IL MATERIALE ORGANICO
Chi ha detto che il materiale riciclato รจ indicato solamente per utilizzi di seconda categoria? Alcuni semplici esempi scovati in rete dimostrano il contrario.
DESIGN E MATERIALE RICICLATO
a cura della Redazione
Tubi di gomma che si trasformano in vasi, vecchi pneumatici che diventano borse o poltrone, filtri doccia per porta incenso e perfino coni di pasticceria per le perle di una collana. Sono le originali realizzazioni dell'ecodesign, un'arte antica oggi tornata alla ribalta, che coniuga tutela dell'ambiente, sostenibilità economica ed estro creativo.
Il termine ecodesign è già entrato nell'uso corrente, assumendo immediatamente i connotati vaghi di uno slogan commerciale: in realtà associare al design il prefisso eco, significa introdurre delle condizioni e delle responsabilità del tutto nuove rispetto agli attuali orientamenti di questa professione.
Il compito di un ecodesigner appare infatti estremamente articolato, in quanto responsabile di tutte le possibili conseguenze (anche le più remote) dei suoi progetti e delle sue azioni.
È certo, quindi, che in avvenire il designer dovrà preoccuparsi maggiormente di capire se non ci sia qualcosa di più importante oltre all'attribuire a un prodotto la funzione e le proporzioni giuste.
Ecologia e design sono entrambi settori interdisciplinari, il cui incontro ha un grande potenziale di innovazione. L'attenzione di queste discipline si rivolge ai cambiamenti delle realtà sociali e intento di entrambe è la trasformazione attraverso la creazione di ponti verso la sostenibilità. In sintesi, si tratta molto semplicemente dell'elaborazione di modi ragionevoli di agire in un mondo chiuso e sovrappopolato.
Shigeru Ban e le case di cartone.
Nel corso dell'anno passato, Shigeru Ban si è fermato alla Triennale di Milano per incontrare il mondo dell'architettura e del design.
L'incontro, organizzato da Comieco (il Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica), Abitare, Facoltà di Architettura di Ferrara e Triennale di Milano, ha consentito al giovane architetto nipponico di illustrare la sua particolarissima visione della professione e delle sue responsabilità sociali nel mondo attuale.
Shigeru Ban, 46 anni, è uno dei giovani architetti più in vista sulla scena internazionale. Il suo nome figurava tra quelli dei progettisti di uno dei due progetti finalisti per la ricostruzione del World Trade Center di New York. Ma la sua fama internazionale è legata principalmente alle sue costruzioni a base di carta e cartone, talvolta associati al bambù.
Carta, cartoni e altri materiali riciclati sono da lui impiegati in modo innovativo, coniugando la tradizione nipponica con il senso pratico occidentale. L'opera di Shigeru Ban richiama così non solo la sperimentazione architettonica, ma anche il valore concreto dei programmi di riciclo di carta e cartone e di tutela dell'ambiente, come quelli condotti in Italia da Comieco.
Il nome di Shigeru Ban divenne popolare in Giappone nel 1995, quando disegnò e realizzò su larga scala abitazioni economiche e di rapido montaggio per i terremotati di Kobe, impiegando come materia prima essenziale tubi realizzati con carta riciclata. Gli stessi tubi che hanno sorretto nel 2000 la grande volta del padiglione giapponese dell'expo di Hannover, una delle meraviglie di quella edizione.
Con quegli stessi materiali di base - interamente riciclabili - Shigeru Ban realizza pezzi di arredamento e complessi scolastici, case per i paesi del Terzo Mondo e allestimenti per ospitare i grandi eventi internazionali: una produzione che esplora creativamente il complesso rapporto tra sperimentazione spaziale, nuove tecnologie e materiali innovativi.
Insieme ad altri colleghi, Shigeru Ban è animatore e presidente del VAN (Voluntary Architects' Network), una organizzazione internazionale che si propone di promuovere ricerche sui materiali e sulle metodologie per risolvere i problemi abitativi e migliorare le condizioni di vita delle popolazioni dei paesi del Terzo Mondo.
La cucina di cartone.
Una cucina interamente realizzata col cartone? Sì, ed è il risultato di un progetto realizzato da Comieco in collaborazione con Capellini, design & consulting, Matrec (Material Recycling) e con il supporto tecnico di Tetra Pack e Merloni Elettrodomestici.
Si tratta di una cucina modulare con un design semplice ed originale completa di piano cottura e forno elettrici, lavello, rubinetto, cassettiere e sportelli rigorosamente in cartone. Composta da due moduli di dimensioni 170 cm x 90 cm, ciascuno dei quali ha un peso di circa 12 kg, è stata realizzata con una struttura facile da assemblare e da smontare. Complessivamente la cucina è lunga 340 cm, è alta 95 cm e profonda 65 cm, pesa circa 24 kg ed è dotata di cassettiera ed ampi sportelli.
Per la realizzazione della cucina sono stati utilizzati principalmente fogli di cartone ondulato a doppia e tripla onda, supportati internamente da quattro tubolari sempre in cartone. Il quantitativo di cartone impiegato risulta l'equivalente in peso di 70 quotidiani. Per il fissaggio delle parti è stata utilizzata colla e graffette metalliche. Per rendere il piano di lavoro impermeabile, lavabile ed igienico al contatto con gli alimenti. e' stato utilizzato un foglio di poliaccoppiato Tetra Pak.
Il design è di Marco Cappellini, ecodesigner e non nuovo a questo tipo di progetti. Dopo l'auto in cartone, il Go Cart One per l'appunto, l'attenzione è stata rivolta all'ambiente domestico ed in modo particolare alla cucina. Ci sono diverse situazioni come in occasione di fiere, manifestazioni o per strutture abitative temporanee in cui la cucina viene utilizzata per un breve periodo. Sfruttando le caratteristiche del cartone ed in modo particolare la leggerezza, è stata progettata una cucina easy in tutti i sensi, a basso costo, leggera da trasportare e facile da assemblare. È stata curata anche la forma, lavorando molto sulle curve. Del resto con il cartone si può fare quasi tutto.
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