TERRITOIRE DE TOUS
La cooperazione si applica a tutti i livelli istituzionali, anche tra la Regione e lo Stato.
PICCOLI MA PRESENTI
di Enrico Mattei
Peso economico e politico, relazioni istituzionali, dimensione territoriale e popolazione sono tra i fattori che più influiscono sulla possibilità delle collettività regionali di concorrere a determinare le scelte, nazionali ed europee, che hanno ricadute sui territori.
Dati questi presupposti, la sfida per una realtà come la Valle d’Aosta è senza dubbio ambiziosa. La regione non può, infatti, permettersi di subire il condizionamento dei propri ridotti numeri, che potrebbe condurla ad assumere un ruolo principalmente rivendicativo di esigenze locali, sempre più difficile da sostenere sia per la crescente complessità della governance, sia in termini di efficacia. Piuttosto, la limitata dimensione regionale deve essere sfruttata per il rafforzamento del sistema al suo interno, nella sua qualità e nelle sue relazioni, condizione indispensabile per cercare all’esterno le opportune forme di concertazione, laddove neccessario. Questa strada non è certo facile. Perché possa risultare produttiva, la cooperazione istituzionale non può essere affrontata con iniziative episodiche; è opportuno, invece, che sia supportata normativamente, preparata adeguatamente nei contenuti, strutturata nei tempi e nei modi ma soprattutto è necessario che porti a risultati tangibili e riconosciuti come validi dai partecipanti.
L’operatività, già a partire dal 2001, di strumenti di programmazione negoziata, quali l’Intesa istituzionale di programma, al livello politico alto, e l’Accordo di programma quadro, quale strumento operativo di finanziamento di un programma condiviso di interventi, ha rappresentato un importante elemento di novità per la Valle d’Aosta come per le altre Regioni italiane. Si tratta di strumenti che intervengono nell’attuazione della componente nazionale della politica regionale europea, contemplata dall'art. 119 della Costituzione e finanziata con risorse principalmente statali e regionali.
La prima Intesa della Valle d’Aosta con lo Stato risale al maggio del 2001, quando sono stati condivisi, per il periodo 2000/06, alcuni obiettivi prioritari di sviluppo, fra i quali la qualificazione e il potenziamento delle infrastrutture di trasporto, il recupero di insediamenti produttivi nella valle centrale e la salvaguardia dal dissesto idrogeologico e dall’inquinamento. In linea con quanto previsto nell’Intesa, la Regione ha poi stipulato diversi Accordi di programma quadro che vedono coinvolti, in genere fattivamente, su interventi che mirano ad affrontare alcune debolezze strutturali, i Ministeri dell’economia, delle infrastrutture e dei trasporti, dell’ambiente e della tutela del territorio, dell’innovazione e della ricerca, oltre a Rete Ferroviaria Italiana e all’Ente nazionale per l’aviazione civile. Gli interventi selezionati concernono: il sistema di trasporto ferroviario Aosta-Torino e il sistema aeroportuale; la riconversione dell’area ex Cogne in Aosta; la tutela delle acque e la gestione integrata delle risorse idriche; l’
e-government
e la società dell’informazione; la promozione della ricerca e dell’innovazione.
Con il 2007 ha preso avvio la nuova fase della politica regionale europea e nazionale. In vista di tale appuntamento, lo Stato e le Regioni hanno concordato, già nel febbraio del 2005, di condividere la preparazione del Quadro strategico nazionale, fondandolo sui Documenti strategici predisposti dai Ministeri, dalle Regioni e sulle proposte del partenariato socio-economico. Il modello di governance prefigurato mirava a coniugare gli aspetti settoriali e territoriali delle politiche di sviluppo.
La Valle d’Aosta ha partecipato attivamente sia ai lavori preparatori del QSN, sia elaborando il proprio Documento di programmazione strategico-operativa, quale complessivo riferimento strategico per i nuovi programmi comunitari e statali.
Il confronto centro-regioni, già svoltosi in parte nella fase preparatoria del QSN ma che troverà maggior pregnanza nei prossimi mesi con la negoziazione della nuova Intesa istituzionale di programma, ha dato anche luogo alla sperimentazione di una nuova modalità di preparazione del confronto stesso, limitatamente agli ambiti di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Tale nuova modalità muoveva dalla necessità di coniugare strategie di livello nazionale e sovranazionale con strategie di livello locale e regionale. L’iniziativa si è esplicata, preliminarmente, nell’elaborazione, da parte del Ministero, di visioni-guida, rappresentate nella forma di piattaforme territoriali, che potessero operare sia sull’eccellenza economica dei territori, sia su misure di coesione. Al livello regionale, sono state, invece, elaborate proiezioni territoriali dei documenti strategici, analizzate criticamente le piattaforme territoriali del MIT e individuate le linee di azione prioritarie. L’inquadramento degli assetti territoriali della Valle d’Aosta ha comportato, fra l’altro, l’estensione dell’analisi ai più ampi contesti nazionale e di prossimità, condizione necessaria per andare a ricercare punti di convergenza a livello nazionale in vista della nuova Intesa, anche costruendo alleanze tra territori.
Gli ambiti prefigurati, per i quali la Regione ritiene necessaria o comunque opportuna una cooperazione con lo Stato (Ministeri, società ed enti pubblici) e/o con altre Regioni, trovano le loro ragioni di necessità/opportunità, a seconda dei casi, nella proprietà delle infrastrutture, nella titolarità di competenze tecniche o amministrative, nell’interesse per scambi di competenze e, più in generale, nella dimensione sovraregionale che caratterizza i problemi da affrontare o gli elementi di forza da valorizzare.
Certamente, come per il passato, la preparazione della nuova Intesa non costituirà l’unico, né il principale, terreno di confronto tra lo Stato e la Regione; tuttavia, tale strumento potrà continuare ad assicurare adeguata efficacia nelle azioni sovraregionali, siano esse fisiche o immateriali.
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