EDUCAZIONE AMBIENTALE
Nell' a.s. 1994/95 sono state più di 300 le classi coinvolte, per un totale di oltre tremila alunni. Intervista al dott. Ugo Venturella dell' Ufficio Didattica Ambientale.
UN INVESTIMENTO PER IL FUTURO
di Donato Arcaro
L'Assessorato all'Ambiente della Regione Valle d'Aosta promuove, da alcuni anni, l'attività di educazione ambientale nella scuola dell'obbligo, attraverso una serie di iniziative in continua evoluzione. Si tratta, innanzitutto, di un investimento a lungo tempo: formare i cittadini di domani alla conoscenza del proprio ambiente, alla presa di coscienza dei fragili equilibri che regolano gli ecosistemi, al conseguente rispetto che nasce dall'amore per la natura. Ma si tratta anche di un investimento per l'immediato: i ragazzi sono già oggi dei cittadini, dei consumatori, e possono inoltre influenzare le scelte ed i comportamenti dei loro genitori. L'obiettivo è di formare nei ragazzi la coscienza di essere ecocittadini del nostro pianeta.
Nel 1989 aveva esordito in Valle d'Aosta il progetto Ecole Buissonnière, promosso ed organizzato da Ronni Bessi, che proponeva attività di osservazione diretta degli animali, di scoperta degli ambienti naturali, di rappresentazione teatrale di soggetti naturalistici. C'erano state, certamente, in precedenza, altre iniziative di educazione ambientale, ma si trattava essenzialmente di iniziative autonome, scaturite dalla coscienza e dall'interesse di singoli insegnanti. L'iniziativa di Ronni Bessi ha avuto invece il merito di istituzionalizzare questo genere di attività, rispondendo ad una esigenza sociale e ad una richiesta sempre crescente di informazione da parte dei ragazzi.
Le attività dell'Ecole Buissonnière sono state, sin dall'inizio, rivolte alla partecipazione diretta degli alunni. I bambini venivano coinvolti, anche emotivamente, in iniziative diverse come il contatto diretto con rettili ed anfibi, l'esplorazione di grotte, le uscite notturne nei boschi. Fra gli obiettivi vi sono la rivalutazione di specie ammali considerate dannose, feroci o repellenti, l'apprendimento del loro comportamento e del loro "ruolo" ecologico.
Nell'anno scolastico 1991-92 le attività di educazione ambientale si sono ampliate: per rispondere alla crescente domanda da parte della scuola, l'Assessorato ha promosso interventi in classe effettuati da esperti. Da allora l'attività si è rapidamente evoluta nell'intento di offrire ad un ampio numero di scolaresche la possibilità di svolgere attività didattiche di qualità.
Per descrivere la situazione attuale, i risultati ottenuti, gli sviluppi programmati, abbiamo intervistato il dott. Ugo Venturella, insegnante, dell'Ufficio Didattica Ambientale dell'Assessorato.
· Abbiamo iniziato con una questione complessa, chiedendo al dottor Ugo Venturella una definizione dell'Educazione Ambientale.
Penso che l'educazione ambientale sia un'attività pluridisciplinare rivolta alla comprensione dell'ambiente che conduce, conseguentemente, al suo rispetto. Ciò che ci prefiggiamo è la conoscenza di come si è uomini in un ambiente complesso, comprendere che siamo un tassello della natura. In una parola: la sconfitta della visione antropocentrica del mondo. Ciò significa, ad esempio, esaminare la biodiversità, capirne l'importanza per giungere al rispetto della vita in tutte le sue forme. Tutto questo ha valenze molto ampie: accettare la diversità anche in campo sociale è la base della convivenza democratica.
· Abbiamo quindi chiesto al nostro interlocutore quale è stata l'organizzazione dell'attività in questi ultimi due anni.
Ci siamo mossi in varie direzioni ponendoci innanzitutto l'obiettivo del miglioramento della qualità degli interventi pur in presenza di un contenimento della spesa. Come si può evincere dai dati relativi agli ultimi anni (e riportati nei grafici allegati all'articolo) la spesa ha subito inizialmente una rapida impennata causata dalla grande richiesta di interventi. In un momento però in cui a tutti gli Uffici regionali veniva chiesto uno sforzo di contenimento della spesa, anche noi abbiamo dovuto ridurre i finanziamenti in questo settore. Abbiamo cercato di farlo senza penalizzare eccessivamente l'offerta. Questo intervento è andato di pari passo alle iniziative per il controllo della qualità degli interventi.
A partire dall'anno scolastico 1994-95 sono state messe a punto delle schede di programmazione e progettazione degli interventi che consentivano agli insegnanti la valutazione dei progetti proposti. Le schede elaborate dai proponenti le attività sono state raccolte e, in modo omogeneo, trasmesse agli insegnanti per la scelta delle attività ritenute più interessanti nell'ambito dell'attività didattica programmata. Oltre alle schede abbiamo elaborato una convenzione, che viene stipulata con tutti gli operatori, nella quale vengono definite le caratteristiche dei servizi offerti.
Il primo anno, com'era prevedibile, abbiamo avuto alcuni ritardi, alcune discussioni sulle modalità di determinazione della riduzione di spesa (limitazione del numero di progetti o della loro durata), alcune lamentele per non aver potuto soddisfare tutte le richieste. In questo secondo anno di esperienza, tuttavia, i problemi burocratici si sono ridotti ed abbiamo migliorato decisamente gli aspetti organizzativi. Questo è determinato anche dalla novità indotta dalla trasparenza degli atti amministrativi che ha prodotto indubbiamente una maggiore celerità da parte degli uffici.
· Chiediamo, a questo punto, quali siano gli obiettivi per il futuro, quelli immediati e quelli a lungo termine, nonché eventuali sogni nel cassetto.
Per migliorare ulteriormente la qualità degli interventi, intendiamo organizzare un corso di aggiornamento sulle metodologie didattiche, rivolto agli esperti, con l'intervento di un professore di psicopedagogia.
Tra gli obiettivi a medio termine vi è la realizzazione di un Centro di documentazione.
Saranno pertanto le scolaresche a venire nel Centro anziché essere gli esperti ad andare nelle scuole. In quest'ottica l'Ufficio dovrà coordinare l'attività di un gruppo di esperti. In futuro l'Ufficio vorrebbe rafforzare i collegamenti con la ricerca scientifica sia in campo naturalistico che pedagogico. Attualmente abbiamo contatti con le Università di Torino, Grenoble, Parigi, ma auspichiamo rapporti più stretti con i ricercatori anche per l'elaborazione di nuovi strumenti.
Per quanto riguarda l'orientamento dell'attività, vorremmo che la stessa evolvesse da una educazione all'ambiente verso una educazione per l'ambiente, nella quale venga posto l'accento sugli effetti dei nostri comportamenti, anche dei nostri gesti quotidiani.
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