TERRITOIRE DE TOUS
La partecipazione e il coinvolgimento del pubblico nelle procedure di valutazione ambientale.
DITE LA VOSTRA
di Paolo Bagnod
Nel corso dell’ultimo decennio si sono susseguite norme comunitarie, nazionali e regionali aventi come obiettivo quello di stimolare la partecipazione della popolazione ai processi decisionali, soprattutto per quanto attiene al tema ambiente.
Ciò rientra nella filosofia che sta alla base delle recenti norme ambientali, che mirano a concordare e valutare preliminarmente le scelte operative, evitando di dover adeguare progetti e soluzioni potenzialmente impattanti con norme di cui non si è tenuto conto durante l’elaborazione del progetto o dello strumento di programmazione.
Si tratta di uno dei principali obiettivi della L.R. che disciplina la procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA), ossia la L.R. 18 giugno 1999, n.14, che ha modificato la norma precedentemente in vigore (L.R. 4 marzo 1991, n. 6). Infatti il punto b) del primo articolo della norma recita:
“garantire e promuovere l’informazione e la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali”
.
La legge regionale sulla VIA prevede una pubblicazione sul Bollettino Ufficiale Regionale dell’avvenuto deposito di progetti e di piani urbanistici di dettaglio, cui segue un periodo in cui la pratica è a disposizione del pubblico per la consultazione e l’eventuale presentazione di osservazioni scritte. Per i progetti è anche prevista la pubblicazione, a cura del Comune (o dei Comuni) interessato dall’intervento, sull’Albo Pretorio Comunale per un periodo di 30 giorni. Tali regole sono in vigore dal settembre 1991, poiché anche la norma regionale precedente (L.R. 6/91) prevedeva tale tempistica, e non sono state apportate modifiche per quanto attiene a questi aspetti.
Con l’attivazione del sito web della regione, il Servizio VIA ha provveduto inoltre alla realizzazione di una pagina web, periodicamente aggiornata, che offre un elenco dei progetti presentati, dell’eventuale loro pubblicazione sul Bollettino Ufficiale Regionale, e della tempistica per la presentazione delle osservazioni. Si trova a questo indirizzo web: https://www.regione.vda.it/territorio/VIA/default_i.asp.
Un’analisi svolta dal Servizio VIA sulla quantità di osservazioni pervenute nel corso degli ultimi anni mostra tuttavia che, su circa 1100 progetti o strumenti di pianificazione presentati dal 1991 a tutto il 2005 (dal computo totale sono stati esclusi i PUD di iniziativa pubblica e le varianti ai PRGC, in cui la pubblicazione non è prevista in fase di VIA) solo 29 sono stati oggetto di osservazioni da parte del pubblico. Tale valore, rapportato alla percentuale totale delle pratiche, non raggiunge il 3%. Da notare che oltre il 50% delle osservazioni presentate provengono da associazioni ambientaliste, e che, quindi, meno della metà rappresentano iniziative individuali da parte dei cittadini.
Il numero complessivo è quindi esiguo. Da un confronto con altre realtà regionali svolto dal Servizio VIA, emerge che tale percentuale è peraltro allineata con quanto accade in altre regioni d’Italia, con minime differenze.
Risulta quindi evidente che l’obiettivo di incentivare la partecipazione del pubblico ai processi decisionali è disatteso. Solo pochi progetti particolarmente rilevanti (la nuova funivia del Monte Bianco ad esempio) suscitano un interesse diffuso, vengono consultati, sono oggetto di osservazioni, stimolano reazioni forti. La maggioranza degli interventi sul territorio sono invece ignorati, e gli stessi comuni nel cui territorio verrà realizzato l’intervento non esprimono opinioni a riguardo, secondo un principio collegabile a quello del “silenzio assenso”.
Che cosa può creare una tale situazione? Pur se è verosimile pensare che alcuni progetti di ridotte dimensioni siano obiettivamente ininfluenti sul territorio e i suoi abitanti, in molti casi tuttavia l’inserimento di un’infrastruttura o di un’attività commerciale determinano senza dubbio delle ricadute percepibili. Parte della responsabilità poteva ricadere sull’accesso alle informazioni, anche se tale motivazione, a seguito dell’attivazione del sito web regionale, all’accessibilità ai dati relativi alle procedure di VIA, e alla possibilità di consultare settimanalmente “on line” lo stesso Bollettino Ufficiale Regionale, sembrano rappresentare un notevole passo avanti rispetto alle condizioni di pubblicità presenti all’entrata in vigore della prima norma regionale di VIA nel 1991.
Nel corso degli anni passati l’argomento è stato oggetto di valutazione, e sono state esaminate forme alternative di pubblicità, prendendo anche atto delle esperienze sviluppate in questo campo da altre regioni. Tutte però sono state scartate, o perché considerate troppo onerose (pubblicazione a cura e spese del proponente, come avviene per la VIA nazionale, di un annuncio su un quotidiano a diffusione locale) o perché troppo gravose per l’Ente pubblico (lettera inviata a tutti i nuclei familiari residenti nella zona interessata dall’intervento).
A mio parere la forma di pubblicità attivata rappresenta già un valido strumento per l’accesso alle informazioni. Il problema pertanto potrebbe individuarsi nella sensibilità collettiva e nell’apparente scarso desiderio di essere parte attiva del processo. Non è, infatti, casuale il fatto che praticamente tutte le osservazioni pervenute siano ostative alla realizzazione del progetto, quando anche osservazioni favorevoli, in grado di evidenziare ricadute positive sul territorio in termini di sicurezza, di occupazione o quant’altro, magari non sufficientemente sottolineate negli elaborati in nostro possesso, potrebbero rappresentare un utile aiuto per la decisione finale.
Tutte le osservazioni pervenute sono sempre state illustrate nel corso della riunione del comitato valutatore, e spesso hanno apportato un contributo alla decisione finale. Ciò dimostra che i portatori d’interessi possono partecipare in modo costruttivo all’emissione di un parere. Si tratta, infatti, dei diretti interessati dagli eventuali impatti (positivi o negativi) dell’intervento in esame. Spesso si tratta anche di coloro che, più di ogni altro, sono a conoscenza della realtà territoriale, e possono quindi supportare o confutare alcune delle considerazioni espresse nello studio di impatto ambientale.
Parallelamente alle norme specifiche di settore, sono state avviate altre iniziative in campo ambientale, legate al concetto di sviluppo sostenibile (mi riferisco in particolare all’Agenda 21, attivata in due comuni valdostani) in cui viene creato un forum volontario di discussione, che ha come scopo quello di identificare punti di forza e debolezza nella gestione del territorio in cui si abita, proporre soluzioni, osservare la loro messa in atto.
Tutto sembra quindi orientato verso l’incremento della disponibilità delle risorse della cittadinanza per un coinvolgimento attivo. Il contributo individuale o di piccoli gruppi organizzati in comitati o associazioni può senz’altro arricchire la discussione, fornendo un diverso punto di vista rispetto a quello più puramente amministrativo, e garantendo un’opinione diretta da parte di chi il territorio lo “vive” direttamente. Certo, ciò implica un impegno da parte del cittadino che deve esaminare la proposta ed esprimere, esponendosi di persona, la propria opinione a riguardo. D’altra parte non è possibile pensare di fare la differenza senza investire un po’ di tempo nella fase preliminare alla decisione. Solo così sarà possibile far sentire la propria voce.
Risulta altrettanto evidente che non sempre le volontà o le richieste della cittadinanza possono essere soddisfatte, e talora ciò crea tensioni e proteste di piazza, evitabili a mio avviso con un’adeguata pubblicità delle scelte che vengono proposte, delle alternative prese in considerazione, e delle ragioni che hanno reso una di tale alternative vincente. Solo un’analisi fatta in maniera ragionata e approfondita potrà portare a un contraddittorio valido. Eventuali carenze o superficialità nelle analisi stesse verranno in tal modo immediatamente alla luce e potranno portare ad un miglioramento delle scelte finali. Maggior impegno dunque da parte di chi prepara un progetto di intervento o di pianificazione, ma anche maggiore impegno da parte di chi ha le possibilità di essere coinvolto e non le sfrutta.
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