VALDIGNE - MONT-BLANC
A La Thuile, un bell'esempio di opera ben inserita nell'ambiente, costruita cercando soluzioni innovative in grado di garantire il rispetto normativo, ambientale e della sicurezza.
UN INNOVATIVO BACINO PER L'INNEVAMENTO
di Enrico Ceriani e Marco Fiou
Analisi effettuate sui comprensori sciistici italiani hanno dimostrato come, anche nel comprensorio di La Thuile gestito da Funivie Piccolo San Bernardo S.p.a, l'andamento delle prenotazioni alberghiere e delle affluenze dell'intera stagione sia fortemente condizionato dalla garanzia di un innevamento ottimale delle piste e di una apertura tempestiva della stazione sciistica. In sostanza il mercato turistico, come qualsiasi attività economica, si muove con positività dove vi è certezza e qualità del prodotto. La necessità di garantire un innevamento efficace pone problemi concreti di diversa natura; in questa sede ci si limiterà a quelli riguardanti l'utilizzo della risorsa idrica e la compatibilità ambientale. L'anda-mento climatico attuale, almeno come trend dell'ultimo ventennio, pone non pochi problemi alla produzione di neve in quanto le maggiori temperature che si riscontrano ormai durante il periodo invernale sono ancor più avvertibili all'inizio della stagione dello sci, nei mesi di novembre e dicembre. Durante questo periodo critico, dove bisogna iniziare a preparare le piste da sci, le finestre dei giorni aventi temperature ed umidità dell'aria tali da poter produrre neve sono sempre più ristrette con il conseguente sotto utilizzo degli impianti di innevamento (anche se ben dimensionati ed adeguati alle esigenze come quello del comprensorio di La Thuile). La soluzione tecnica a questo problema è stata individuata in questo caso nella realizzazione di un bacino di accumulo idrico in grado di fornire alla rete dell'impianto di innevamento portate istantanee elevate, in modo da produrre le quantità di neve necessaria anche con pochi giorni favorevoli. Le richieste ai tecnici, pervenute dall'at-tenta committenza della Funivie Piccolo San Bernardo S.p.a., non si sono limitate esclusivamente agli aspetti legati all'innevamento: si richiedeva espressamente che l'opera fosse ben inserita nell'ambiente, cercando soluzioni (anche innovative) in grado comunque di garantire il rispetto normativo, ambientale e della sicurezza. Su queste indicazioni si è proceduto allo studio ed alla progettazione del bacino che non aveva nella nostra regione riferimenti con opere similari che soddisfacessero gli obbiettivi proposti. In coerenza con le richieste ci si è orientati verso la progettazione di una diga in terra, senza sbarramento in cemento armato, che utilizzasse tutto il materiale di scavo opportunamente selezionato e vagliato. Il materiale di scavo è così stato reimpiegato nelle varie parti costituenti il bacino, dal fondo drenante, al corpo del rilevato, ai limi di protezione posti tra il manufatto ed i teli di impermeabilizzazione, sino alla terra vegetale impiegata nel ripristino finale, bilanciando attentamente i volumi di scavo e di riporto. Individuata poi la superficie sciabile strategica (intesa come quella che permette di gestire il comprensorio in maniera efficiente anche in assenza di innevamento naturale) intorno ai 370.000 m2, si è stabilito il volume di acqua necessario in grado di innevare tale superficie con uno spessore medio del manto nevoso di 50 centimetri. Le dimensioni del bacino così dimensionato e realizzato sono in sintesi le seguenti: volume di invaso utile 120.752 m3, superficie dello specchio d'acqua a bacino pieno 20.700 m2, profondità massima di acqua 10 metri, altezza massima del rilevato di sbarramento 13 metri, massima lunghezza 220 metri e massima larghezza 125 metri. Le scelte di localizzazione del bacino si orientarono in un sito localizzato in prossimità della Gran Testa a quota 2.280 metri s.l.m. dalle caratteristiche idrogeologiche ed ambientali favorevoli. L'opera iniziata nell'estate 2006 entrò già in funzione, anche se parzialmente, nello stesso anno. La scelta tecnica di localizzazione del bacino a quote elevate ha permesso, in questi anni di esercizio, di risparmiare notevoli risorse energetiche, in quanto l'impianto di innevamento ora è utilizzato per caduta. Si evita così l'impiego del sistema di pompaggio le cui pompe hanno una potenza di circa 700 Kw ed il cui utilizzo nelle annate più sfavorevoli ha superato complessivamente le 2.000 ore. Oltre al risparmio energetico diretto si è prodotto anche un beneficio non secondario: infatti i notevoli volumi di acqua impiegati per l'innevamento, erano pompati nella rete dalla falda di La Thuile. Si rammenta che tali quantità, in mancanza di un bacino di accumulo che viene riempito all'inizio della stagione estiva, sono prelevate nel periodo di utilizzo. Tale periodo coincide sia con il regime di magra delle aste torrentizie e delle sorgenti sia con la maggiore richiesta idrica di acqua potabile da parte degli esercizi turistici e delle seconde case, con il risultato di un utilizzo poco razionale ed a volte critico della risorsa acqua. La realizzazione del bacino di accumulo ha poi ridotto drasticamente i prelievi nella stagione invernale, con un effetto positivo sull'ambiente in generale non portando le aste torrentizie al limite del MDV, ma lasciando ampi margini alle portate naturali. L'utilizzo infine di acqua proveniente da opere di presa poste a quote elevate oltre i 2.300 metri s.l.m. e da bacini imbriferi privi di fonti inquinanti è una sicura garanzia che la neve prodotta sia pura miscela di acqua ed aria, così come la temperatura dell'acqua che essendo assai bassa evita l'utilizzo delle torri di raffreddamento risparmiando altra energia. Una curiosità per terminare questa breve e sintetica illustrazione dell'opera realizzata riguarda un aspetto apparentemente secondario, ma di forte impatto visivo. Un problema di non poco conto è emerso quando si andò a definire il colore dei teli di impermeabilizzazione, in quanto in quasi tutti i bacini dell'arco alpino si erano impiegati teli dal colore azzurro o verde. Questa scelta ci parve poco convincente in quanto l'effetto piscina non era certo quello che si voleva ottenere. Si scelse quindi la stessa colorazione dei limi del fondo dei nostri laghi naturali imponendo ai fornitori un colore dei teli tendente al grigio scuro. Il risultato è stato talmente soddisfacente in termini di colorazione naturale dell'acqua che sarà adottato anche per i bacini futuri.
   
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