Credito
Nei primi sei mesi del 2021 si è ulteriormente rafforzata l’espansione del credito bancario al settore privato non finanziario della regione, favorita dalle misure straordinarie introdotte da Governo, autorità di vigilanza ed Eurosistema. L’accelerazione ha riflesso quella dei prestiti alle imprese, cresciuti a giugno del 5,2 per cento su base annua e, in minor misura, quella del credito alle famiglie (2,5 per cento a giugno). Nei mesi estivi, in base a dati provvisori, la dinamica si sarebbe indebolita (2,9 per cento ad agosto su base annua), per la decelerazione del credito al sistema produttivo.
Gli effetti della crisi sulla qualità del credito sono stati attenuati dagli interventi del Governo a supporto di famiglie e imprese e dalla flessibilità concessa dalle autorità prudenziali nella classificazione dei finanziamenti.
Nella media dei quattro trimestri terminanti a giugno del 2021 il flusso di nuovi crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti in bonis (tasso di deterioramento) è lievemente aumentato, pur rimanendo su livelli contenuti (0,7 per cento, dallo 0,5 di dicembre).
L’indicatore si è mantenuto sostanzialmente stabile per le imprese, incluse quelle di piccole dimensioni; tra i comparti di attività economica, al peggioramento registrato nel settore manifatturiero si è contrapposto un miglioramento lieve nei servizi e più sostenuto nelle costruzioni. Il tasso di deterioramento è invece aumentato per le famiglie, dallo 0,5 per cento di dicembre all’1,0 di giugno.
Sulla base delle informazioni contenute in AnaCredit e riferite alle imprese costituite in forma societaria, il rischio di credito associato dalle banche ai prestiti in bonis in base alla classificazione prevista dal principio contabile IFRS 9, dopo la significativa crescita nel corso dell’anno precedente, è marginalmente diminuito tra dicembre 2020 e giugno 2021.
L’incidenza dello stock di prestiti deteriorati (al lordo delle rettifiche di valore) sul totale dei finanziamenti è passata dal 3,3 per cento di dicembre al 3,1 di giugno. Al calo delle consistenze dei crediti deteriorati hanno contribuito le dismissioni di prestiti in sofferenza, che hanno beneficiato dell’incentivo fiscale introdotto dal DL 18/2020 (decreto “cura Italia”), a fronte di un flusso in ingresso contenuto.
Nei primi sei mesi del 2021 la crescita dei depositi bancari delle famiglie e delle imprese si è indebolita, al 5,6 per cento sui dodici mesi, dal 10,5 del dicembre scorso. Il rallentamento è stato più marcato per le imprese, che nel 2020 avevano accresciuto in misura significativa la liquidità depositata presso le banche. Ad agosto, in base a dati ancora provvisori, la dinamica dei depositi totali di imprese e famiglie si sarebbe rafforzata (al 6,1 per cento).
Secondo le indicazioni fornite dalla rilevazione della Banca d’Italia presso i principali intermediari che operano in Valle d’Aosta (Regional Bank Lending Survey, RBLS), nel primo semestre la dinamica dei depositi delle famiglie ha riflesso l’indebolimento della domanda, in un contesto di ripresa della spesa per consumi; le condizioni di tasso praticate dalle banche sono rimaste sostanzialmente invariate. È proseguita la forte contrazione delle richieste di obbligazioni bancarie.
Il valore complessivo, valutato ai prezzi di mercato, dei titoli a custodia detenuti dalle famiglie presso le banche è cresciuto a giugno del 10,4 per cento (0,6 a dicembre scorso). L’aumento del valore delle azioni e del risparmio gestito, trainato dal rialzo delle quotazioni, ha più che compensato la flessione di quello delle obbligazioni e dei titoli di stato.