Itinerario
Un vallone dove il patrimonio edilizio tradizionale, al contrario che in molti altri posti, è rimasto integro e ben conservato, complice forse anche la scarsa accessibilità.
IL VALLONE DI SAN GRATO
di Francesco Prinetti
Il celebre maestoso edificio a colone nel villaggio dietro la chiesetta di San Grato.Consigliamo un approccio progressivo all'ambiente fortemente caratterizzato della valle del Lys, prendendo il tempo, prima o dopo l'escursione, di gironzolare per i paesi che si incontrano sul percorso: Perloz con la chiesa monumentale, la casa Valleise ed il mulino, Lillianes e Fontainemore con i loro ponti ad arco, Issime con gli affreschi della sua parrocchiale. In particolare i villaggi che costituiscono il comune di Perloz sono significativi di una dimensione abitativa totalmente estranea ai nostri standard: potremmo definirli un prezioso giacimento di biodiversità rurale. Già dalla statale di fondovalle i suoi insediamenti, numerosi e articolati, appaiono miracolosamente appesi a vasti dirupi come monasteri tibetani. Viene automatico pensare che chi vive lassù abbia una visione del mondo ricca ed originale, in cui i problemi quotidiani sono diversi dal resto dell'umanità. Risaputa è d'altronde la storiella della retina appesa in mezzo alle zampe delle galline per impedire alle uova di rotolare in fondo alla valle. Dal nostro punto di vista, si impone una riflessione, che potrà servirci anche durante l'escursione, sull'importanza del basamento per gli edifici. La serie di rocce cristalline che costituisce l'ossatura di questo territorio (Zona Sesia-Lonzo Auct.) offre in genere un ottimo supporto e un eccellente materiale per la costruzione. È assai più facile costruire su un dirupo solido che su un dolce pendio di detriti mobili o di roccia fratturata. E le case durano più a lungo, anche se sono più sviluppate in altezza. In queste condizioni favorevoli, si forma anche un più elevato savoir-faire da parte delle popolazioni locali, dalla valle del Lys alla Valsesia. L'abilità architettonica sembra appunto più legata ai dati fisici del territorio che ad una specifica origine culturale: pur con stili diversi, le case walser sono altrettanto sontuose che le case sorte in isole francofone.

La cartina dell'itinerario.Accesso: da Pont-Saint-Martin imboccare la statale 505 per Gressoney fino a Issime, quindi a sinistra 3,5 km per le frazioni alte.
Quota partenza: 1300 m
Arrivo: Colle Dondeuil 2340 m
Dislivello: 1040 m
Percorso: andata-ritorno, facile, ben tracciato, segnalato
Periodo consigliato: secondo l'innevamento, dalla tarda primavera al tardo autunno.
La mulattiera, ampia e in parte lastricata, inizia con una rampa che risale il muro di sostegno a monte della strada. Dopo il primo boschetto ed il primo gruppo di case, una deviazione pianeggiante verso sinistra conduce fra i prati alla cappella di Santa Margherita (1482 m, 30 min.), oggetto nell'anno 1601 di un "processo al diavolo" regolarmente documentato nei registri dell'Archivio di Stato di Torino (cfr. Fabretti et al, 1970). Negli atti si parla di un terremoto, che un esorcista attribuì al diavolo, il quale agiva in punizione dei contadini che non avevano sufficientemente costellato il loro territorio di segni religiosi. Evidentemente i malcapitati non si erano ancora accorti del nuovo andazzo controriformista del potere. Oltre a pagare l'esorcista, i walser locali, per smentire ogni residuo rapporto con i cugini riformisti svizzeri, si affrettarono a costruire la cappella.
Il bel villaggio che si incontra prima di raggiungere San Grato.Tornati sul percorso principale, la mulattiera prosegue delimitata a tratti da pietre poste di taglio, o da modeste recinzioni in legno sostenute da lastre forate. Una brusca rottura di pendenza annuncia fra i prati pianeggianti la chiesetta di San Grato (1660 m, 1 h) che domina dall'alto il fondovalle. Ma prima di arrivarci con un traversone a mezza costa, il sentiero passa sotto un villaggio allineato sul declivio prativo, che può essere considerato il capolavoro del vallone: lunghe costruzioni a più piani con spettacolari ballatoi si alternano a magnifici ra-scards a grappolo. Nei pressi della chiesetta il villaggio è composto da costruzioni complesse, con soluzioni architettoniche non banali, tra cui alti pila stri a sezione circolare e quadrata. Gli alpeggi che seguono sul sentiero divenuto quasi pianeggiante offrono ancora linee armoniose e preziosi manufatti, tra cui forni funzionanti, bacini scolpiti in pietra, ripari originali attorno alle sorgenti, fino all'alpeggio di Muncs, dotato di una piccola cappella datata 1660 (2000 m, 2 h 30 min.). Sempre sul sentiero segnalato, ma con più marcata pendenza, zigzagando fra magri pascoli sassosi si giunge al Col Dondeuil che offre un piacevole panorama sulla bassa valle di Ayas (3 h 30 min.).

   
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