JOAN MIRO’
Tête et oiseau
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JOAN MIRO’
Avui
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SALVADOR DALI’
Naissance d’une déesse
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RAMON CASAS
Bambini di contadini
(1889)
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ISIDRE NONELL
Lassitudine
1910
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ANTONI TÀPIES
Cartone con la T
1968
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ANTONI TÀPIES
Catalunya
1922
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La rassegna, organizzata in cooperazione con il Consorzio Catalano di Promozione Estera della Cultura e curata dal direttore del Dipartimento di arti plastiche della Catalogna Josep Miguel Garcia, presenta oltre centotrenta opere realizzate dai trentaquattro artisti di origine catalana che sono stati protagonisti dell'arte mondiale nell'ultimo secolo.
La mostra costituisce, inoltre, la più importante esposizione sulla cultura catalana organizzata fino ad oggi al di fuori dalla Spagna e ripercorrerà le quattro tappe fondamentali che hanno caratterizzato, in maniera specifica ed esclusiva, l'arte in Catalogna dalla fine dell'Ottocento ai giorni nostri: il Modernismo, il Noucentismo, le Avanguardie e la metà del XX secolo.
Il Modernismo, che caratterizzò i primi anni del Novecento, è rappresentato da Antoni Gaudí, Ramon Casas, Hermen Anglada Camarasa, Santiago Rusiñol, Francesc Gimeno, Isidre Nonell e Joaquim Mir. Questo movimento artistico non si limitò ad uno sguardo estetico proprio degli architetti e dei pittori, ma costituì un importante percorso di sviluppo culturale, considerata la volontà del popolo catalano di organizzare una propria cultura in una Europa ed in una Spagna di fine secolo alla ricerca di proprie identità.
Se il Modernismo divenne un progetto di espressione culturale e nazionale per i catalani, il Noucentismo costituì la sua sintesi concreta, per il fatto stesso di designare una simbiosi politica partendo da un'ideologia culturale. Tra il 1906 e l'inizio della dittatura del generale Primo de Ribera, imposta nel 1923 con un regime militare che abrogò tutte le conquiste catalane di autonomia e di autogoverno, il Noucentismo si affermò con forza come movimento singolare, difficilmente comparabile con altre contemporanee espressioni artistiche europee, e si caratterizzò attraverso l'opera di Joaquim Sunyer, Joaquim Torres García, Josep Clarà e Apel.les Fenosa.
Negli anni Trenta, la Catalogna costituì il fertile terreno culturale per la formazione di forme artistiche di avanguardia. Joan Mirò e Salvador Dalí rappresentarono l'espressione massima delle avanguardie catalane, presentate in questa esposizione anche da pittori e da scultori come Josep Llorens Artigas, Pablo Gargallo, Juli González, Manolo Hugué, Leandre Cristòfol e Joan Junyer. Dal Surrealismo all'arte astratta, le avanguardie furono l'esempio del senso della ricerca e dell'autonomia delle arti in Catalogna, caratterizzate da un linguaggio che traeva spunto dalle radici mediterranee del popolo catalano.
La fine della Seconda Guerra Mondiale segnò una rottura storica con le avanguardie, come pure l'esilio dalla Spagna di numerosi intellettuali ed artisti e la nascita di un movimento culturale di resistenza contro la dittatura di Francisco Franco. Se Antoni Clavé ne fu il pioniere, Antoni Tàpies è ancora oggi l'emblema dell'informalismo catalano e, al suo fianco, troviamo una generazione di artisti degli anni Cinquanta che hanno, di fatto, dato vita ad una seconda avanguardia, come Joan Brossa, Joan Ponç, Joan Josep Tharrats, Modest Cuixart, Moisès Villèlia, Josep Guinovart, Albert Ràfols Casamada, Joan Hernández Pijuan e Josep Maria Subirachs.
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