VALDIGNE - MONT-BLANC
Il patrimonio naturale della Comunità è per lo più sconosciuto al grande pubblico. Occorre concentrarsi sulla sua divulgazione, che deve essere indirizzata sia ai turisti sia ai residenti.
UNO SGUARDO "NATURALE" SULLA VALDIGNE
di Santa Tutino
La Comunità montana Valdigne - Mont-Blanc vanta un patrimonio naturalistico di grande pregio. In primo luogo la rete ecologica Natura 2000, con alcuni tra i siti più rappresentativi a livello regionale, ossia gli ambienti glaciali del Monte Bianco, la Zona di Protezione Speciale e i Talweg della Val Ferret: questi tre siti coprono una percentuale di territorio pari a circa il 17% dell'intera rete. L'area del Monte Bianco, con i suoi paesaggi mozzafiato, i suoi ghiacciai e le sue cime maestose, conserva habitat e specie vegetali e animali caratteristici e, in alcuni casi, molto rari, testimonianza dell'elevato livello di biodiversità presente. Gli Ambienti glaciali includono tutta la catena del Monte Bianco e i terreni erbosi del crinale del vallone di Chavanne (nel comune di La Thuile) e mettono in evidenza il contrasto tra i due versanti delle valli, tra le cime del Monte Bianco da una parte e i crinali più bassi, a minore pendenza, dove predominano le coperture erbose rispetto alle rocce, dall'altra. I numerosi approfondimenti scientifici fatti finora ne hanno confermato la ricchezza biologica, con stazioni floristiche rare, ben 68 specie di farfalle diurne, di cui 3 tutelate dalla Direttiva Habitat, 81 specie di uccelli, di cui 63 nidificanti, numerosi dei quali inseriti nella Direttiva Uccelli. La Val Ferret con i suoi boschi è habitat ideale per i picchi, per il Picchio nero che predilige l'abete rosso, per il
Picchio verde legato alle latifoglie, dove peraltro non è raro trovare anche il Picchio rosso maggiore. I lariceti ospitano consistenti popolamenti di Fagiano di monte e le praterie alpine pernici bianche e coturnici. Le piane di Plampincieux - Lavachey e Ferrachet - Arp Nouva sono il regno dei talweg, ambienti umidi, alimentati da sorgenti e corsi d'acqua laterali e legati a delicati equilibri idrologici che hanno permesso la creazione di un mosaico di habitat diversi e di associazioni vegetali. Sono state censite ben 330 specie vegetali diverse, tra le quali orchidee, piante carnivore, giunchi e carici. Si tratta in gran parte di specie poco appariscenti, adattate alle particolari condizioni ambientali, tipiche, insieme ai muschi e agli sfagni, degli ambienti umidi, autentici serbatoi di biodiversità non solo vegetale ma anche animale. Questi preziosi ambienti naturali sono anche scenari turistici internazionali e luoghi di vita e di lavoro e la presenza delle ricchezze naturali è anche espressione di come, fino ad oggi, tutte le componenti presenti hanno trovato una forma di coesistenza. La grande sfida del futuro, se di sfida si può parlare, è ora quella di favorire le attività economiche e sociali presenti salvaguardando al tempo stesso questo patrimonio naturale. È un patrimonio
spesso sconosciuto, ma proprio la divulgazione attenta, indirizzata ai turisti, ai residenti e agli operatori locali, è lo strumento più efficace di tutela ed è in grado di favorire anche una valorizzazione ecosostenibile di questo patrimonio. La Valdigne però non è solo Monte Bianco, infatti, a La Thuile, si trova un altro gioiello naturale, il Sito di Importanza Comunitaria "Ambienti d'alta quota delle combe Thuilette e Sozin", anch'esso compreso nella rete Natura 2000. Si tratta di due valloni localizzati lungo il versante sinistro della Dora del Rutor, con un'escursione altitudinale dai 1700 ai 2800 metri e un elevato grado di naturalità, dovuto principalmente alla non facile accessibilità e, quindi, alla scarsa presenza antropica. Lì i boschi di larice e pino cembro lasciano il posto, alle quote superiori, a numerose zone umide, laghetti, sorgenti e conche che ospitano carici, eriofori, giunchi, rane e tritoni e non è raro incontrare marmotte e
camosci. Lungo la strada statale, in direzione di Aosta, c'è poi la riserva naturale Marais di Morgex e La Salle oggetto, oggi, di un progetto di valorizzazione naturalistica che interessa anche il comprensorio circostante. Istituita nel 1992 per tutelare la piccola zona umida creata in seguito allo sbarramento idroelettrico di un tratto della Dora Baltea, è stata poi inserita nella rete Natura 2000, unitamente alla zona posta a monte della strada statale che presenta caratteristiche naturali di rilievo seppur di minor pregio rispetto alla riserva stessa. I numerosi fattori di disturbo, quali la vicina strada statale, la linea ferroviaria, lo stabilimento di inerti posto proprio a ridosso dell'area e la situazione di degrado dell'area circostante, hanno indotto l'Amministrazione regionale ad intervenire con un progetto complessivo di riqualificazione. Alcuni degli interventi previsti sono, oggi, in
avanzato stato di realizzazione, come la costruzione del centro di ricerca di cui si prevede l'allestimento interno entro il prossimo anno. In questi mesi si stanno completando gli interventi nella riserva naturale, volti a salvaguardare la biodiversità presente, ma anche potenziale, con particolare attenzione alla conservazione delle componenti naturali. Sono state realizzate barriere naturali lungo i confini, ampliate le zone a canneto per favorire la nidificazione degli uccelli, ripristinati i canali, predisposti sentieri ed una passerella all'interno dell'ontaneto (cuore naturalistico della riserva), allestiti alcuni capanni per l'osservazione e posizionati alcuni posatoi per gli uccelli. Sono state regolamentate le attività di manutenzione dell'invaso ed individuate le zone destinate alla pesca e alla pratica del rafting in sponda destra, dove è stata creata anche un'area di sosta e un apposito punto di attracco per i canoisti. La realizzazione del progetto è frutto di un processo di concertazione e condivisione avviato preliminarmente con i numerosi soggetti che operano nell'area, quali le strutture regionali, la CVA cui compete la gestione dell'invaso, i comuni, le associazioni sportive e altri ancora. La riqualificazione ha così permesso di migliorare lo stato naturale dell'area salvaguardando le diverse esigenze e potenziandone le valenze turistiche. Un ultimo sguardo al territorio della Comunità montana Valdigne Mont-Blanc permette ancora di individuare due dei quattro giardini botanici alpini regionali, Chanousia al Colle del
Piccolo San Bernardo e Saussurea al Pavillon du Mont Fréty. Il primo è l'espressione della passione che nel passato ha animato grandi naturalisti valdostani, come l'abate Chanoux che ne è stato il fondatore, il secondo, attivo dal 1987, rappresenta, in un certo senso, la continuazione di questa passione. Entrambi contribuiscono alla tutela della biodiversità con la coltivazione delle specie in via di estinzione ma anche ad accrescere e migliorare l'offerta turistica regionale e meritano sicuramente una visita.
45
EDITORIALE
NOTIZIE
INTRODUZIONE
I GHIACCIAI DELLA VALDIGNE
UNO SGUARDO "NATURALE" SULLA VALDIGNE
RISORSA MONTAGNA
LE TERME DI PRE' SAINT-DIDIER
RISORSA ACQUA
DOVE VA L'ACQUA DEL TRAFORO?
UN INNOVATIVO BACINO PER L'INNEVAMENTO
QUALITA' DELL'ARIA IN QUOTA
IL RADON IN VALDIGNE
LES TRANSPORTS AU PIED DU MONT-BLANC
UN PROGETTO PILOTA A LA SALLE
IL PATRIMONIO VITI-VINICOLO DELLA VALDIGNE
UNA DIAGNOSI TERRITORIALE DELLA VALDIGNE
IL TOUR DU MONT-BLANC
RECENSIONI
Pagina a cura dell'
Assessorato territorio, ambiente e opere pubbliche
© 2024
Regione Autonoma Valle d'Aosta
Condizioni di utilizzo
|
Crediti
|
Contatti
|
Segnala un errore