VERTA VALLAYE
La Regione provvede con i cantieri in economia diretta alla manutenzione del territorio in abbandono e cerca di conciliare l'inserimento ambientale degli interventi effettuati con l'efficacia degli stessi.
LA CURA DEL TERRITORIO
di Marco Trevisan
Difese spondali in fase di costruzione del Torrente Pennen in località Tschenderiun a Issime.In una regione densamente popolata come la Valle d'Aosta l'ambiente che ci circonda è in gran parte frutto delle attività dell'uomo, che poco a poco lo hanno segnato: è il caso dei terrazzamenti, del mosaico degli appezzamenti di terreno con le loro diverse colture, delle opere per l'approvvigionamento idrico e dell'influenza dell'acqua sull'uso del suolo…
La conservazione di tale ambiente non può fondarsi sull'assenza di intervento, ma deve basarsi invece proprio sulla continuazione di queste attività, di queste opere e dei loro effetti sul territorio. Siccome l'evoluzione sociale e tecnologica degli ultimi decenni ha introdotto notevoli cambiamenti sulle attività dell'uomo, sulle sedi di residenza delle famiglie e in parte anche sulla cultura e le tradizioni di coloro che abitano la montagna, sono venute meno molte attività di gestione del territorio che, mentre una volta erano indispensabili per la sussistenza in montagna, ora hanno lo scopo più indiretto della conservazione dell'ambiente. Si tratta tante volte di piccoli lavori, di vere e proprie manutenzioni del territorio: pulizia degli alvei e dei rus, regimazione delle acque, ripristino dei percorsi, sostegno di porzioni di versante instabili...
L'Amministrazione regionale si è fatta carico di portare avanti molte di queste attività direttamente, attraverso l'assunzione stagionale di circa 250 operai (dati della Direzione Bacini Montani e Difesa del Suolo, cui aggiungere quelli delle squadre di altri assessorati), organizzati in 25 squadre di lavoro, le quali, principalmente con mezzi e materiali dell'Amministrazione regionale, eseguono dai 200 ai 300 interventi all'anno distribuiti su tutto il territorio valdostano.
Gli interventi in economia gestiti attraverso i cantieri della Direzione Bacini Montani e Difesa del Suolo sono generalmente di piccola entità (15-20 giornate di lavoro, costo medio di ¤12.500,00) e si ispirano ad una politica di piccoli interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico volti ad evitare, per quanto possibile, danni da frana e inondazione e massicce opere di ripristino.
I lavori sono basati per lo più su progetti realizzati all'interno dell'Amministrazione regionale ed impostati, oltre che sull'esperienza via via acquisita, anche sulla ricerca di equilibrio tra inserimento ambientale, efficienza ed efficacia delle opere, fattibilità tecnico-finanziaria e problemi di sicurezza.
A lavori ultimati si può osservare il riuscito inserimento ambientale dell'opera sul torrente Pennen.Dal punto di vista delle scelte progettuali si cerca di operare con tecniche tradizionali; quando il contesto non lo consente, si tenta quanto meno di utilizzare materiali tradizionali; quando vi sono ulteriori vincoli si ricorre a materiali e lavorazioni più convenzionali e moderne. In alcuni casi per esempio si sono realizzate canalizzazioni in pietrame a secco, con pietre poste di coltello e disposte a spina di pesce; in altri casi si sono costruiti alvei in pietrame e malta oppure in pietrame e legname, in altri ancora si è ricorsi a manufatti in calcestruzzo. I vincoli che portano all'una o all'altra scelta sono dovuti al contesto operativo e più in particolare, possono essere legati alla funzionalità, alla durabilità delle opere, all'inserimento ambientale, alla praticità, sicurezza o economicità di esecuzione, ecc.
I vincoli di funzionalità e durabilità delle opere sono legati all'impossibilità di eseguire quei lavori di manutenzione ordinaria che in passato garantivano nel tempo l'efficienza delle opere stesse: in molti casi per esempio si ricorre ad opere strutturalmente più affidabili (es. canalizzazioni in pietrame e malta o in calcestruzzo invece che in terra naturale, oppure murature in pietrame e malta invece che a secco), proprio perché queste possono garantire una certa efficacia anche in assenza di presidio del territorio e di continuità di interventi di pulizia o ripristino.
Per quanto riguarda gli aspetti paesaggistici, quasi tutti gli interventi sono concordati con il Servizio Beni Paesaggistici dell'Assessorato Istruzione e Cultura, che esprime specifico parere ai sensi del D. lgs. 490/99. Attraverso l'esperienza maturata ed il confronto con le esigenze di tale servizio, sono stati perfezionati alcuni particolari costruttivi di murature e argini volti a mascherare il più possibile gli elementi estranei al paesaggio (es. lavorazione delle murature con giunto arretrato, copertura con terreno vegetale della testa delle murature, piantumazioni, inerbimenti); inoltre, da alcuni anni si sono eseguiti, dove possibile, interventi di ingegneria naturalistica, che utilizzano come materiali da costruzione piante viventi o parte di esse, in unione con altri materiali non viventi come pietrame, terra, legname e acciaio. Tutti i lavori sono seguiti da una accurata fase di ripristino e risemina delle superfici rimosse. In alcuni rari casi vengono adottate scelte progettuali opinabili dal punto di vista estetico; ciò può avvenire quando si opera in ambienti già compromessi, per continuità con opere esistenti, per l'impossibilità di garantire altrimenti una sufficiente robustezza delle opere in funzione delle sollecitazioni cui sono sottoposte, oppure per altri vincoli dovuti a specifiche esigenze locali.
Le questioni di praticità, economicità o sicurezza di esecuzione, che pure possono influenzare le scelte progettuali, possono essere legate alla disponibilità o all'approvvigionamento di materiali in località non accessibili attraverso la rete stradale, oppure all'esposizione a caduta massi o altri pericoli nelle zone in cui hanno luogo le lavorazioni.
In generale, effettuando un bilancio dei lavori eseguiti, si è potuto constatare che tecnologie ed inserimento ambientale sono andati progressivamente migliorando, che gli interventi eseguiti vengono mascherati dalla vegetazione nel giro di uno o due anni e che le opere hanno una buona efficacia nel limitare i processi erosivi e nel prevenire i dissesti, salvando porzioni di bosco e di versante e proteggendo abitazioni e strutture sottostanti. In effetti anche con riferimento agli eventi di carattere eccezionale dell'ottobre 2000, i versanti in cui negli anni precedenti si erano concentrati gli interventi dei cantieri della Direzione Bacini Montani e Difesa del Suolo hanno avuto danni più limitati rispetto ad altre aree colpite.

   
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