NEVE
Direttori di pista e pisteurs secouristes: ecco due nuove figure promosse dalla legge regionale che disciplina il soccorso sulle piste di sci.
NUOVI PROFESSIONISTI SULLE PISTE
di Marisella Chevallard
Una squadra di pisteurs secouristes in azione sulle piste di Pila.I turisti della neve vengono in montagna per divertirsi e fare dello sport, ma perchè questa attività sia tale da appagare gli animi occorre che essi abbiano la dovuta assistenza. L'obiettivo in una stazione invernale di buon livello è perciò quello di evitare il più possibile gli incidenti piuttosto che di intervenire successivamente per soccorrere gli infortunati. Questo obiettivo si raggiunge in primo luogo con una buona preparazione delle piste, che consiste nel mantenere e spesso ormai predisporre un manto nevoso sufficiente e ben curato, ed in secondo luogo con una buona informazione circa le caratteristiche e le condizioni delle piste della stazione invernale, in modo che ognuno possa scegliere secondo le proprie capacità. A questo proposito la segnaletica è certamente importante, ma l'elemento umano non può essere trascurato.
La nostra regione su questo punto si è impegnata notevolmente e queste figure, la cui importanza non può più essere trascurata, hanno avuto il loro riconoscimento nella legge regionale 15 gennaio 1997 n 2. Nulla infatti deve più essere affidato all'improvvisazione, soprattutto in questo campo. La legge che ho citato disciplina il servizio di soccorso sulle piste di sci della Valle d'Aosta e contempla le due figure di direttore delle piste e pisteur secouriste.
La figura del direttore di pista e la definizione dei suoi compiti erano già stati definiti nella legge regionale sulle piste di sci (L.R. n.9/1992), ed implicavano grande responsabilità soprattutto in materia di apertura e chiusura delle piste con particolare riguardo all'esposizione dei turisti al pericolo di valanghe. Non è da escludere che nel disegnare questa figura il legislatore regionale abbia avuto ben presente il gravissimo evento della valanga scesa sulla pista del Pavillon domenica 17/2/1991 e che aveva travolto e causato la morte di dodici sciatori. Doveva allora essere parso opportuno itituireuire l'immagine di un referente esperto ed autorevole cui fare riferimento a garanzia della sicurezza degli utenti. Da quell'epoca sono ormai passati dieci anni e si può dire che l'attenzione verso una sempre maggior tutela del turista ha fatto molti progressi sia per quanto riguarda l'individuazione di figure referenti, sia per tutto ciò che concerne la preparazione tecnica delle varie figure.
I pisteurs secouristes sono coloro che più in particolare e segnatamente devono occuparsi degli sciatori. Essi svolgono infatti il loro lavoro proprio sulle piste ed a contatto con la gente, sono dei veri e propri assistenti degli sciatori. Va da sé che la prima qualità che essi devono possedere è una buona preparazione tecnica che consenta loro di sciare su tutti i pendii anche più difficili ed anche in condizioni di neve non battuta. Recentemente in un processo che riguardava lesioni subìte da uno sciatore, il giudice si stupiva che il pisteur, guidando da solo il toboga, avesse raggiunto con facilità una zona di pista che la parte lesa descriveva come ghiacciata al punto da essere impraticabile. Non si trattava evidentemente di difficoltà insuperabili per persone particolarmente preparate proprio per intervenire in situazioni difficili, quelle appunto dove possono verificarsi incidenti. Il pisteur è la prima persona a percorrere le piste al mattino e l'ultima alla sera, quando deve accertarsi che tutti i turisti abbiano finito la loro giornata di sci, prima di chiudere la pista. Quanto sia preziosa l'opera del pisteur è evidente proprio da questo suo compito pratico. Difficilmente gli altri operatori di una stazione invernale sono al corrente della situazione delle piste allo stesso modo.
Altre figure quali i direttori di pista, i gestori delle piste, i componenti della commissione addetta alla classificazione delle piste hanno compiti di grande responsabilità e necessitano di competenze tecniche particolari, ma il tramite tra l'aspetto pratico della stazione inteso come reale situazione delle piste, contatto con la clientela, segnalazione di aspetti e problemi pratici sono demandati ai pisteurs. Alla luce di queste considerazioni è evidente che il compito principale dei pisteurs e cioè quello del primo intervento di soccorso agli infortunati sulle piste di sci non può essere disgiunto dall'attività di presenza continua sulle piste e in generale nella stazione di sci. Non si deve dimenticare che prevenire è sempre meglio che rimediare e dunque una buona assistenza ai turisti garantisce la buona riuscita della giornata e della stagione di sci.
Il soccorso peraltro è l'aspetto più tecnico e delicato della professione. Non a caso la legge regionale nel disciplinare le figure di direttore di pista e di pisteur secouriste prevede che venga assicurata la necessaria preparazione professionale attraverso specifici corsi di formazione e che la preparazione sia verificata in appositi esami. Senza questa preparazione di base e senza il possesso delle minime conoscenze pratiche in materia di pronto soccorso ben poca sarebbe la loro utilità, soprattutto nel caso di eventi valanghivi dove la tempestività di un intervento competente è a volte garanzia di salvezza per la vita umana. Il compito specifico che porta il pisteur sulle piste a contatto con la gente, fa sì che egli sia spesso il primo a trovarsi sul luogo e dunque per primo abbia la possibilità di adoperarsi a favore della vita altrui. E' questo un momento delicatissimo in cui è necessario valutare la gravità delle situazioni e attivare il soccorso più adatto, senza trascurare tutto quanto può già essere fatto subito e personalmente soprattutto in termini di BLS (Basic life saver).
Il nostro sistema giuridico è basato su un principio di responsabilità di tutte le proprie azioni, che tutti siamo chiamati a mettere in atto con coscienza in modo da non provocare danno ai nostri simili (art.2043 C.C.) . Anche nel soccorrere bisogna mettere il dovuto impegno e la giusta attenzione affinché l'opera del soccorritore sia utile e non essa stessa causa di ulteriori danni per il malcapitato.
Va detto che ogni essere umano, per un inderogabile dovere di solidarietà sociale, è tenuto ad attivarsi a favore di una persona visibilmente bisognosa di soccorso (art.593 C.P.). Ma mentre per chiunque è sufficiente anche solo avvisare le autorità o le persone preposte al soccorso e possono adempiere al precetto di legge ad esempio con una semplice telefonata al 118, al contrario il pisteur ha il dovere di intervenire e svolgere egli stesso quell'attività di soccorso che la stessa legge regionale gli ha affidato. Con questa norma (L.R. n.2/1997 art.4 n.1) egli è investito di una precisa posizione di garanzia verso gli utenti delle piste di sci che si trovano nella necessità di essere soccorsi. Non si può sottrarre dunque, ma deve anche operare bene: è venuto il momento di mettere in pratica tutto quanto gli è stato insegnato ed ha praticato nei corsi e deve farlo con competenza, senza sbagliare e con la dovuta attenzione, valgono infatti anche per il soccorso le regole che segnano i limiti della responsabilità per colpa per imprudenza, negligenza, imperizia previsti dal codice penale. Lo spazio è molto ampio e non è improbabile trovarsi nella situazione di vedersi contestare una responsabilità penale per colpa magari anche in casi in cui l'operatore si era comunque prodigato e anche generosamente.
Il soccorso, come qualsiasi attività deve essere attivato in maniera efficace e intelligente in modo da raggiungere l'obiettivo di salvare o aiutare la persona bisognosa in modo corretto. Sono ovviamente escluse pratiche di esclusiva competenza medica, ma spettano al primo soccorritore tutti gli interventi necessari per la conservazione delle minime condizioni vitali in attesa dell'intervento medico, le valutazioni sulla gravità delle lesioni e sul tipo di allerta da mettere in atto, e sull'opportunità di chiamare in suo aiuto e con la necessaria celerità le persone più adatte ad intervenire. E' facile ad esempio procurare ulteriori danni per non aver saputo riconoscere una lesione alla colonna vertebrale in caso altamente probabile, oppure aver omesso di chiamare l'elicottero quando la gravità della situazione imponeva un intervento estremamente rapido e incompatibile con un trasporto via terra.
In occasioni limite ed intervenendo su una valanga i soccorritori dovranno affrontare scelte gravi e difficili ad esempio quando si tratta di scegliere se occuparsi in primo luogo della persona già ritrovata e applicare tutto il proprio impegno per mantenere attive le funzioni vitali (BLS) oppure continuare a cercare le altre eventuali vittime ancora sepolte dalla neve, che potrebbero ancora essere salvate, rischiando però di perdere anche l'unica vittima momentaneamente ritrovata. Si tratta di scelte difficili che impegnano non solo valutazioni in termini di responsabilità, ma anche aspetti morali e che impongono la conoscenza dei propri limiti e delle proprie capacità e non ultimo l'umiltà di saper chiamare in aiuto altri soccorritori.
Una buona preparazione tecnica non basta, occorre mantenersi in esercizio ed essere informati sulle nuove possibilità di intervento, sia a livello tecnico con conoscenza della miglior scienza del momento, sia a livello organizzativo con una sufficiente cognizione delle strutture di protezione civile. In questa ottica appare particolarmente importante la regolarità di corsi di aggiornamento anche per i pisteurs già patentati.
Attualmente, in Valle d'Aosta, tra direttori di piste e pisteurs sono impegnate in questa attività 233 persone, ivi compreso anche personale militare appartenente alle forze dell'ordine ed applicato sul territorio. Il numero degli addetti è proporzionale alle dimensioni e all'importanza turistica delle stazioni sciistiche. Nella scorsa primavera i pisteurs ed i direttori di piste della Valle d'Aosta hanno sentito la necessità di riunirsi in una associazione, che di fatto è stata costituita, è operativa e riunisce tutti coloro che svolgono la loro attività in Valle d'Aosta e sono già in possesso della qualifica. L'iniziativa si prefigge di incentivare tutto quanto possa essere utile a promuovere la figura del direttore di pista e del pisteur secouriste, dando il dovuto rilievo all'importanza del lavoro da loro svolto. In particolare, oltre all'attività di rappresentanza, che è ovvia e imprescindibile dallo spirito associativo, l'associazione, che non ha scopo di lucro, si è prefissata lo scopo di promuovere, anche d'intesa con la Regione, la competenza professionale mediante l'organizzazione di corsi, aggiornamenti, stages in stazioni più avanzate, e tutto quanto possa essere utile al miglioramento della qualità.
Con questo gesto i pisteurs intendevano in particolare mettere in evidenza l'importanza delle loro mansioni. Germano Bal, direttore di pista nel comprensorio di Courmayeur, nell'assumere la presidenza dell'associazione aveva tenuto a ricordare che nel passato egli stesso aveva avuto bisogno di soccorso in un'occasione in cui era finito in una slavina e che un pisteur, Massimo Datrino, oggi guida alpina e presidente dell'Unione Valdostana Guide di Alta Montagna, gli aveva salvato la vita.
L'associazione è la prima nata in Italia, ne seguiranno certamente altre, in relazione alle varie regioni e alle diverse esperienze turistiche e ambientali.
   
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