da questa quota si apre in un anfiteatro naturale suggestivamente delimitato dalle becche Torché (3016 m) e Vlou (3032 m) a Sud, dal Monte Vogel (2925 m) a Est e dalle maestose creste che corrono tra il Mont- Néry (3075 m) e la Punta Soleron a Nord-Est (2887 m). L’ampio bacino (circa 9 km2) centralmente presenta l’incantevole spiraglio del Colle di Chasten (2549 m) dal quale è possibile ammirare il Vallone di Bourines (Stolen), nel comune di Issime, conca impervia e selvaggia della vallata di Gressoney.
È possibile accedere al vallone di Chasten dalla frazione Moussanet (1065 m), da cui parte la strada poderale che, procedendo verso sud a monte della frazione di Tollégnaz (1032 m), conduce fino ai piedi dell’alpe Grun. Dopo circa un chilometro di strada da Moussanet, si potrà vedere un cartello che indica il primo dei tanti sentieri che conducono al villaggio di Moulaz (1885 m). Questo sentiero, che può essere agevolmente imboccato anche dalla frazione Tollégnaz, è certamente il più impervio per raggiungere l’Alpe Moulaz, tuttavia si caratterizza, oltre che per la sua panoramicità, per due brevi, ma suggestivi tratti di roccia (denominati Échaletta) adeguatamente attrezzati con corde fisse.
Proseguendo sulla poderale, dopo aver intersecato l’antico sentiero che sale dalla frazione Ruvéré, la strada si insinua all’interno della “Gomba”, incrociando sulla destra un sentiero che scende verso il torrente.
Questa via conduce al primo punto di interesse che troviamo nel Vallone di Chasten, ovvero al Pont dé Péra (ponte di pietra), manufatto di pregio storico ed architettonico, dal quale si può ammirare l’orrido scolpito nei secoli dal torrente ed attraverso cui è possibile raggiungere l’altro versante del vallone.
In sinistra orografica si procede avanzando sul vecchio sentiero dal quale, in corrispondenza di una incantevole cascata, parte il sentiero per l’alpe Leuria (1584 m).
Proseguendo, invece, sulla poderale ed attraversata la sbarra in ferro, lungo l’impervio versante roccioso, si raggiungerà, dopo due tornanti, il Pont dé Bo (ponte di legno) che conduce nuovamente al vecchio sentiero in sinistra e alla partenza del sentiero per l’alpe Leuria.
La strada poderale, dopo aver intersecato sulla sinistra un secondo sentiero per l’alpe Moulaz, procede invece verso monte costeggiando il torrente, e gli alpeggi Pianet e Tchavaneutza, per giungere, dopo una serie di tornanti pavimentati in accoltellato di pietra, ad un piazzale da cui partono i sentieri verso gli alpeggi superiori del Vallone di Chasten.
Dal piazzale si può continuare sulla sinistra orografica del torrente Chasten percorrendo un sentiero che conduce fino all’alpe Tramouail-du- Mérendiou (2177 m). Lungo tale percorso, l’escursionista incontrerà dapprima l’alpe Tsuvéni, da cui parte il sentiero verso gli alpeggi di Brenga- Soleil e Molinet ed in seguito l’alpe Ron, a monte del quale è presente un pianoro naturale (Pian da Quiavetta) che permette di osservare tutta la parte alta del bacino di Chasten. Poco più a monte, quasi completamente immerso nella rigogliosa vegetazione alpina, è inoltre possibile scorgere l’alpe Mérendiou (1905 m).
Se dal piazzale ubicato in sommità alla pista poderale si sceglie, invece, di procedere in destra orografica, è necessario attraversare il torrente ed imboccare il sentiero che conduce all’alpeggio, denominato Grun. Lungo tale percorso è presente la lapide in memoria di Dufour Annetta, rimasta vittima in giovane età a causa degli eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale nel 1944.
Raggiunte le abitazioni del Grun, il sentiero per il Vallone di Chasten prosegue sulla destra (sentiero 2 EE), mentre a sinistra, oltrepassate le case, prende avvio un’altra mulattiera che conduce all’Alpe Moulaz (sentiero 1b E). Quest’ultimo percorso per il villaggio di Moulaz è certamente più facile rispetto a quelli indicati in precedenza, da un lato perché non presenta tratti esposti o di roccia e dall’altro perché il dislivello coperto è notevolmente inferiore (partendo già da una quota maggiore), permettendo così di ridurre notevolmente i tempi di percorrenza.
Proseguendo sul sentiero 2EE (Colle di Chasten) dopo l’alpe Grun sarà necessario attraversare un piccolo torrente per poi iniziare un ripido tratto con tornanti stretti che si arrampica tra poderosi larici e conduce al secondo alpeggio denominato Tseuc. Questo mayen si caratterizza per la sua suggestiva conformazione pianeggiante che permette all’escursionista di riprendere fiato e di osservare, entrambi i versanti del vallone sui quali non è raro avvistare camosci, caprioli, stambecchi o anche cervi i cui bramiti echeggiano nel vallone nei mesi di settembre e ottobre.
Dopo aver percorso il piano e superato il bivio del sentiero di collega mento con l’alpe Tsuvéni, ubicato sull’altra sponda del tornente, sarà necessario attraversare un breve tratto di bosco, e proseguire svoltando a sinistra per poi attraversare un secondo canalone (valèi di Dgats), più ampio, che a fine inverno ed in primavera non è raro trovare ancora colmo di neve.
Il percorso si fa ora di nuovo leggermente più ripido e si avvicina al torrente Chasten fino ad attraversarlo appena prima dell’alpeggio Pra-Baluard. Dopo l’alpeggio sarà necessario attraversare alcuni altri piccoli ruscelli, uno dei quali crea una suggestiva cascata, e continuare la risalita con il diradarsi degli alberi, fino a raggiungere l’alpe Sort-Desot (Croté da Sort) (1950 m). Da questo punto, ove sono presenti alcuni ruderi, si potrà godere di una splendida vista su tutto il vallone, sia verso il basso che verso la conca e le becche sovrastanti.
A partire dall’alpe Sort Desot si sviluppano vari itinerari: procedendo sulla destra verso le Dames de Challand (Becca Vlou e Becca Torché) è infatti possibile raggiungere l’alpe Tramouail du Mérendiou da cui, seguendo un percorso escursionistico verso sinistra, arrivare il Colle di Chasten (2549 m); in alternativa, una volta arrivati alla quota dell’alpe Tramouail du Merendiou, si può percorrere (sempre verso sinistra) il sentiero pianeggiante che attraversa tutto il vallone e conduce fino all’alpe Péra Picolla ai piedi del Mont Néry. Questo alpeggio può anche essere raggiunto direttamente dall’alpe Sort Desot, svoltando subito a sinistra.
Venendo invece agli itinerari più impegnativi e di carattere alpinistico è possibile raggiungere, dall’alpe Tramouail du Mérendiou, la Becca Torché risalendo le pietraie situate alla sua base fino allo spartiacque con l’alpe Tron in corrispondenza del colle a Est del Mont Morteuts (2697 m). L’ascensione alla Becca Torché può essere affrontata anche su un percorso di arrampicata scalando la parete nord (scalata per la prima volta nel 1928 dall'alpinista Amilcare Cretier). Dall’alpe Péra Picolla è poi possibile raggiungere la vetta del Mont-Néry (scalato per la prima volta il 2 ottobre 1873 dall'abate Amè Gorret) risalendo il pendio dapprima erboso e poi costituito da una pietraia fino alla cresta, dove ci si dovrà affidare agli ometti di pietra lasciati dagli altri alpinisti.
Il periodo ottimale per le escursioni nel vallone di Chasten è certamente quello estivo, tuttavia, escludendo gli itinerari alpinistici, già in primavera (se l’inverno non è stato particolarmente nevoso e non c’è rischio valanghe) è possibile praticare trekking sui percorsi descritti.
Malgrado la bellezza e l'accesso a vie alpinistiche di tutto rispetto, la zona si presenta ancora poco frequentata anche se negli ultimi anni, complice forse anche l'interesse crescente di appassionati, il numero di escursionisti sta aumentando.
Sempre più spesso è infatti possibile incontrare turisti affascinati da luoghi naturali in cui sembra che il tempo si sia fermato. Purtroppo in realtà il tempo passa e la condizione degli alpeggi e delle relative costruzioni ne subisce gli effetti. Infatti, nonostante lo sforzo estremo dei proprietari, le attuali difficoltà di accesso rendono, oltre che economicamente insostenibile, di fatto inevitabile un progressivo abbandono del territorio che forse potrebbe essere arrestato realizzando vie di accesso compatibili con il pregio ambientale del sito, ma anche realmente fruibili, per garantire il mantenimento delle attività agricole indispensabili per evitare un complessivo decadimento poco coerente con gli sforzi e le attività praticate nel passato.