MONOGRAFIA ARIA
Dal 1994 l'aria del capoluogo è controllata da un sistema integrato di stazioni di misura che fanno capo ad un'unità centrale di acquisizione dati.
L'ARIA DI AOSTA
di Manuela Zublena e Giovanni Agnesod
Il controllo della qualità dell'aria nella città di Aosta viene realizzato attraverso un sistema complesso di misura che fa capo alla Rete Regionale di Monitoraggio dell'inquinamento atmosferico.
La rete regionale, istituita con la l.r. n. 94 del 1987, è stata progettata secondo criteri molto articolati, configurandone un'architettura di tipo aperto e ad intelligenza distribuita.
Tale strutturazione si può schematizzare in due livelli di funzionalità:
· un primo livello comprendente le varie stazioni di misura (13) dislocate sul territorio regionale, equipaggiate con strumentazione per la rilevazione della concentrazione in aria di inquinanti chimici, di parametri meteorologici e della radioattività ambientale e dotate di un' unità logica locale;
· un secondo livello comprendente la stazione centrale per la raccolta, archiviazione ed elaborazione dei dati ed i sottosistemi decentrati.
Tale configurazione presenta alcuni evidenti vantaggi.
Dà garanzie sull'integrità di funzionamento e di acquisizione dei dati. Ogni stazione infatti dispone di una unità logica che gestisce localmente il funzionamento di tutto l'equipaggiamento strumentale presente ed acquisisce e memorizza tutti i dati per successivi trasferimenti, in via automatica o manuale, all'unità centrale di acquisizione.
Permette inoltre di modificare la dotazione strumentale sia nel numero che nella tipologia di apparati. L'attività di monitoraggio può quindi rispondere con immediatezza alle diverse esigenze conoscitive richieste dall'evolversi del fenomeno di inquinamento atmosferico nonché alle nuove prescrizioni normative. Questo sistema complesso, la cui architettura di base è ormai consolidata, ha già subito nel tempo diverse modifiche ed integrazioni, finalizzate a migliorare ed affinare la conoscenza dello stato dell'aria. Un significativo ampliamento del sistema è stato realizzato proprio per la città di Aosta, dove alle prime tre stazioni di misura ne sono state aggiunte altre due con contemporanea aggiunta di analizzatori per la misura della concentrazione di alcuni nuovi inquinanti. La configurazione ottenuta risulta coerente con le prescrizioni normative, e idonea a garantire la rappresentatività delle misure per l'intera area urbana di Aosta.
Il sistema di sorveglianza operativo dal 1994 ha già permesso di ottenere ad oggi una significativa serie storica di dati. Il quadro che si ottiene è utile per descrivere l'evoluzione delle condizioni di qualità dell'aria nella città di Aosta. Essa, pur se di dimensioni modeste, presenta aspetti problematici dal punto di vista dell'inquinamento atmosferico per il ruolo svolto a livello regionale di centro amministrativo e commerciale, di sede dei principali servizi ed attività di interesse generale, e per le particolari caratteristiche meteoclimatiche, con prolungati periodi di inversione termica nella stagione invernale.
Vediamo nel dettaglio i dati rilevati negli ultimi cinque anni nelle stazioni di Aosta.
Prendiamo in considerazione il semestre invernale, perché è quello più critico per l'intensità di emissione di inquinanti prodotti nei processi di combustione (impianti di riscaldamento, traffico) e per il loro accumulo in atmosfera (situazioni di inversione termica).
I dati delle tabelle qui a fianco permettono alcune considerazioni.
La concentrazione di SO2 mostra una tendenza alla diminuzione: a partire infatti dal semestre 94/95, le medie semestrali si sono significativamente ridotte in tutte le stazioni di misura (mediamente del 30%). Anche il numero di superamenti del livello di attenzione è sensibilmente diminuito e addirittura non se ne sono più registrati a partire dal 94/95 (fatta salva l'eccezione di un superamento per il semestre appena trascorso).
Nella stazione di Piazza Plouves i 57 pg/m3 del semestre invernale 94/95 comportavano ancora ben 14 giorni con superamento del livello di attenzione (media giornaliera: 125 pg/m9. Quali sono i motivi di questa diminuzione?
Aosta, città non compresa nelle zone per le quali a livello nazionale sin dal 1966 furono presi provvedimenti per ridurre il carico inquinante prodotto dalle emissioni degli impianti di riscaldamento, ha utilizzato olio combustibile fluido ad elevato tenore di zolfo (nafta) sino a tempi assai recenti. La nafta è responsabile della immissione in atmosfera della maggior parte di biossido di zolfo (SO2) e di ingenti quantità di polveri residue di combustione incompleta.
È solo a partire dall'autunno 1996, per effetto di due provvedimenti, uno nazionale, che riduce il tenore di zolfo ammesso negli oli combustibili per riscaldamento, ed uno della nostra regione (delibera del Consiglio regionale) che fissa un limite alla concentrazione di SO2 nelle emissioni degli impianti di riscaldamento funzionanti nell'area urbana di Aosta, che si è dato un contributo positivo alla riduzione di biossido di zolfo in atmosfera.
Va anche tenuto presente che l'olio combustibile, venduto in regime di sgravio fiscale e quindi conveniente economicamente, è stato largamente utilizzato; inoltre risale a pochi anni fa la disponibilità per il riscaldamento domestico del metano, combustibile ad emissione di biossido di zolfo praticamente nulla e molto migliore anche dal punto di vista dell'immissione in atmosfera di composti organici incombusti. La riduzione del tenore di zolfo dei combustibili non ha tuttavia risolto completamente il problema di inquinamento da impianti di riscaldamento. Le attuali tecnologie permettono la desolforazione di oli combustibili, e la loro utilizzazione in accordo con le più recenti normative. In questo modo si riducono le emissioni di SO2 ma si mantengono elevate le emissioni in atmosfera di particelle incombuste.
Come si vede infatti la concentrazione di particolato fine PM1O (la polvere nera da combustione incompleta) si mantiene costante nei cinque anni di monitoraggio in Piazza Plouves.
L'altro macroinquinante, tradizionale termometro dello stato di salute dell'aria nelle aree urbane, è il biossido di azoto, derivante in massima parte dal monossido di azoto (NO) prodotto da tutti i processi di combustione.
Analogamente alle altre città italiane le concentrazioni di NO2 sono tendenzialmente aumentate sino ad anni recentissimi. In Aosta i livelli massimi si sono misurati nella stagione 96/97. Nelle ultime due stagioni invernali si è rilevata una significativa riduzione in Piazza Plouves, confermata anche dai rilievi effettuati con il laboratorio mobile a ridosso della SS 26 in prossimità della caserma dei Vigili del Fuoco.
È ancora prematuro parlare di una tendenza alla diminuzione che potrebbe essere dovuta ad un miglioramento tecnologico del parco autoveicolare e/o ad una razionalizzazione dei flussi di traffico, ma potrebbe essere semplicemente l'effetto di stagioni invernali particolarmente ventilate e ricche di precipitazioni.
Segnali ambigui provengono dal CO, inquinante caratteristico del traffico urbano congestionato e per il quale è stato allestito dal 1997 un sito di misura specifico in Piazza della Repubblica.
Se in tale punto critico urbano le concentrazioni nell'ultimo inverno sono dimezzate, alla caserma dei Vigili del Fuoco, punto altrettanto critico e rappresentativo di traffico di avvicinamento all'area urbana, le concentrazioni sono invece aumentate.
Dal 1997, nell'ambito dell'aggiornamento del sistema di monitoraggio di Aosta, è misurato il benzene in Piazza Plouves.
Le concentrazioni medie rilevate negli ultimi due semestri invernali sono tendenzialmente inferiori all'obiettivo di qualità di 10 ig/m3 riferito all'anno intero. Ciononostante il benzene va considerato con grande attenzione, data la sua notevole pericolosità per la salute umana.
Uno dei risultati emersi dal gran numero di studi e monitoraggio di qualità dell'aria effettuati a partire dall'inizio degli anni 90 è la non proporzionalità tra le dimensioni delle città, e quindi la quantità totale di inquinanti emessi in atmosfera, e la concentrazione degli inquinanti medesimi in aria. In città di medie dimensioni si sono rilevate concentrazioni inferiori ma confrontabili con quelle delle aree urbane maggiori. Aosta è una conferma di questa situazione.
Le particolari condizioni climatiche, l'elevata densità di autoveicoli per abitante e il loro uso frequente, dovuto sia agli sgravi fiscali sul carburante per autotrazione sia alle caratteristiche del territorio, determinano nell'aria del capoluogo regionale condizioni di concentrazione di sostanze inquinanti tuttaltro che trascurabili.
Il confronto con i valori di riferimento della normativa mostra negli ultimissimi anni dei segnali di miglioramento. Va notato però che la normativa medesima è in continua evoluzione, sia come livelli di riferimento sia come inquinanti, e soprattutto microinquinanti, presi in considerazione. Essa va vista nel suo insieme come un fattore di pressione nella direzione di una progressiva riduzione delle concentrazioni di inquinanti. Anche alla luce di questa considerazione, la qualità dell'aria in Aosta può essere definita in una parola sola come migliorabile.
I principali fronti per tale miglioramento sono: l'eliminazione di combustibili ad alta densità (olio combustibile fluido) responsabili, anche dopo processi di desolforazione, dell'emissione in atmosfera di particolato fine incombusto; la riduzione delle emissioni da traffico autoveicolare, con miglioramento delle caratteristiche merceologiche dei carburanti e tecnologiche dei motori; il decongestionamento del traffico nell'area urbana con provvedimenti sulla viabilità, con potenziamento di servizi pubblici e con incentivazione dell'uso di mezzi alternativi.
Come si vede si tratta di mutamenti richiesti non solo da un punto di vista gestionale o tecnico ma anche di costume; come d'altra parte è un mutamento di costume e culturale considerare la buona qualità dell'aria un elemento fondamentale del benessere del cittadino
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