Il Consiglio dell'ambiente, durante una riunione svoltasi a Lussemburgo nei primi giorni di luglio 2002, ha raggiunto un accordo sugli obiettivi minimi per il riciclaggio dei rifiuti da imballaggio. I ministri hanno deciso di elevare all'80% il target massimo di riciclaggio.
L'obiettivo minimo per gli imballaggi di carta è fissato al 60%, mentre quello per il legno, introdotto per la prima volta, è stabilito al 15%. Il Consiglio ha deciso inoltre di elevare la percentuale minima di riciclaggio dei rifiuti di plastica da imballaggio, portandola dal 20% al 22,5%. La proposta dovrà ora passare al vaglio del Parlamento. La Commissione suggerisce di rendere operativi i nuovi obiettivi a partire dal 2006. Il testo approvato dal Consiglio prevede invece la data del 31 dicembre 2008 come termine ultimo per mettere in atto le misure necessarie a raggiungere gli obiettivi.
Un ulteriore periodo di quattro anni è concesso a Grecia, Irlanda e Portogallo in ragione della loro particolare situazione. Oltre che per i materiali già citati, la proposta del Consiglio fissa al 60% la quota minima di riciclaggio per il vetro e al 50% quella per gli imballaggi in metallo.
A livello normativo, l'art.6 della Direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio prevede l'obbligo di revisione degli obiettivi fissati nella direttiva stessa. In Italia, la direttiva è stata recepita nel febbraio 1997 con il decreto Ronchi, che, a sua volta, ha identificato nel Conai e nei Consorzi di Filiera le strutture che a livello nazionale devono assicurare il raggiungimento degli obiettivi di legge per quanto riguarda il riciclo e il recupero degli imballaggi immessi sul territorio nazionale.
Obiettivo, questo, che il Conai raggiungerà entro la fine dell'anno, avviando a riciclo e recupero complessivamente quasi 6 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio post-consumo (50% dell'immesso al consumo), cui si devono aggiungere le notevoli quantità di scarti di lavorazione che, come materie prime secondarie, vengono autonomamente avviate al riciclo e al recupero dal sistema industriale.
Sulla base delle ultime proposte in discussione (Commissione, Consiglio d'Europa, Parlamento Europeo) Conai propone di considerare come nuovi target minimi globali per il prossimo quinquennio i valori massimi attualmente previsti, introducendo quindi nuovi valori massimi e considerando un unico target minimo di riciclo per tutti i materiali. In dettaglio, la proposta Conai si articola come segue:
Obiettivi Valori attuali Proposta Conai
Target globali di recupero 50-65% 65-75%
Target globali di riciclo 25-45% 45-60%
Target minimo per materiale 15% 25%
Le proposte attualmente in discussione sono sostanzialmente tre: la prima, presentata dalla Commissione Europea nel dicembre 2001; la seconda, proposta dalla Commissione Ambiente del Consiglio d'Europa il 26 marzo 2002; la terza, presentata dalla relatrice al Parlamento Europeo Mrs Corbey il 26 marzo 2002.
Per quanto riguarda i target, le proposte si possono così riassumere:
1) COMMISSIONE EUROPEA:
Obiettivo globale di recupero: compreso fra il 60 e il 75%
Obiettivo globale di riciclo: compreso fra il 55 e il 70%
Obiettivi minimi per materiale:
Vetro: 60%
Carta/cartone: 55%
Metalli: 50%
Plastica: 20% (riciclo meccanico e chimico)
Legno: Nessun obiettivo specifico per il legno
2) CONSIGLIO D'EUROPA:
Obiettivo globale di recupero: compreso fra il 60 e l'85%
Obiettivo globale di riciclo: compreso fra il 55 e l'80%
Obiettivi minimi per materiale:
Vetro: 60%
Carta/cartone: 60%
Metalli: 50%
Plastica: 25%
Legno: 15%
3) PROPOSTA AL PARLAMENTO (Mrs Corbey):
Obiettivo globale minimo di recupero: 80%
Obiettivo globale minimo di riciclo: 65%
Obiettivo minimo di riciclo per ogni materiale: 25%
Per quanto concerne la fissazione di obiettivi nuovi e differenziati, Conai ritiene che la differenziazione dei target per materiale possa rappresentare un allontanamento dall'attuale struttura della Direttiva sugli imballaggi e quindi vada in senso contrario alla lettera e allo spirito dell'art. 6 della stessa.
L'ipotesi di considerare obiettivi differenziati per materiale è, secondo Conai, particolarmente preoccupante in quanto pone i singoli materiali in conflitto l'un l'altro, annulla di fatto i vantaggi competitivi che alcuni materiali particolarmente "environment friendly" hanno nei confronti di altri materiali, escludendo qualsiasi ipotesi di compensazione, non tiene conto che gli stessi obiettivi potrebbero essere raggiunti adottando schemi meno "rigidi", come dimostra l'impostazione adottata in Italia.
Questa impostazione azzererebbe artificiosamente le differenze ambientali tra i diversi materiali e impedirebbe che la posizione ambientale si trasformi in costi che si trasferiscono nel prezzo del prodotto, rendendo più conveniente il prodotto maggiormente "amico dell'ambiente". Tutti i materiali, attuando lo stesso sforzo, avranno costi più o meno simili, invece di costi inferiori per i materiali più facilmente separabili e riciclabili.
Secondo Conai la struttura attuale della direttiva che fissa un singolo obiettivo minimo di riciclo comune per tutti i materiali e un obiettivo minimo e massimo globale di riciclo dovrebbe invece essere mantenuta.
In definitiva Conai propone che per il prossimo quinquennio siano fissati obiettivi fondati su elementi oggettivi e realisticamente raggiungibili, tenendo anche presente l'esperienza maturata in questi anni di operatività a livello nazionale.