AMBIENTE
Una grande zattera di torba che galleggia su un metro e mezzo d'acqua: così si presenta una delle più interessanti zone umide dell'intero arco alpino.
LO STAGNO DI LOZON
di Santa Tutino
La Riserva Naturale Lozon, situata a nord est del capoluogo di Verrayes, è stata istituita con Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 1258, ai sensi della l.r. 30 luglio 1991, n. 30, per salvaguardare uno degli ambienti umidi più interessanti di tutto l'arco alpino, ricco di organismi zooplanctonici, specie vegetali igrofile e unità fitosociologiche. La morfologia dell'area è di origine glaciale. Lo stagno, in avanzato stato di interramento, è posto nella depressione di un terrazzo glaciale, lungo il versante sinistro della media valle centrale, a circa 1500 m di altitudine. Il versante è costituito da depositi di materiali morenici e da affioramenti di substrato roccioso composto da calcescisti, prasiniti e serpentiniti mentre, in corrispondenza del lago, i depositi sono limoso-argilloso-torbosi. ll clima è quello tipico degli ambienti xerici, particolarmente caldo e secco in estate.
L'alimentazione idrica è assicurata da una diramazione del canale irriguo Ru de Chavacourt, proveniente dalla valle del torrente Marmore, e da circolazioni idriche sotterranee; significative perdite sotterranee per infiltrazione alimentano le sorgenti poste a valle, nelle zone di Semon, Foudon e Cheresoulaz.
Lo specchio d'acqua è ricoperto quasi interamente da un'unica zolla di torba, dello spessore di circa un metro e mezzo, che galleggia sull'acqua e ne determina l'acidificazione nella parte centrale, in netto contrasto con gli apporti idrici prevalentemente calcarei del bacino. L'unicità di questo ambiente è determinata in gran parte proprio dalla presenza di acque con valori di acidità differenti nelle varie
parti dello stagno. A seconda dei gradi di umidità e delle variazioni di pH le condizioni ambientali si modificano, permettendo l'instaurarsi di una straordinaria varietà di specie e di associazioni vegetali. Sono infatti presenti ben quindici associazioni vegetali palustri ed acquatiche e un centinaio di specie tipiche delle zone umide, alcune delle quali uniche nella regione e nelle Alpi.
Tra le piante palustri numerose sono le carici, alcune molto rare, come la Carice della fanghiglia (Carex limosa) o la Calce ravvicinata (Carex appropinquata), i giunchi e le graminacee tra cui la comune Cannuccia di palude (Phragmites aust ra/is). Lo stagno ospita la Lingua d'acqua (Potamogeton natans), il bellissimo Tiifoglio fibrino (Menyanthes trifoliata) e alcune piante insettivore di particolare pregio, la Drosera a foglie rotonde (Drosera rotundifolia), l'Erba vescica (Utricularia minor) e l'Erba vescica delle risaie (Utricularia neglecta). L'ambiente umido circostante accoglie alcune orchidee quali Epipactis palustris, Orchis maculata e Orchis incarnata.
Il lago può essere considerato l'ambiente valdostano in assoluto più ricco di specie zooplanctoniche con una trentina di specie rappresentate mentre il popolamento animale più in generale comprende alcuni esemplari di invertebrati osservati per la prima volta in Valle d'Aosta proprio al Lozon.
Proprio per queste sue caratteristiche vegetazionali e floristiche lo stagno di Lozon è stato censito nell'ambito del progetto di ricerca Bioitaly tra i Siti di Importanza Comunitaria presenti in Valle d'Aosta. Come tale entrerà a far parte delle rete ecologica europea denominata Natura 2000, composta dal siti naturali che ospitano specie e/o ecosistemi indicati negli allegati I e Il della Direttiva Habitat (92/43/CEE).
L'individuazione come Sito di Importanza Comunitaria ha permesso inoltre l'inserimento di questa area protetta, e delle altre cinque zone umide già tutelate in Valle d'Aosta con vincolo di riserva (Lolair, Villa, Marais, Les lles e Holay), nel progetto Life Natura dal titolo "Monitoraggio e gestione delle zone umide inserite in Natura 2000". Il progetto, avviato all'inizio dell'anno e cofinanziato dall'Unione Europea, è volto ad individuare una gestione coordinata delle zone umide al fine di assicurare la salvaguardia di questi biotopi e la loro funzione di riserva biologica per habitat e specie di interesse comunitario. Le differenti azioni in programma permetteranno tra l'altro di acquisire nuove interessanti informazioni circa le modalità di alimentazione di queste aree, di individuare elementi di criticità e minacce e di realizzare opportuni interventi.
In particolare, nel caso del Lozon, le ridotte dimensioni, il clima xerotermico e l'alimentazione idrica dipendente dai canali irrigui, pongono il biotopo in condizioni di fragilità e suggeriscono una conservazione particolarmente attenta. Occorre, infatti, evitare rischi di inquinamento del bacino e l'utilizzo di pratiche e prodotti agricoli non compatibili, come i fertilizzanti chimici. Inoltre, la fruizione dell'area a scopo turistico deve essere limitata ai bordi dello stagno, dove è già possibile osservare un discreto numero di esemplari; l'ingresso verso lo specchio d'acqua centrale potrebbe provocare il cedimento della torba e l'irrimediabile distruzione di delicate specie vegetali.
I risultati che emergeranno nel corso del progetto Life saranno quindi di supporto all'individuazione di interventi mirati alla tutela di quello che è sicuramente l'ambiente umido più ricco e interessante della Valle d'Aosta.
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