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Indagine "Pascoli d´oro"
martedė 9 giugno 2020
Dopo piu’ di un anno di indagini si è conclusa nello scorso fine settimana, con l’esecuzione da parte di personale del Corpo Forestale della Valle d’Aosta e della Polizia Provinciale di Verbania di un’ordinanza di custodia cautelare di obbligo di dimora e di divieto di esercizio di impresa nel settore agricolo per mesi sei a carico di Capelloni Ettore, residente a Brescia, l’indagine denominata “ Pascoli d’oro”. La misura è stata emessa dal gip del Tribunale di Aosta Giuseppe Colazingari su richiesta del pm Luca Ceccanti che ha coordinato le indagini.
L’indagine nasce nel 2018 quando una veterinaria dell’A.U.S.L. V.d.A. presenta denuncia per abbandono e maltrattamento di animali nelle zone del Gran San Bernardo; da qui le indagini della locale Stazione forestale di Etroubles che riconducono a Cappelloni Ettore di Brescia l’allevatore conduttore degli animali. Ulteriori accertamenti fanno emergere poi che quest´ultimo risulta aggiudicatario, dal 2013 al 2019, attraverso società agricole a lui riconducibili, delle aste bandite dal Comune di Etroubles per la gestione di diversi alpeggi di proprietà comunale per un totale di 500 ha. di superficie utilizzabile a pascolo.
Grazie al contributo di alcuni allevatori della zona, che hanno fornito anche testimonianze fotografiche, ai sopralluoghi effettuati dai forestali anche con l’utilizzo del drone si é accertato che in taluni anni certi alpeggi non erano neppure stati frequentati e che i restanti erano stati utilizzati solo parzialmente talvolta anche in superfici riconducibili ad altre ditte con assoluto malgoverno dei greggi
Con il proseguio delle indagini il personale del Corpo forestale della Valle d´Aosta appurava che in taluni alpeggi non erano neppure giunti dei greggi di ovicaprini, ma solamente degli asini come nel caso dell’alpe “Crepon nel comune di Etroubles.
Con questo modo di operare l´allevatore bresciano è riuscito a percepire ingenti somme di denaro, quantificate in 174.310 euro, accedendo in modo indebito a contributi comunitari che hanno come loro principale presupposto la presenza di un determinato numero di capi per ogni ettaro di pascolo.
I contributi previsti dalla Politica Agricola Comunitaria, erogati nello specifico dalla regione Lombardia, sono finalizzati a preservare le aree destinate al pascolo; l’allevatore per ottenerli è chiamato a garantire la corretta gestione agronomica dei terreni, il livello di sostanza organica al suolo, il mantenimento minimo dell’ecosistema, la salvaguardia della salute e del benessere animale evitando il deterioramento dell’habitat, attività queste che, in concomitanza con l’assenza di pascolo, come evidenziato dalle indagini sono risultate disattese con il conseguente percepimento indebito delle somme a lui erogate.
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