Scheda Esposizione

 Scheda dell'esposizione  Catalogo  Sede espositiva

Joseph Mallord William Turner
Le Mont Blanc et la Vallée d'Aoste

Museo Archeologico Regionale - Aosta
8 Luglio 2000 - 8 Ottobre 2000
MOSTRA CHIUSA

"Lac Leman, 1836"

" Castle of Chillon and Lac Leman, from Villeneuve, 1836"

"Valley of Chamonix, 1809"

"From Sarre looking towards Aymavilles, Val d’Aosta, 1836"

"Mont Blanc from Fort Roch in the Val d’Aosta, c. 1808"

"From above Pré-Saint-Didier, looking down the Val d’Aosta, 1836"

"Couvent du Bonhomme, Chamonix, 1836"

 
E' l'estate del 1802 quando il ventisettenne Joseph Mallord William Turner, giovane artista di talento già considerato il miglior paesaggista inglese, lascia per la prima volta la Gran Bretagna per raggiungere le Alpi. Solo alcuni mesi sono trascorsi dalla pace di Amiens e la lunga guerra con la Francia, iniziata nel 1793 è, per il momento, conclusa. Nei mesi estivi del 1801 Turner ha scoperto i paesaggi montuosi della Scozia e del Galles che lo hanno affascinato, tanto da stimolare in lui un grande interesse per la montagna e per le Alpi che non conosce. Perciò, non appena giunge la notizia dell'auspicata conclusione delle ostilità, l'artista decide in brevissimo tempo il viaggio attraverso la Francia, alla volta di Parigi prima e di Lione poi.
Sicuramente Turner non avrebbe mai immaginato con quale successo sarebbe riuscito a tradurre sulle tele dei suoi capolavori, negli splendidi acquerelli e nei rapidi schizzi le emozioni provate di fronte allo spettacolo che giorno dopo giorno le Alpi offrirono a lui ed ai suoi accompagnatori. Nessun pittore prima di Turner, e nessuno dopo di lui, è infatti riuscito a rendere in maniera così autentica la grandezza delle montagne, la loro bellezza, anche brutale, ma pure la loro solitudine. Per il giovane artista inglese le Alpi rappresentarono quindi una vera e propria lezione, che ne influenzò per sempre la tecnica e l’approccio con il quale egli costruì la sua fortuna di paesaggista dal talento eccezionale.
Le montagne delle Alpi, ed in particolare della Valle d’Aosta, a cominciare dal Monte Bianco, rimasero un ricordo così forte per Joseph Turner che, nell’estate del 1836, volle tornare nei luoghi che tanto lo avevano impressionato. Allora aveva sessantuno anni ed era all'apice della sua creazione: pittore dal successo enorme, le cui opere venivano contese sul mercato, decise di partire con l’obiettivo di meglio esplorare, rispetto a quanto fece nel 1802, l'area del Monte Bianco e la Valle d'Aosta.
Proprio questo viaggio, anche se non mancano alcuni significativi lavori realizzati dopo il 1802, è il tema della mostra "Turner, le Mont-Blanc et la Vallée d'Aoste". Un'iniziativa culturale di notevole spessore che permette di stabilire in modo più approfondito il particolare rapporto dell'artista con le Alpi, costituendo un vero e proprio evento, se si pensa come siano rare le mostre su Turner fuori dalla Gran Bretagna e, addirittura eccezionali, quelle innovatrici.
Ora, quale risultato di un progetto di ricerca condotto da uno studioso di livello internazionale come David Hill, docente di storia dell'arte all'Università dello Yorkshire, la Valle d'Aosta presenta per la prima volta la storia completa del viaggio del 1836 di Turner nelle Alpi.
Il pittore arrivò da Ginevra e da Losanna, proseguendo poi nella valle dell'Arve e visitando Bonneville, Sallanches e Chamonix. Attraversò, quindi, il colle di Bonhomme e si fermò a Courmayeur ed a Pré-Saint-Didier, prima di scendere ad Aosta. La città gli servì da base per esplorare la regione, da cui dopo alcuni giorni si trasferì ad Ivrea e a Torino, decidendo successivamente di ritornare a casa passando per il Moncenisio e Chambéry.
L'impressione che gli storici dell'arte hanno tratto da questo viaggio è che Turner lo avrebbe effettuato esclusivamente per soddisfare il proprio piacere e per l'interesse di rivedere dei luoghi a cui era rimasto particolarmente legato, con il rimpianto di non aver potuto nel 1802 andare oltre Aosta, scendendo verso il Piemonte. Egli riempì i suoi taccuini con centinaia di schizzi e dipinse molti acquerelli, caratterizzando le sue opere da un livello eccezionale di libertà e di spontaneità, nonostante in quegli anni fosse al massimo della creazione poetica.
La mostra riunisce un'ottantina di opere, comprendendo alcune delle più significative del viaggio del 1802 e molti acquerelli che non sono mai stati esposti ed il cui soggetto, fino ad oggi, era sconosciuto.
E' questa la prima volta che viene approfondito il tema legato al Monte Bianco ed alla Valle d’Aosta, regione alpina per eccellenza, come è la prima volta che vengono presentati i lavori di Turner del "tour" del 1836, tanto che è molto probabile che questa esposizione rimarrà l'unica occasione per poter ammirare riunito un così importante gruppo di opere.
Il nucleo principale proviene dalla Tate Gallery di Londra e da altre importanti istituzioni - come il Metropolitan Museum di New York, il Museum of Fine Arts di Boston, il Taft Museum di Cincinnati, la University of Michigan, il British Museum di Londra, la Whitworth Art Gallery di Manchester, i National Museums di Cardiff e di Liverpool, i Museums di Birmingham, il Courtauld Institute of Art di Londra, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, a cui si aggiunge una ventina di opere appartenenti a collezionisti privati. La mostra ricrea il viaggio di Turner, esibendo gli schizzi e gli acquerelli, accanto alle attuali fotografie dei siti, scattate dai punti esatti di osservazione utilizzati dall'artista nel 1802 e nel 1836.
L'esposizione rivela il processo creativo di Turner nei suoi momenti più segreti e fa comprendere come questo grande pittore non solo realizzò alcuni dei più bei dipinti riguardanti il grandioso scenario alpino, ma anche come alcuni di questi siano gli unici ad aver rappresentato la forza di colui che è ritenuto uno dei maggiori paesaggisti nella storia dell'arte di tutti i tempi.



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