Una parola in qualche modo complementare a quella dell’esilio segna il cammino della seconda edizione del Festival.
Il coraggio di pensare, parlare, agire, raccontare, creare, nonostante tutto. Perché anche il coraggio, così come l’esilio, esprime una condizione dell’anima e della vita sociale. L’esilio prevede il coraggio, per sopravvivere. E il coraggio implica, quasi sempre, l’esilio.
Il coraggio del Festival di Babel è stato cercare non solo le risposte ma anche la grandezza e l’ambizione delle grandi domande. Il pubblico ha incontrato la storia: un omaggio a Giovanni Paolo II a pochi giorni dalla sua beatificazione e un ricordo ad Aldo Moro, che ha visto ospite la figlia dell’importante uomo politico, Agnese Moro, insieme ad un percorso di letteratura contemporanea con Sveva Casati Modignani, Andrea De Carlo, Marina Nemat, Maria Pia Ammirati e Franco Di Mare, Federico Moccia, Francesca Melandri, Giordano Bruno Guerri, Aurelio Picca e Gérard de Cortanze.
Cosa significa Coraggio nel mondo dello spettacolo e della moda dei nostri tempi è stato illustrato da Simona Marchini, Giancarlo Magalli e Luca Missoni, mentre importante momento di confronto sulla malattia si è avuto con Federico Mandelli.
Babel è quindi un grande spazio per grandi temi di confronto e di discussione.