TERRITORIO IN OFFERTA
L’esaurimento delle aree edificabili determinato dalla speculazione edilizia, l’acquisizione della casa intesa come bene rifugio e la scarsa propensione alla locazione, connessa agli elevati canoni d’affitto, costituiscono i principali elementi che condizionano la politica abitativa.
LE POLITICHE PER LA CASA
di Francesco Caracciolo
Secondo il rapporto dell’ISTAT pubblicato il 4 ottobre scorso, in Italia le famiglie che vivono in situazioni di povertà relativa sono 2,6 milioni e rappresentano l’11,1% delle famiglie residenti. Le differenze territoriali sono notevoli. La percentuale delle famiglie povere è, infatti, al nord del 5,2%, al centro del 6,9% e al sud del 22,6%. La Valle d’Aosta e il Friuli –Venezia Giulia sono le uniche regioni del Nord a raggiungere un livello di povertà superiore all’8%.
L’esaurimento delle aree edificabili determinato dalla speculazione edilizia, l’acquisizione della casa intesa come bene rifugio e la scarsa propensione alla locazione, connessa agli elevati canoni d’affitto, costituiscono i principali elementi che condizionano la politica abitativa. Non solo nelle grandi città, ma anche ad Aosta l’edificazione incontrollata ha prodotto enormi guasti a livello sociale ed ambientale, per recuperare i quali sono necessari costosi e complessi interventi di risanamento (vedi ad esempio il programma sperimentale in corso di realizzazione nel Quartiere Cogne di Aosta.
I risultati del censimento 2001 confermano le tendenze già rilevate nello scorso decennio, cioè il raggiungimento di una quota di famiglie proprietarie dell’abitazione che è ormai possibile considerare una soglia limite, pari a circa l’80%; il restante 20% ricorre al mercato dell’affitto. In Valle d’Aosta il numero di abitazioni non occupate raggiunge quasi il 50% del patrimonio costruito – contro il 20% medio della situazione italiana. Questo dato farebbe pensare ad un’alta disponibilità di alloggi, mentre sappiamo bene quanto sia difficile in Valle d’Aosta trovare casa. In effetti la maggior parte delle case che risultano al censimento come non occupate non sono in realtà disponibili sul mercato: si tratta di seconde case che i proprietari riservano a loro uso o che vengono immesse solo sul mercato turistico. I canoni di locazione, data la concorrenza dell’offerta per il turismo, risultano in media molto elevati, raggiungendo spesso il 40-50% dello stipendio medio.
In questo contesto l’ARER della Valle d’Aosta, dietro incarico dell’Amministrazione Regionale e di alcuni Comuni, sta lavorando per costituire una Banca dati per l’”Osservatorio regionale sulla condizione abitativa”. Dall’esame dei primi dati rilevati a tale scopo sono emersi immediatamente alcuni elementi significativi:

• i nuclei familiari hanno difficoltà a sostenere il costo dei canoni di locazione praticati dal libero mercato;

• i più colpiti da questa situazione sono gli anziani e le donne sole o con figli a carico;

• circa 1000 famiglie (non solo nel capoluogo, ma anche negli altri Comuni della Valle) hanno richiesto nel 2006 il sostegno economico pubblico per l’affitto.

Occorre ricordare che la Regione ha ereditato dagli anni ’90 le competenze statali in materia di edilizia residenziale pubblica, senza tuttavia aver ottenuto il relativo trasferimento finanziario. Solo all’inizio del 2007, è stato istituito un tavolo di concertazione nazionale, da cui è scaturita la legge 8 febbraio 2007 n. 9, che riordina la materia e costituisce un quadro di riferimento all’interno del quale anche la nostra Regione può guardare. Tuttavia, dal 1998 ad oggi, la Valle d’Aosta non è rimasta inerte e nel frattempo si è attivata su vari fronti per governare una fase di transizione difficile e complessa attraverso:

1. l’individuazione di nuovi strumenti operativi e normativi, quali la legge regionale n. 30/99, con la quale è stata istituita l’ARER come nuovo strumento regionale in materia di edilizia residenziale; la modifica della legge regionale n. 40/95, per rilanciare i piani di vendita del patrimonio pubblico e reperire nuove risorse da investire nel settore; la legge regionale n. 5/03, per favorire la costruzione o recupero di alloggi a canone concordato; il disegno di legge n. 173 che disciplina tutta la materia dell’edilizia residenziale;

2. la localizzazione dei finanziamenti residui dello Stato, il coordinamento dei nuovi programmi sperimentali in materia di ERP e la messa in campo di risorse proprie;

3. la gestione del Fondo nazionale a sostegno della locazione, che ha contribuito notevolmente ad attenuare il disagio economico di tante famiglie.

Il disegno di legge n. 173, recentemente approvato, prevede in particolare una politica da attuarsi su due livelli:

• da un lato la programmazione, in collaborazione con i Comuni, di interventi strutturali prevalentemente di recupero del patrimonio abitativo in essere, al fine di razionalizzare l’uso delle strutture già esistenti, evitando nuove compromissioni di suolo;

• dall’altro lato la realizzazione di programmi di sostegno economico tesi ad evitare il dilagare delle nuove povertà.

Si riportano nelle pagine seguenti alcune schede degli interventi condotti dall’ARER in questi anni che, meglio di ogni altra spiegazione, possono illustrare i programmi che l’ente ha recentemente portato a compimento o che sono in fase di realizzazione a livello esecutivo o di progettazione.























   
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