RISPARMIO ENERGETICO
Le immagini termografiche ottenute dai rilevamenti effettuati testimoniano una progressiva attenzione al risparmio energetico attraverso il miglioramento dell’isolamento.
CAMPAGNA DI RILIEVI TERMOGRAFICI
di Fabrizia Joly
Nel mese di dicembre 2006, l’Area Energia dell’A.R.P.A. ha avviato una campagna gratuita di rilevamenti termografici sugli edifici. I rilievi sono stati effettuati su abitazioni con un massimo di 2 piani oltre il piano terra e di 6 appartamenti, su richiesta dei privati che hanno provveduto alla compilazione di un modulo appositamente predisposto dall’Agenzia, scaricabile dal sito internet o reperibile nelle sedi delle comunità montane e di alcuni comuni.
La campagna ha comportato l’effettuazione di circa cento rilevamenti distribuiti su tutto il territorio valdostano, come evidenziato nella figura 1.
Tale campagna è stata effettuata al fine di conoscere e caratterizzare lo stato del patrimonio immobiliare regionale dal punto di vista dell’isolamento termico. I dati sono stati valutati in relazione alla data di costruzione degli edifici e alle rispettive normative vigenti.
Un po’ di storia
Dal secondo dopoguerra fino agli anni ’70 non ci sono stati particolari problemi di approvvigionamento energetico ed il costo dei combustibili era più che sostenibile. A seguito della crisi energetica del 1973, che provocò un notevole aumento dei costi del petrolio e l’adozione delle prime misure di riduzione dei consumi, si diffuse la maggior consapevolezza dell’instabilità del sistema di approvvigionamento e l’interesse verso il risparmio energetico.
Per ridurre il fabbisogno di energia necessario per il riscaldamento degli edifici, in Italia, nel corso degli anni sono stati emanati diversi provvedimenti che hanno prescritto un sempre maggiore isolamento termico. Alla prima legge, pubblicata nel 1976, sono seguite la legge 9 gennaio 1991 n. 10, con il relativo decreto attuativo (DPR 26 Agosto 1993, n. 412) ed infine il Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192.
Rilevamenti su edifici costruiti prima del 1976
Gli edifici costruiti antecedentemente all’emanazione della prima legge che imponeva l’isolamento termico dell’involucro dei fabbricati presentano notevoli dispersioni di calore, soprattutto in corrispondenza dei ponti termici (pilastri, solette, balconi sporgenti in calcestruzzo, intersezioni tra le pareti perimetrali ed i tetti, ecc.). Rilevanti sono anche i flussi di calore uscenti attraverso i componenti finestrati, costituiti da vetri singoli, attraverso i cassonetti di contenimento delle tapparelle non coibentati e in corrispondenza degli elementi riscaldanti installati sotto le finestre in nicchie ricavate all’interno del muro che ne assottigliano lo spessore.
Rilevamenti su edifici costruiti prima del 1991
Gli edifici costruiti successivamente all’entrata in vigore della legge 30 Aprile 1976, n. 373 dovrebbero possedere migliori caratteristiche di isolamento termico; i rilevamenti termografici effettuati tuttavia non mostrano una significativa riduzione delle perdite di calore.
Il termogramma mostra distintamente la struttura del fabbricato, costituita da pilastri e solai interpiano in calcestruzzo armato.
Un esempio di costruzione tipica del patrimonio edilizio regionale è la casa in pietra. È una convinzione comune che la pietra sia un ottimo isolante, in quanto già le case realizzate dai nostri nonni avevano questa caratteristica.
In realtà la pietra è un materiale che non ha potere termoisolante, come si può ben notare dalle immagini. Possiede però un’altra caratteristica importante: l’alta inerzia termica, ossia la capacità di accumulare calore e rilasciarlo in modo lento, cosicché anche quando l’impianto di riscaldamento è spento (per esempio di notte) non vi è un brusco abbassamento delle temperature dei locali. Inoltre l’inerzia termica produce anche notevoli benefici durante la stagione estiva, in quanto contribuisce a mantenere più stabili le temperature anche quando all’esterno si verificano grandi escursioni termiche.
Rilevamenti su edifici costruiti prima del 2005
A seguito dell’entrata in vigore della legge 9 gennaio 1991, n. 10, sono stati imposti valori limite di fabbisogno energetico per la climatizzazione invernale in base alla zona climatica (definita in relazione ai gradi giorno della località).
Dai rilevamenti termografici effettuati su edifici costruiti seguendo tale normativa non si osservano rimarchevoli miglioramenti nelle costruzioni edilizie. Esistono ancora notevoli dispersioni di calore attraverso l’involucro riscaldato, dovute alla scarsità di isolamento termico, come rileva l’immagine del solaio non coibentato, oppure alla presenza di ponti termici ben visibili in corrispondenza dei pilastri e delle solette costruite a filo della muratura esterna di tamponamento e non coibentati.
Un’altra fuga di calore rilevante riscontrata in quasi tutte le abitazioni con il tetto in legno si presenta in corrispondenza delle travi di sostegno del tetto, specialmente sulla trave di colmo come evidenziato nell’immagine.
Rilevamenti su edifici costruiti dopo il 2005
Il Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192 ha introdotto valori limite di fabbisogno di energia per il riscaldamento degli edifici più restrittivi rispetto alla Legge 10/91.
I rilevamenti effettuati sugli edifici costruiti a seguito dell’entrata in vigore della norma mostrano un miglioramento dell’isolamento delle pareti; permangono tuttavia dispersioni termiche legate alle caratteristiche costruttive che non hanno permesso di evitare i ponti termici. Si notano ancora infatti il flusso di calore uscente nella zona di intersezione tra le pareti perimetrali ed il tetto e le dispersioni causate dall’inserimento del balcone in calcestruzzo non coibentato nella parete perimetrale e travi in calcestruzzo non coibentato.
Interventi di miglioramento dell’isolamento termico su edifici esistenti
Alcuni rilevamenti termografici sono stati effettuati su edifici oggetto di interventi di coibentazione successivi alla data di costruzione dell’edificio. Si tratta per lo più di insufflazione di materiale isolante in granuli (tipo vermiculite) all’interno della cassa vuota esistente nella muratura. In entrambi l’intervento ha interessato solo una porzione dell’edificio, per cui sono ben riscontrabili i risultati ottenuti. Ovviamente questa tipologia di intervento non ha permesso di evitare tutte le dispersioni termiche (infatti i pilastri e le solette costruiti a filo della muratura esterna non sono stati ricoperti) ma ha comunque ridotto la dispersione di calore.
Ridurre le perdite di calore per ridurre l’utilizzo di combustibile
Le immagini termografiche ottenute dai rilevamenti effettuati testimoniano una progressiva attenzione al risparmio energetico attraverso il miglioramento dell’isolamento. Gli edifici più recenti mostrano tutti la presenza di serramenti con vetrocamera, la cui adozione è certamente stata incentivata dalle normative regionali di sostegno economico, quali la l.r. 28 Marzo 1995, n. 9 sostituita dalla l.r. 3 Gennaio 2006, n. 3. Si rileva inoltre un progressivo miglioramento nell’isolamento termico delle pareti perimetrali. Nonostante il maggiore utilizzo di materiale coibente, i rilevamenti effettuati mettono purtroppo ancora in mostra notevoli dispersioni di calore causate principalmente dai ponti termici, che restano un punto debole perché trascurati in fase di progettazione e di realizzazione.
La riduzione delle dispersioni di calore attraverso un accurato isolamento termico dell’involucro rappresenta una delle fonti di energia più importanti, in quanto consente una sensibile riduzione dei consumi energetici e quindi il risparmio delle materie prime e la riduzione di emissioni di inquinanti atmosferici tra cui gas climalteranti. Per questo è necessario progettare e costruire le nuove abitazioni con caratteristiche tecniche che consentano di limitare tutte le dispersioni di calore.
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