VALDIGNE - MONT-BLANC
L'intervista al presidente della Comunità Valdigne - Mont-Blanc Gilberto Roulet introduce questo numero monografico dedicato alla comunità più a occidente della Valle.
INTRODUZIONE
a cura di Stefania Lusito
La Comunità Montana di cui è Presidente comprende Comuni con peculiarità molto diverse tra loro. Quali ritiene siano i punti di forza dal punto di vista ambientale del territorio interessato?
Il comprensorio della Comunità Montana Valdigne - Mont-Blanc è un condensato di patrimoni, naturali, storico culturali, turistici ed è ovvio che uno dei principali attrattori di flussi è rappresentato dal massiccio del Monte Bianco e dall'eccezionale varietà di habitat ad esso connesso. Una vasta parte del territorio è occupata dalle aree naturali di media e alta quota. Gli spazi rurali sono distinti in pascoli - dove c'è la necessità di incoraggiare il mantenimento delle attività tradizionali - e foreste con interventi diretti essenzialmente alla loro gestione. Sicuramente il settore turistico è una delle principali attività economiche della Valdigne, se non forse la prima, considerando anche l'economia indiretta di altri comparti che ne traggono in buona parte benefici (commercio, costruzioni, trasporti, artigianato, produzioni tipiche). Nell'offerta sportiva troviamo due importanti comprensori dedicati allo sci alpino, il collegamento di due versanti del Col Checruit e Val Veny raggiungibili da Courmayeur con funivie e quello internazionale, con un unico skipass (150 Km di piste) tra il Comune di La Thuile e la Rosière in Francia. Inoltre, a completamento dell'offerta degli sport invernali all'aperto, abbiamo la zona di Arpy e della Val Ferret specializzate nello sci nordico. Ultima innovazione nel nostro territorio è stata il recupero di un grande patrimonio naturale quale le acque termali di Pré-Saint-Didier che, oltre ad avere capacità benefiche e terapeutiche, ampliano l'offerta turistica e garantiscono un aumento di presenze nei periodi di bassa stagione.

Quali sono stati invece in questi anni i problemi di carattere ambientale che si sono presentati?
Possiamo dire che l'apertura dell'autostrada sino al traforo del Monte Bianco ha apportato un notevole miglioramento della qualità dell'aria nella Valdigne e soprattutto ha eliminato il traffico veicolare di fondovalle. La realizzazione di tale infrastruttura (quasi totalmente in galleria) ha permesso di rispettare l'ambiente circostante e ha limitato la realizzazione di opere di grande impatto ambientale. Un problema che ha interessato molte amministrazioni della Comunità Montana, che pare essere in via di risoluzione, è la realizzazione dell'impianto di depurazione a servizio dei cinque Comuni della Valdigne. La Regione, ai sensi della legge regionale n. 13/2008, ha compreso, ai fini del miglioramento della qualità ambientale, tale opera fra gli interventi aventi rilevanza strategica regionale. I costi relativi alla realizzazione dell'impianto ed al ripristino e completamento dei collettori di collegamento saranno a totale carico dell'Amministrazione regionale. Il depuratore sarà ubicato nel Comune di La Salle in località Le Champ, in sponda orografica sinistra della Dora Baltea. Detta infrastruttura sarà realizzata all'interno di due edifici e le uniche sezioni di trattamento esterne sono quelle della sedimentazione finale e della clorazione, sezioni che non comportano emissioni di odori in quanto rappresentano l'ultima fase del ciclo di trattamento.

Il territorio di montagna richiede una pianificazione territoriale con un'attenta gestione dei rischi naturali (valanghe, frane, inondazioni). Quali sono stati i principali interventi in questa direzione?
Sono anni ormai che in Valle d'Aosta i Comuni intervengono sul proprio territorio sia a livello urbanistico, dotandosi di apposite cartografie, sia a livello infrastrutturale realizzando opere di protezione. Anche i Comuni della Valdigne hanno adottato una politica di pianificazione e salvaguardia del territorio con un'attenta gestione dei rischi ambientali. Dopo l'alluvione del 2000 e l'evento valanghivo del Dailley sono state realizzate varie opere di difesa del comprensorio quali paravalanghe, gallerie, argini, consolidamenti di versanti. In questo ambito la Comunità montana ha realizzato e finanziato, nell'anno 2005, l'opera di difesa passiva a protezione della strada intercomunale delle Feysoulles rispetto ai fenomeni di caduta massi provenienti dal versante sovrastante. Tali fenomeni erano dovuti ad un incendio di vaste proporzioni che aveva distrutto nel 1997 la copertura boschiva sovrastante e impediva la circolazione veicolare.

Nel territorio sono presenti oasi di protezione, riserve naturali comprese nei Siti di Interesse Comunitario, Zone di Protezione Speciale: una vasta porzione di territorio è dunque protetta. Ritiene che il riconoscimento della valenza naturalistica del territorio rappresenti un atout importante?
Stiamo vivendo in un momento in cui la difesa dell'ambiente rappresenta una delle priorità della collettività. Vivere in un comprensorio in cui esistono oasi di protezione e riserve naturalistiche è sicuramente importante sia per gli abitanti sia per i turisti. Ritengo doveroso rafforzare la salvaguardia e diffondere la conoscenza del patrimonio ambientale di cui è ricco il nostro territorio. L'obiettivo della Comunità Montana è di aumentare le opportunità di fruizione di tale patrimonio al fine di portarlo ad un livello ottimale di conoscenza.

Da quanto tempo è Presidente della Comunità montana? Cosa vuol dire per lei ricoprire questa carica?
Sono Presidente della Comunità Montana Valdigne - Mont-Blanc da quattro anni. È una carica che mi ha dato molte soddisfazioni e mi ha dato l'opportunità di conoscere e affrontare molte tematiche. Inoltre ho imparato ad affrontare i problemi ad un livello sovracomunale.

Cosa vede nel futuro della Comunità montana in termini di sviluppo e di gestione del territorio?
Le prospettive e le soluzioni future sono rappresentate dalla capacità di lavorare insieme, amministrazioni e operatori della Valdigne, ed in particolare si dovrà attivare un sistema di trasporto interno che garantisca ai residenti ed ai turisti una mobilità efficiente limitando al massimo l'uso del mezzo proprio. Vogliamo affrontare concretamente questa criticità perché nei periodi di punta il traffico privato congestiona i nuclei abitati centrali e alcuni luoghi di particolare attrattiva, creando disagi e insoddisfazioni sia nei residenti che negli ospiti stanziali. Non vogliamo però la creazione di nuovi parcheggi o aree di sosta per non compromettere ulteriormente il consumo del suolo.
   
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