L'AMBIENTE COME RISORSA
È previsto uno studio esteso a tutto il territorio regionale al fine di individuare i siti minerari da valorizzare e quelli da mettere in sicurezza, ricordando che sul territorio valdostano esistono decine di miniere, che vanno da piccoli scavi a miniere con decine di chilometri di gallerie.
VALORIZZARE IL PATRIMONIO MINERARIO
di Giuseppe Bethaz
L'Amministrazione Regionale ha avviato negli ultimi anni varie iniziative finalizzate alla valorizzazione del patrimonio minerario valdostano. In modo particolare significative sono state la partecipazione al progetto INTERREG Spazio Alpino IRONROUTE e la legge regionale numero 12 del 18 aprile 2008 - Disposizioni per la valorizzazione dei siti minerari dismessi.
La prima iniziativa ha consentito di realizzare una serie di studi sul patrimonio minerario valdostano ed, in particolare, uno studio di fattibilità per un parco minerario. La legge regionale n. 12 del 18 aprile 2008 ha invece posto le basi concrete per la realizzazione del parco stesso introducendo una importante novità a livello normativo che consiste nel concetto di concessione o autorizzazione nell'ambito della normativa mineraria per interventi di valorizzazione o fruizione socio-culturale di un sito minerario. Questo principio dovrebbe consentire di normare con regole chiare questo tipo di attività finora svolto, in altre regioni italiane, senza una regolamentazione precisa.

Una galleria delle Miniere di Servette (Saint-Marcel).Ma perché valorizzare il patrimonio minerario?

L'attività mineraria era già praticata in Valle d'Aosta in epoca preromana ed è proseguita, con alterne vicende, fino alla seconda metà del secolo scorso, secolo in cui a causa della fame di metallo dello sviluppo industriale e delle due guerre mondiali, le miniere hanno rappresentato luoghi di duro lavoro, ma anche una importante fonte di reddito ed hanno dato origine alla più importante impresa industriale valdostana: la Cogne. L'attività nell'ultima miniera, quella di magnetite di Cogne, è cessata nel 1979.
Recuperare la memoria del passato minerario significa riappropriarsi di un patrimonio di storia, umanità e lavoro. L'abbandono significa veder scomparire lentamente non solo quelli che ormai sono monumenti di archeologia industriale, ma anche parte della storia e dell'identità della comunità.
Generalmente le miniere sono state chiuse ed abbandonate (con la sola eccezione di quella di Cogne) dopo lo smantellamento delle strutture esterne e l'asportazione di impianti e macchinari, tanto che in molti casi è necessario ricorrere a fotografie, archivi, testimonianze per ricostruire la presenza dell'attività estrattiva nella nostra valle: tra le giovani generazioni se ne è ormai quasi persa la memoria.
Per il recupero occorre procedere, come già fatto in altri siti italiani e stranieri, ad operazioni di archeologia industriale che consentano una valorizzazione sia dal punto di vista storico-industriale che scientifico. È necessario procedere ad un accurato censimento, a studi scientifici e storici (oltre che alla raccolta e riorganizzazione del materiale già esistente), alla raccolta delle testimonianze, al recupero degli oggetti ancora disponibili, ma soprattutto rendere fruibili ai visitatori alcune realtà minerarie, tra le meglio conservate ed interessanti, in una prospettiva di riscoperta, conservazione e valorizzazione.

Un pannello del percorso guidato alle Miniere di Cogne.Esistono ormai da alcuni decenni (30-50 anni), in varie parti del mondo, siti minerari che sono stati oggetto di riconversione a scopo storico-culturale e turistico. Questo tipo di iniziative, che ha avuto il suo avvio in Germania ed in Inghilterra, è ormai diffuso anche in Italia, dove varie miniere sono state così trasformate.

La Valle d'Aosta, pur essendo stata all'avanguardia nell'istituire il Museo Minerario Regionale (1992), non ha poi dato seguito a concrete operazioni di recupero e valorizzazione del patrimonio minerario (è nella sua fase finale di realizzazione la progettazione della sede espositiva del museo minerario a Cogne, ma senza interventi sul patrimonio minerario in senso stretto).

Il progetto di valorizzazione prevede ora interventi sui siti di Cogne, Brusson e Saint-Marcel. È previsto tuttavia uno studio esteso a tutto il territorio regionale al fine di individuare i siti minerari da valorizzare e quelli da mettere in sicurezza, ricordando, infatti, che sul territorio valdostano esistono decine di miniere, che vanno da piccoli scavi (riconoscibili e noti solo agli esperti) a miniere con decine di chilometri di gallerie; questi siti in stato di abbandono presentano spesso rischi per l'incolumità delle persone.

Un minatore al lavoro nelle Miniere di Cogne.Si intende quindi attuare la valorizzazione procedendo per fasi all'interno di un unico grande progetto. Nell'ambito del parco uno o più siti devono prevedere un percorso che comprende visita museale (con audiovisivi, centro di documentazione, ecc.) e visita in sotterraneo, con testimonianze e simulazioni di quella che era l'attività svolta. Naturalmente sarà da prevedersi anche la conservazione e valorizzazione di altri siti interessanti rendendone possibile la visita in esterno, sicuramente più semplice ed economica. Inoltre, come detto sopra, tutti i siti, anche quelli non ritenuti di interesse, dovranno essere messi in sicurezza.

Le fasi da svolgere per la realizzazione degli interventi sono:

- analisi della consistenza del patrimonio esistente (siti, documenti, manufatti, oggetti, cultura, memoria) e del contesto in cui è inserito;

- definizione delle linee di sviluppo della valorizzazione del patrimonio integrato alle altre realtà del contesto;

- definizione di norme e linee guida per progettazione e gestione degli interventi;

- realizzazione dei progetti di messa in sicurezza, conservazione, valorizzazione.

Valorizzare significa rendere questi siti visitabili con i possibili interventi di:

- sistemazione e messa in sicurezza delle vie di accesso, da dotarsi anche di specifica cartellonistica;

- mitigazione delle situazioni di pericolo all'interno dei siti;

- valorizzazione di risorse e documentazione per rendere le visite di maggior interesse:
. definizione di itinerari;
. informazioni scientifiche;
. notizie storiche;
. notizie tecniche e varie (sociali, economiche ecc.);

- realizzazione di strutture di supporto, centri informazioni, sale espositive, punti di ristoro ecc.;

- organizzazione di visite guidate;

- coordinamento delle diverse attività.

La valenza di queste operazioni di riconversione non va comunque ricercata in un diretto tornaconto economico ma, a fronte di costi che possono in alcuni casi essere rilevanti, ci sono una serie di aspetti positivi che vanno dalla conservazione di un prezioso patrimonio di archeologia industriale (nonchè della storia e della cultura locale) ad una serie di vantaggi che derivano dall'indotto (presenza di visitatori che oltre a recarsi nelle strutture contribuiscono alla economia del territorio con consumi nei bar e ristoranti, acquisti, pernottamenti eccetera).
Inoltre la realizzazione di questi interventi è complementare alle altre attrattive turistico-culturali già presenti sul territorio, andando a costituire un valore aggiunto che può spingere a scegliere la Valle d'Aosta come luogo di soggiorno. Un ulteriore aspetto da non trascurare è infine la creazione di posti di lavoro per le popolazioni locali.

Il Parco Minerario Regionale dovrà costituire una struttura flessibile e suscettibile di modifiche e ampliamenti nel tempo, realizzabile per lotti. Infatti oltre ai siti già attualmente inseriti, altri se ne potranno aggiungere in futuro.

Le sinergie dovranno rappresentare i punti di forza dell'operazione:

- sinergie esterne, presentando e pubblicizzando il Parco Minerario Valdostano nell'ambito del gruppo Ironroute, Via dei metalli, che rappresenta un insieme assai interessante coinvolgendo 3 regioni italiane (Valle d'Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia) oltre che realtà museali austriache e slovene e collegandosi con altre reti museali italiane e straniere;

- sinergie interne: le attività minerarie e industriali valdostane saranno rappresentate come un insieme per cui il visitatore di un sito verrà messo a conoscenza delle altre realtà e opportunità di visita. Questo modo di procedere rappresenterà inoltre un'economia di scala in quanto si potrà realizzare una sola struttura amministrativa, una sola struttura tecnica, corsi di formazione per le guide e programmi didattici comuni per le visite;

- sinergie con le altre realtà locali: la miniera potrà essere presentata come un elemento caratteristico del nostro territorio e quindi si potranno realizzare percorsi di visita che comprendano miniere, forni, mulini, castelli e caseforti, alpeggi, oltre agli elementi naturalistici (flora, fauna).

Venendo alle ipotesi realizzative attualmente in fase di sviluppo, e già inserite nel Piano Operativo Regionale allo scopo di ottenere finanziamenti dall'Unione Europea, va subito detto che la miniera di Cogne può diventare uno dei migliori casi, non solo in Italia ma anche in Europa, di miniera utilizzata a scopo turistico-culturale. Per questo sito, come del resto per l'intero Parco Minerario regionale, si ritiene possibile e necessaria una gradualità di interventi che vanno dall'intervento minimo di realizzazione del solo museo inteso come sale espositive, alla possibilità di visitare il sottosuolo, al recupero del villaggio minerario di Colonna che rappresenterebbe qualcosa di unico in Europa, ma per il quale andrebbe individuata una nuova, originale e non facile destinazione. Considerata la grande valenza del sito si dovranno comunque prevedere progetti ambiziosi, in grado di garantire ritorni importanti. Naturalmente i costi di realizzazione variano in modo considerevole nel passare da una soluzione all'altra, ma bisognerà puntare a rendere la miniera visitabile pur con importanti elementi negativi di costo (impianti di trasporto, recupero almeno parziale e messa in sicurezza del villaggio minerario di Colonna).

Le miniere di Saint-Marcel rappresentano un altro caso di struttura importante, situata in un contesto naturalistico assai interessante, con la presenza ancora di strutture di pertinenza e di residui di impianti, che nelle miniere valdostane sono quasi ovunque scomparse. Si ritiene che anche per questa struttura sia da attuare la possibilità di visite al sotterraneo puntando comunque sull'interesse scientifico del sito. Le miniere di Saint-Marcel sono state oggetto di specifici studi nell'ambito di un progetto Interreg cui hanno partecipato l'Amministra-zione comunale e il Museo Minerario regionale. Il progetto, attuato in collaborazione con il Syndicat Intercommunal pour le Développement des Hurtières di Saint-Georges d'Hurtières, in Savoia, dove si trovano antiche miniere e sono stati realizzati un museo e visite guidate, è denominato "Valorizzazione turistica di miniere abbandonate", (per maggiori informazioni si può consultare il sito www.comune.saintmarcel.ao.it dove è disponibile la presentazione degli studi realizzati nell'ambito del progetto).

Altro sito interessante anche perchè legato ad un materiale di grande fascino è quello delle miniere d'oro della valle d'Ayas. Queste, abbandonate da più tempo, hanno purtroppo ormai perso le parti impiantistiche, di trattamento e i fabbricati legati all'attività mineraria sono diroccati o sono stati trasformati. L'insieme delle gallerie esistenti è comunque assai esteso e interessante e la visita ad una miniera d'oro rappresenta comunque un motivo di indubbio fascino.
Si è quindi ritenuto, nello studio di fattibilità, di ipotizzare una struttura di Parco Minerario che abbia come nucleo centrale Cogne, con visite alla miniera e Museo Minerario, possibili visite in sotterraneo anche a Saint-Marcel e alle miniere d'oro della Val d'Ayas, e in futuro visite in sotterraneo e/o in esterno, meglio se guidate, agli altri siti di interesse. Questo tipo di offerta potrebbe quindi distribuirsi sul territorio valdostano, con aspetti tra loro complementari: si avrebbe infatti la possibilità di visita ad una miniera di ferro (Cogne), tra le più interessanti a livello europeo, visite in sotterraneo ad altre due miniere di altro genere, sia per tipologia che per materiale estratto (solfuri di ferro e rame a Saint-Marcel, oro in Val d'Ayas), possibilità di escursioni guidate a molti altri siti interessanti sia dal punto di vista minerario che ambientale.
Nell'insieme l'offerta valdostana potrebbe essere una delle più interessanti sul mercato non solo italiano.
Va ricordato infine che è in avanzata fase di progettazione la sede espositiva del museo minerario regionale, la cui apertura è prevista a Cogne presso il villaggio minerario.

Sempre a Cogne è stato realizzato, come progetto pilota nell'ambito dell'Iron Route, un percorso illustrato alle miniere di magnetite. Sono stati posati pannelli illustrativi, paline, targhe per illustrare i luoghi più significativi lungo alcuni dei percorsi che collegano il paese di Cogne alle miniere di ferro. È stato predisposto un pieghevole contenente ulteriori informazioni come utile guida a chi vorrà effettuare l'escursione. I testi sono in italiano, francese e inglese. I pieghevoli sono disponibili presso la Direzione ambiente e presso la Fondation Grand Paradis.

Le miniere di magnetite sono situate sul monte Creya, a sud ovest di Cogne. Il filone principale è quello che affiorava in località Liconi a circa 2500 m, al quale sono collegati il complesso di Colonna e quello di Costa del Pino a quote più basse; altra miniera, assai più piccola, si trova in località Larcinaz.
In attesa dell'auspicata possibilità di visita all'interno della miniera, accedendo alla stessa con impianti di trasporto analoghi a quelli utilizzati a suo tempo dai minatori, è possibile una visita esterna ai luoghi più significativi, raggiungendoli a piedi.

   
Pagina a cura dell'Assessorato territorio, ambiente e opere pubbliche © 2024 Regione Autonoma Valle d'Aosta
Condizioni di utilizzo | Crediti | Contatti | Segnala un errore