ITINERARIO
Il ruolo della foresta come protettrice del suolo non è illimitato in caso di piogge forti e di lunga durata. M. Jail, J. Luop.
UN GEOSITO IN MOVIMENTO: CHAMPLONG
di Stefano Maffeo
Con i primi mesi del 2002 è iniziata, grazie all'interessamento dell'Assessorato al Territorio, Ambiente e Opere Pubbliche, una campagna di studi-campione aventi l'obiettivo di valorizzare i più significativi geositi della Valle d'Aosta. La conoscenza e la salvaguardia dei geositi è un'iniziativa che si sta rapidamente diffondendo in tutta Europa e che appare particolarmente interessante nel territorio valdostano, così ricco di singolarità geologiche e di beni paesistico-ambientali.
Il geosito descritto in questa scheda è costituito dalla frana di Champlong, gigantesco movimento gravitativo provocato dagli eventi alluvionali dell'ottobre 2000, che hanno sconvolto tutto il bacino del torrente Grand Eyvia e in particolare la valle del torrente Urthier tra Cogne e Lillaz.
L'interesse di questo geosito è legata alle dimensioni del movimento (che ha coinvolto un volume dell'ordine di un milione di metri cubi), alle imponenti modificazioni causate sul paesaggio a seguito della deviazione del torrente Urthier, ed anche all'enigma, non ancora interamente risolto dai geologi, sui meccanismi che hanno generato un così spettacolare movimento su di un terreno subpianeggiante e per buona parte ricoperto da un secolare bosco di larici.
L'EVENTO ALLUVIONALE
Il grave evento alluvionale del 13-16 ottobre 2000 ha determinato nella Valle d'Aosta situazioni di diffuso dissesto, che trovano cause predisponenti naturali in un rilievo morfologicamente giovane, soggetto ad un'attiva dinamica evolutiva, mentre le cause scatenanti sono state date dalle condizioni meteorologiche (entità ed andamento delle precipitazioni, elevata quota dello zero termico). La situazione meteorologica, anche se analoga a quella di eventi passati, è stata caratterizzata da livelli di piovosità rilevanti su tutto il territorio regionale sino a quote elevate (3.500 metri) e per un periodo di tempo prolungato. L'intensità e la durata delle piogge hanno così imbibito e saturato il suolo, innescando generali fenomeni di scivolamento dei versanti con abnorme trasporto solido verso gli impluvi.
Le precipitazioni hanno avuto inizio nella mattinata del 12 ottobre e si sono intensificate durante la giornata di venerdì 13, protraendosi sino al primo pomeriggio di lunedì 16. L'intensità della pioggia è stata abbastanza uniforme su tutta la Valle d'Aosta, con l'eccezione delle valli di Cogne e del Lys nelle quali si sono misurate precipitazioni eccezionali (rispettivamente 456 e 320 mm a fronte di una media regionale di 220 mm).
LA VALLE DEL TORRENTE URTHIER
La valle del torrente Urthier, il quale confluisce nel Grand Eyvia poco dopo Cogne, attraversa nel suo breve corso una situazione geologica assai varia nel substrato e in particolare il tratto interessato dal movimento franoso è posto in corrispondenza di un'importante superficie di contatto tettonico, la quale separa il Basamento Cristallino del Gran Paradiso dall'Unità dei Calcescisti e delle Pietre Verdi. La variabilità litologica assume grande importanza nel modellamento delle forme in quanto si hanno comportamenti assai differenti tra le rocce qui presenti, con erodibilità molto più marcata per i calcescisti.
La valle è stata ampiamente modellata dall'azione glaciale recente e risulta attualmente soggetta ad un'attiva dinamica sia di tipo idrico che gravitativo. Eventi alluvionali catastrofici quali quello dell'ottobre 2000 determinano lungo le aste torrentizie fenomeni di trasporto in massa, caratterizzati da un'ingente mobilizzazione di materiale solido e da accentuati processi di erosione delle sponde. Sui versanti le intense e prolungate piogge saturano i suoli e le coltri sciolte superficiali, innescando fenomeni gravitativi sotto forma di colata. Impluvi normalmente asciutti o con limitati deflussi sono interessati da colate detritiche (
debris-flow
), cioè da flussi idrici che coinvolgono un ingente quantitativo di materiale, anche di pezzatura ciclopica, con effetto a catena verso valle e progressiva amplificazione dei fenomeni.
LA FRANA DI CHAMPLONG
La frana ha interessato un settore, posto sulla sinistra idrografica del torrente Urthier nel tratto compreso tra le frazioni Champlong e Lillaz del Comune di Cogne, all'interno del territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso. La quota della nicchia di distacco è compresa tra 1.650 e 1.700 m mentre la zona di accumulo, che corrisponde alla piana del torrente, è situata poco più in basso, ad un'altitudine di circa 1.600 m. Il volume del materiale slittato a valle è stato stimato in un milione di metri cubi, e la frana ha occupato una superficie di poco inferiore ad un chilometro quadrato.
Le modificazioni morfologiche più evidenti sono date dalla traslazione del letto del torrente Urthier, che scorreva prima dell'evento sul fianco sinistro della piana e che attualmente risulta spostato di un centinaio di metri verso la parte opposta, e dall'asportazione di un lungo tratto della strada Cogne-Lillaz. Evidentissime rimangono le tracce del movimento, testimoniate da molteplici larici di alto fusto fortemente inclinati, con le zolle interamente disarticolate.
Testimonianze dirette di abitanti del luogo che hanno assistito all'evento indicano che il movimento è avvenuto nel corso di alcuni minuti, con spostamento in massa del bosco di larici che ha dato luogo ad uno spettacolare andamento ondeggiante.
L'ITINERARIO
Punto di partenza:
abitato di Champlong, sulla strada Cogne-Lillaz
Quota:
1.600-1.700 m
Periodo consigliato
: tarda primavera-autunno (Attenzione! Per la possibilità di crolli localizzati è pericoloso avvicinarsi alla nicchia di distacco o camminare sul suo ciglio).
Tempo di salita:
2-3 ore
L'itinerario ha inizio dal parcheggio presente poco prima di Champlong, piccolo centro abitato a metà strada tra Cogne e Lillaz, ove è possibile lasciare l'automobile. Si imbocca il sentiero che aggira l'abitato, indirizzandosi verso nord in direzione di Liconi, risalendo un ripido costone sino a giungere nei pressi di un evidente traliccio, dove un ampio pianoro costituisce eccellente punto panoramico sull'imponente frana che si estende sul fianco opposto della valle.
Con l'ausilio di un binocolo si può meglio osservare il fenomeno e distinguerne i diversi elementi: è evidente la nicchia di distacco, settore caratterizzato da elevata pendenza e dalla presenza di depositi glaciali formati da elementi di dimensioni assai diverse tra loro, con blocchi rocciosi entro una prevalente matrice argilloso-sabbiosa. La parte centrale della frana è costituita da un ampio settore pianeggiante, caratterizzato da diffusi ristagni; assai spettacolare risulta il settore frontale della frana, in particolare in direzione dell'abitato di Lillaz, dove il materiale collassato ha sbarrato il corso del torrente Urthier, modificandone il percorso e portandolo a scorrere sul fianco destro della valle.
Qui la copertura vegetale, che a prima vista appare continua ed intatta, è in realtà formata da alberi ad alto fusto inclinati in tutte le direzioni, poggianti su gigantesche zolle disarticolate, che si sono sconnesse durante il movimento lungo un percorso di circa 500-600 metri, prima di depositarsi nella porzione centrale della valle. Per avere un'idea dell'aspetto dei luoghi anteriormente all'evento alluvionale si possono osservare i prati ed i terrazzamenti presenti sui fianchi della nicchia di distacco, ricostruendo così idealmente la morfologia ora modificata.
Dopo questa osservazione generale del fenomeno si può scendere sul fondovalle per percorrere al suo interno la frana. Ritornati a Champlong si attraversa il torrente Urthier su di un ponte di legno ubicato pochi metri a valle del parcheggio, da qui dirigendosi subito a sinistra sulla ricostruita pista di fondo si giunge alla parte distale del movimento franoso.
Percorrendo la pista in direzione di Lillaz possiamo quindi iniziare ad osservare gli effetti superficiali del movimento. Il cotico erboso che ci circonda risulta interamente disarticolato, con presenza di innumerevoli fratture che ricordano la struttura di una tavoletta di cioccolato; pochi metri più avanti raggiungiamo un gruppo di larici, fortemente inclinati ma ancora vivi, in quanto trasportati in massa con l'intera zolla. Sono queste le più eclatanti testimonianze del movimento e della traslazione che questa porzione di bosco ad alto fusto ha subito.
Proseguendo in direzione sud-est si raggiunge il limite orientale della nicchia di distacco, sulla quale si può salire (stando comunque discosti dal ciglio!) per giungere ad un punto dominante di osservazione generale.
Riprendendo il cammino verso Cogne si riattraversa la frana, percorrendo la grande piana che si è formata, costituita in prevalenza da argille e limi; all'interno di questi materiali si erano formati caratteristici
vulcanelli
, vive testimonianze di acque sotterranee in pressione.
Usciti dalla frana possiamo rientrare al parcheggio di partenza; se da qui si percorre un tratto della nuova strada asfaltata verso Lillaz, si può osservare l'imponente spettacolo della massa franata che occupa il vecchio letto del torrente Urthier, e la rilevante deviazione del corso d'acqua.
Per chi avesse il piacere di approfondire maggiormente l'argomento con elementi geologici di maggior dettaglio, rimandiamo agli articoli di Giorgio Elter ed Andrea Loprieno ("La frana di Champlong", in Voci del Parco - Notiziario del Parco Nazionale del Gran Paradiso, Estate 2001) e di Paolo Baggio, Marco Giardino e Daniele Giordan ("Cogne-Lillaz: la grande frana di Champlong" nel numero 21-22 della rivista Nimbus della Società Meteorologica Italiana).
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