VALDIGNE - MONT-BLANC
Interferenze, usi, competizione, esigenze per una risorsa assulutamente vitale.
RISORSA ACQUA
di Raffaele Rocco
L'acqua caratterizza il paesaggio della Valdigne: se d'inverno è neve, d'estate chiazza di bianco e grigio le montagne sotto forma di ghiacciai, di verde-blu i fondovalle scorrendo verso valle, di spuma bianca i pendii sotto forma di cascate. Acqua in abbondanza, che gioca anche a nascondino per essere scoperta e utilizzata nelle terme di Pré-Saint-Didier o imbottigliata a Morgex, che, sgorgando dalle sorgenti, forma piccoli rivi che vanno ad alimentare la dora di Vény e quella di Ferret. Acqua che appare pura e limpida nel suo scorrere abbondante verso valle, originata là dove i ghiacciai del Monte Bianco lentamente restituiscono quanto caduto dal cielo cento anni prima, dopo aver subito la lenta e progressiva trasformazione da neve a ghiaccio, oppure dai pendii montani, dopo aver allietato legioni di sciatori durante la stagione invernale. La Valdigne rappresenta un microcosmo dove tutti i possibili utilizzi dell'acqua sono rappresentati e attuati: irriguo, potabile, ricreativo e industriale. Il quadro degli utilizzi suddiviso per tipologia di uso e di corpo idrico è quello indicato nella tabella: rispetto all'intera regione nella Valdigne sono presenti circa il 6,3% delle derivazioni che derivano circa il 2,8% del prelievo complessivo. La Valdigne è quindi un'area dove lo sfruttamento delle acque non è intensivo come in altre parti della regione e dove, quindi, negli ultimi anni si sono indirizzate le attenzioni dei possibili utilizzatori di acqua. Rispetto agli usi irrigui e potabili non sono presenti conflitti particolari, anzi l'abbondanza ha permesso di soddisfare le richieste primarie. Quaranta anni fa veniva addirittura lanciata l'idea di un grande acquedotto che portasse una parte delle acque delle sorgenti della Val Ferret e della Val Vény fino ad Aosta: l'acquedotto del Monte Bianco. Ipotesi sicuramente affascinante che però con il tempo si è manifestata via via sempre più improponibile non tanto per i costi, quanto per le mutate e crescenti esigenze sia di utilizzo locale sia di tutela dell'ambien-te, individuando per Aosta soluzioni diverse e maggiormente economiche anche sotto il profilo gestionale. L'area della Valdigne ha rappresentato negli ultimi 15 anni la destinazione preferita della rinata attenzione all'utilizzo idroelettrico, specie i Comuni di Courmayeur e di La Salle dove si sono concentrate diverse richieste di derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora di La Thuile e sulla Dora Baltea. Gli enti locali in alcuni casi hanno partecipato a queste richieste promuovendo la costituzione di società con i privati interessati in un tentativo di favorire il ritorno sul territorio dei benefici dello sfruttamento delle risorse idriche locali. Grande sviluppo ha avuto l'uso ricreativo delle acque: rafting, innevamento programmato, termalismo, pesca sportiva. La presenza dei due grandi comprensori sciistici di La Thuile e di Courmayeur ha visto nascere i primi progetti di accumulo di acqua da utilizzare all'inizio della stagione invernale per l'innevamen-to programmato delle piste in caso di ritardi da parte della natura. In Val Ferret, complementare alla gestione del patrimonio ittico effettuata dal Consorzio regionale per la tutela, l'incremento e l'esercizio della pesca, opera da alcuni anni anche un riverain, cioè un operatore privato che promuove e gestisce direttamente il torrente e la pesca sportiva, occupandosi anche dell'organizzazione dell'accoglienza, compreso l'intrattenimento e l'animazione anche per famigliari e accompagnatori. Il tratto che va da Pré-Saint-Didier fino a Sarre è uno dei più frequentati dagli appassionati degli sport d'acqua viva. Questo percorso permette di attraversare ambienti diversificati, sia dal punto di vista sportivo sia da quello paesaggistico e naturalistico; si passa infatti attraverso impetuose rapide prima di scivolare nel silenzio dell'oasi naturale della riserva del Marais, dove si possono ammirare numerose specie di uccelli legati all'ambiente acquatico. Si prosegue poi fino alla pineta dell'Equilivaz, dove il fiume si restringe in un'angusta gola creando due salti spaventosi, non navigabili, ma che costituiscono comunque uno spettacolo da vedere. L'ambiente fluviale e torrentizio della Valdigne offre numerose opportunità anche per quanto riguarda attività puramente contemplative: si pensi a siti di grande interesse geomorfologico, quali le gole e gli orridi, come anche alle peculiarità della vegetazione riparia in tutte le sue forme oltre, infine, all'osservazione di diverse specie animali (insetti, anfibi, pesci, uccelli) la cui sopravvivenza è indissolubilmente legata all'integrità degli ecosistemi acquatici (area umida del Marais a Morgex). Gli orridi più spettacolari sono quelli di Pré-Saint-Didier, profonda gola postglaciale incisa in calcescisti dalla Dora di Verney nel gradino di confluenza tra la valle principale e la valle di La Thuile, e la forra del torrente Colomba presso Morgex, anch'essa incisa in calcescisti. Nella Valdigne è quindi maggiormente attuale la sfida di rendere sostenibile l'utilizzo delle risorse idriche, ancora disponibili in quantità, con le esigenze di tutela ambientale in un comprensorio naturalisticamente e paesaggisticamente unico. Un punto di forza è sicuramente rappresentato dagli utilizzi ricreativi delle acque già in atto: termalismo, pesca, rafting sono usi che richiedono condizioni di qualità dei corpi idrici eccellenti per potersi sviluppare e soprattutto conservarsi. Tali usi rappresentano però anche un concreto esempio di economia turistica basato sulla risorsa idrica complementare, ma pur sempre importante, a quella dello sci. Le derivazioni idroelettriche autorizzate negli ultimi anni hanno dovuto quindi confrontarsi non solo con queste esigenze, ma anche con l'obiettivo prioritario di non alterare sensibilmente l'ambiente naturale. La determinazione delle portate da rilasciare a valle delle derivazioni, il cosiddetto deflusso minimo vitale, ha quindi rappresentato lo strumento principale di tutela dell'ambiente mediante. In alcuni casi però la tutela dell'ambiente naturale ha comportato anche il rigetto della stessa domanda di derivazione. La Valdigne è anche un comprensorio dove non è stato ancora completato il sistema di trattamento dei reflui idrici di origine civile. Ad oggi il sistema di depurazione si basa su impianti che garantiscono un trattamento parziale che va affinato ulteriormente. Le rilevazioni dell'ARPA Valle d'Aosta indicano infatti che il tratto di Dora Baltea della Valdigne presenta una qualità delle acque fortemente variabile, anche se sufficiente. Entro il 2015 sarà completato il sistema di trattamento dei reflui con l'obiettivo di garantire il livello qualitativo buono delle acque. Le forti pendenze, la turbolenza delle acque e il trasporto di elevate concentrazioni di limo glaciale, unitamente al grado di antropizzazione di alveo e sponde, caratterizzano le condizioni ecologiche della Dora Baltea. Dalle origini sino all'area del Marais - La Salle l'ambiente fluviale è da ritenersi nettamente di alto corso con caratteristiche estreme; seppur già fortemente antropizzato, si ritiene di preservare l'ambiente attuale, in particolare il tratto immediatamente a valle di Pré-Saint-Didier, che presenta qua e là caratteri di naturalità interessanti.
   
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