La globalizzazione economica-politica che stiamo vivendo è diventata anche globalizzazione ambientale, ed il ruolo della progettazione deve essere quello di superare le contrapposizioni tra cementificazione da un lato e pura conservazione dall'altro, adottando le soluzioni che nuova economia e tecnologia ci mettono oggi a disposizione. Lo scopo è di dare nuova vitalità alle aree che finora abbiamo abbandonato all'incuria ed al degrado, avendo ben in chiaro il conto economico ambientale.
I principali obiettivi sono la non dipendenza energetica da combustioni fossili, il minimo impatto delle attività umane sull'ecosistema, l'assenza di fattori inquinanti dell'aria, dell'acqua, del suolo, le biocompatibilità dei materiali impiegati nelle costruzioni, la chiusura del ciclo risorse-rifiuti, l'integrazione armonica tra uso dello spazio e fruizione paesaggistica; tutti questi obbiettivi possono essere riassunti come "qualità ambientale", cioè il complesso di cose che determina il benessere e la salute dell'uomo e delle altre forme di vita. Tutti siamo consapevoli dello stretto legame tra le svariate attività dell'uomo nel costruire e le conseguenze che queste hanno sull'ambiente: un nuovo modo di pensare la progettazione deve partire dall'idea che la natura non è solo l'insieme degli elementi che la compongono, ma che "la natura" esiste nella sua globalità, così come l'individuo esiste come qualcosa di complesso e superiore e non solo come somma di occhi, mani, gambe ecc.
L'ambiente deve essere considerato come 'intorno", non come "esterno", e partecipa per sua natura al ciclo vitale dando contributi quali soleggiamento, vegetazione che l'uomo può integrare con il costruito (ad esempio con minicentrali idroelettriche, sistemi fotovoltaici, barriere protettive vegetali ecc.).
L'architettura bioclimatica considera l'edificio come un organismo vivo, che deve inserirsi naturalmente nello spazio e non sia una barriera sigillata tra l'esterno e l'interno, consentendo all'uomo di vivere in quell'equilibrio universale cui il suo organismo si è conformato nel corso dei millenni.
È facile trovare in Valle d'Aosta nei caratteri della società e dell'architettura tradizionale la manifestazione armoniosa dell'opera dell'uomo a saldatura tra il costruito e l'ambiente circostante, ed è ancora oggi verificabile esaminando la cura dei dettagli costruttivi, dei cromatismi, l'attenzione verso I fattori espositivi, così come nella forma spontanea di risparmio energetico e di impiego dei materiali naturali locali.
Progettare e costruire edifici utilizzando architettura bioclimatica e bioedilizia è una metodologia antica nelle sue origini, che deve essere riportata concettualmente nel futuro tramite l'uso di materiali ecologicamente migliorativi e tecnologie moderne. Per far questo, dobbiamo ripensare la pianificazione territoriale, la pratica costruttiva e la disciplina urbanistica in chiave ecologica per trovare analogie tra sistema di qualità e gestione ambientale.
In questa direzione, con l'apporto di tecnologie sofisticate, lo sviluppo del tema progettuale deve sempre avere come riferimento la tutela dell'ambiente naturale e l'attenzione alla salute dei possibili utenti attraverso lo svolgimento di indagini di compatibilità biologica dei siti (rumore, inquinamento aria, acqua, ecc.) sia in fase preliminare che di verifica, e la valutazione bioecologica dei prodotti edili e dei sistemi costruttivi impiegati. Gli interventi progettuali devono mirare non solo all'eliminazione delle cause di inquinamento ambientale (per altro non sempre di facile risoluzione), quanto all'individuazione di sistemi e strategie di protezione dai suddetti fattori, attraverso l'impiego di sistemi naturali (piantumazione, formazione di rilievi vegetali con materiali di risulta, bacini di fitodepurazione e altri interventi di ingegneria naturalistica) e di materiali biocompatibili con la messa in opera di tutti i provvedimenti capaci di impedire il ripetersi di fenomeni deterioranti l'ecosistema.
LA RISTRUTTURAZIONE DELLA "CASA DELL'INGLESE" NEL PARCO NATURALE DEL MONT AVIC
L'intervento, progettato ed appaltato dall'Ente Parco con finanziamenti regionali e statali, ha consentito il recupero statico e funzionale di un fabbricato di elevato interesse estetico e storico sito in uno dei punti più panoramici dell'area protetta. Oltre al completo riutilizzo dei materiali costruttivi originari (pietra e legno), sono state utilizzate tecniche di bioedilizia con posa o applicazione dei seguenti materiali: pannelli coibentanti in fibra di legno extraporosi per coperture e solai interni, impregnanti ecobiologici per infissi, perline e travature, pittura alle resine per tinteggiatura interna, calce eminentemente idraulica naturale per intonaci esterni ed interni.