TERRITORIO FRAGILE
L'alluvione ha creato problemi alla viabilità. Ecco una panoramica dei danni e dei relativi interventi di manutenzione sulle strade regionali.
ALLUVIONE E STRADE
di Sandro Glarey
In situazioni di grave emergenza, quale quella verificatasi con l'alluvione dello scorso ottobre, la viabilità diventa un fattore determinante, capace di condizionare le operazioni di soccorso e primo intervento oltre alla successiva fase di normalizzazione.
Trascorsi alcuni mesi dall'evento e dopo aver ristabilito la circolazione sulle principali vie di transito si può abbozzare una prima analisi relativa ai danni che si sono verificati con maggior frequenza sulle strade, in particolare quelle regionali, e sulle loro cause.
Durante le alluvioni, generalmente, i maggiori problemi sono legati al crollo dei ponti. In questa occasione, fortunatamente, i ponti sulle strade regionali non hanno presentato gravi lesioni benché abbiano, in alcuni casi, evidenziato carenze nelle sezioni idrauliche, che imporranno opportuni adeguamenti. Tale dato si può estendere anche alle strade statali, mentre di un certo rilievo è il numero di ponti danneggiati o distrutti sulle strade comunali.
Ben diversa è la situazione riguardante gli attraversamenti stradali in corrispondenza di rus o di piccoli impluvi in cui, per la maggior parte dell'anno, ruscella un timido e tranquillo rigagnolo. Sono numerosissimi gli attraversamenti che si sono completamente ostruiti e che si sono dimostrati insufficienti a smaltire il considerevole flusso d'acqua che si è, di conseguenza, riversato sulla sede stradale nel frattempo diventata un imprevisto canale artificiale. Quest'acqua, in alcune occasioni, è defluita poi in corrispondenza di edifici allagandone i livelli interrati, in cavità naturali o lungo scarpate, contribuendo ad innescare pericolosi fenomeni di instabilità. Sarà quindi necessario modificare numerosi di questi manufatti e rammentare tale dato nella predisposizione dei nuovi progetti da realizzare. Altrettanta importanza dovrà essere assegnata a tutte quelle opere (cunette, caditoie, canali di gronda e di raccolta), necessarie per il corretto convogliamento e smaltimento delle acque piovane intercettate dalla sede viaria.
Altre frequenti interruzioni nella circolazione sono state, in alcuni casi, determinate dalla prossimità tra la carreggiata e l'alveo dei torrenti in piena, che ha consentito alla violenza della corrente di asportare parte del corpo stradale. I casi più significativi si sono evidenziati sulla regionale n°36 di Saint-Barthélemy, con la distruzione completa di circa due chilometri di strada, e sulla n°44 della Valle del Lys, dove si è dovuto intervenire con la ricostruzione del rilevato stradale e dei muri di sottoscarpa con funzione d'argine in almeno 10 tratti.
Tuttavia, da una prima analisi dei dati, le più diffuse interruzioni possono senz'altro essere riferite ai numerosi fenomeni franosi o ai crolli più o meno localizzati.
Considerando i 156 punti nei quali, sulle strade regionali, è stato necessario intervenire nei giorni successivi all'alluvione con opere di ripristino, in 55 casi è risultato necessario provvedere allo sgombero di detriti conseguenti a franamenti e ruscellamenti superficiali e in molte occasioni ci si è inoltre trovati di fronte a crolli di muri di sostegno per tratti più o meno estesi.
Le numerosissime frane che hanno interessato la nostra regione costituiscono un problema ormai noto e la loro interazione con la sede viaria non è che una naturale conseguenza della topografia del nostro reticolo stradale, che per raggiungere i centri abitati si snoda sui pendii più o meno ripidi delle nostre valli o percorre il limite inferiore delle loro pendici.
La medesima causa che ha generato dissesti sui versanti è sicuramente alla base anche del cedimento di molti muri di sostegno del corpo stradale. L'accumulo di importanti volumi di acqua a tergo dei manufatti, infiltratasi a volte da crepe o sconnessioni nella pavimentazione stradale, ha ingenerato spinte eccezionali che hanno determinato il collasso delle fondazioni poggianti su terreni le cui caratteristiche strutturali erano nel contempo peggiorate per il forte imbibimento. Nella nostra regione tale fenomeno è amplificato dalla necessità di impostare il tracciato stradale generalmente a mezza costa, ossia in parte scavando il versante e in parte realizzando rilevati sostenuti da muri che talvolta, nel passato, sono stati fondati su depositi scarsamente consolidati.
Per evitare il ripetersi di crolli e cedimenti sarà necessario realizzare manufatti che prevedano validi sistemi di drenaggio e contemporaneamente garantire la massima efficienza alla sovrastruttura stradale, assegnando grande importanza ad una puntuale ed estesa manutenzione dei suoi più significativi elementi: pavimentazioni, cunette e banchine.
Una più approfondita analisi degli eventi legati a quest'ultima alluvione, tuttora in corso, potrà fornire nei prossimi mesi insegnamenti e utili elementi per la futura predisposizione dei progetti relativi alle opere stradali e per la loro corretta realizzazione.
Anche l'alluvione è un'esperienza da cui dobbiamo trarre un insegnamento per il futuro.In situazioni di grave emergenza, quale quella verificatasi con l'alluvione dello scorso ottobre, la viabilità diventa un fattore determinante, capace di condizionare le operazioni di soccorso e primo intervento oltre alla successiva fase di normalizzazione.
Trascorsi alcuni mesi dall'evento e dopo aver ristabilito la circolazione sulle principali vie di transito si può abbozzare una prima analisi relativa ai danni che si sono verificati con maggior frequenza sulle strade, in particolare quelle regionali, e sulle loro cause.
Durante le alluvioni, generalmente, i maggiori problemi sono legati al crollo dei ponti. In questa occasione, fortunatamente, i ponti sulle strade regionali non hanno presentato gravi lesioni benché abbiano, in alcuni casi, evidenziato carenze nelle sezioni idrauliche, che imporranno opportuni adeguamenti. Tale dato si può estendere anche alle strade statali, mentre di un certo rilievo è il numero di ponti danneggiati o distrutti sulle strade comunali.
Ben diversa è la situazione riguardante gli attraversamenti stradali in corrispondenza di rus o di piccoli impluvi in cui, per la maggior parte dell'anno, ruscella un timido e tranquillo rigagnolo. Sono numerosissimi gli attraversamenti che si sono completamente ostruiti e che si sono dimostrati insufficienti a smaltire il considerevole flusso d'acqua che si è, di conseguenza, riversato sulla sede stradale nel frattempo diventata un imprevisto canale artificiale. Quest'acqua, in alcune occasioni, è defluita poi in corrispondenza di edifici allagandone i livelli interrati, in cavità naturali o lungo scarpate, contribuendo ad innescare pericolosi fenomeni di instabilità. Sarà quindi necessario modificare numerosi di questi manufatti e rammentare tale dato nella predisposizione dei nuovi progetti da realizzare. Altrettanta importanza dovrà essere assegnata a tutte quelle opere (cunette, caditoie, canali di gronda e di raccolta), necessarie per il corretto convogliamento e smaltimento delle acque piovane intercettate dalla sede viaria.
Altre frequenti interruzioni nella circolazione sono state, in alcuni casi, determinate dalla prossimità tra la carreggiata e l'alveo dei torrenti in piena, che ha consentito alla violenza della corrente di asportare parte del corpo stradale. I casi più significativi si sono evidenziati sulla regionale n°36 di Saint-Barthélemy, con la distruzione completa di circa due chilometri di strada, e sulla n°44 della Valle del Lys, dove si è dovuto intervenire con la ricostruzione del rilevato stradale e dei muri di sottoscarpa con funzione d'argine in almeno 10 tratti.
Tuttavia, da una prima analisi dei dati, le più diffuse interruzioni possono senz'altro essere riferite ai numerosi fenomeni franosi o ai crolli più o meno localizzati.
Considerando i 156 punti nei quali, sulle strade regionali, è stato necessario intervenire nei giorni successivi all'alluvione con opere di ripristino, in 55 casi è risultato necessario provvedere allo sgombero di detriti conseguenti a franamenti e ruscellamenti superficiali e in molte occasioni ci si è inoltre trovati di fronte a crolli di muri di sostegno per tratti più o meno estesi.
Le numerosissime frane che hanno interessato la nostra regione costituiscono un problema ormai noto e la loro interazione con la sede viaria non è che una naturale conseguenza della topografia del nostro reticolo stradale, che per raggiungere i centri abitati si snoda sui pendii più o meno ripidi delle nostre valli o percorre il limite inferiore delle loro pendici.
La medesima causa che ha generato dissesti sui versanti è sicuramente alla base anche del cedimento di molti muri di sostegno del corpo stradale. L'accumulo di importanti volumi di acqua a tergo dei manufatti, infiltratasi a volte da crepe o sconnessioni nella pavimentazione stradale, ha ingenerato spinte eccezionali che hanno determinato il collasso delle fondazioni poggianti su terreni le cui caratteristiche strutturali erano nel contempo peggiorate per il forte imbibimento. Nella nostra regione tale fenomeno è amplificato dalla necessità di impostare il tracciato stradale generalmente a mezza costa, ossia in parte scavando il versante e in parte realizzando rilevati sostenuti da muri che talvolta, nel passato, sono stati fondati su depositi scarsamente consolidati.
Per evitare il ripetersi di crolli e cedimenti sarà necessario realizzare manufatti che prevedano validi sistemi di drenaggio e contemporaneamente garantire la massima efficienza alla sovrastruttura stradale, assegnando grande importanza ad una puntuale ed estesa manutenzione dei suoi più significativi elementi: pavimentazioni, cunette e banchine.
Una più approfondita analisi degli eventi legati a quest'ultima alluvione, tuttora in corso, potrà fornire nei prossimi mesi insegnamenti e utili elementi per la futura predisposizione dei progetti relativi alle opere stradali e per la loro corretta realizzazione.
Anche l'alluvione è un'esperienza da cui dobbiamo trarre un insegnamento per il futuro.
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PENSIERINI
DOPO L'ALLUVIONE
PROGETTARE L'ACQUA
ALLUVIONE E STRADE
MONITORAGGIO DELLE FRANE IN VALLE D'AOSTA
RIFLESSIONI DI UN GEOLOGO
LE ALLUVIONI NELLA STORIA
15 OCTOBRE 2000: JOURNAL D'UN MAIRE
SENTIMENTI DI APPARTENENZA TERRITORIALE
L'ARCHITECTURE ANCIENNE PARLE...
LES RUS, DU PASSE A L'AVENIR
CULTURA DI PIANO IN MONTAGNA
IL MONT CORQUET CON GLI SCI
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