GIOVINETTA (Margherita o La sorella)
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MARINETTI - LUSSURIA - VELOCITA'
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Ritratto di Margherita Sarfatti
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Chiavari
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Tema mitologico (Venere e Satiro)
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Autoritratto con brocca blu
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Nel clima di rivalutazione storico-critica dell’arte del Novecento, manifestatosi negli ultimi anni, la retrospettiva di Achille Funi (Ferrara 1890-Appiano Gentile, Como 1972) si pone come tematica di approfondimento dell’estetica futurista e del ritorno all’ordine visitata dalla mano e dall’opera di un artista fortemente legato alla visione classica.
Dopo l’uscita del catalogo ragionato dei dipinti e dei cartoni di Funi, edito nel 1996, e delle mostre pubbliche dell’ultimo decennio, la retrospettiva di Aosta si propone di approfondire i cicli artistici del maestro ferrarese che furono concomitanti ai salienti movimenti italiani ed europei.
Accanto alle opere storiche, già presentate in precedenti rassegne, figurano alcuni inediti reperiti nel corso dell’archiviazione seguita all’uscita del catalogo ragionato.
La mostra è suddivisa in sezioni corrispondenti ai movimenti artistici di cui Funi fu protagonista nonché firmatario dei relativi manifesti: dagli inizi futuristi cioè, individuati cronologicamente con opere datate 1911, attraverso le testimonianze di appartenenza a Nuove Tendenze, fino alle opere di guerra del 1915: in questa sezione rientrano i dipinti di collezioni private ed un gruppo di acquerelli su carta delle Civiche Raccolte del Castello Sforzesco di Milano.
La sezione successiva è dedicata alla tematica svolta tra il 1917 ed i primissimi anni Venti, che vede Funi impegnato nella progressione dal futurismo, attraverso Cézanne e il cubismo plastico fino alle soglie del Realismo magico: alcune opere storiche come Genealogia, 1918 di collezione privata e Ritratto di Margherita Sarfatti con la figlia Fiammetta 1919 ca., appartenuto alla stessa Sarfatti.
Segue la parte di Realismo Magico e Nuova Oggettività, comprensivo dei capolavori funiani, quali Una persona e due età, 1924, Autoritratto con brocca blu, 1920, La sorella, 1920 ed altri di collezioni private, accanto a Ritratto della sorella 1921 della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, Ritratto di bambina, 1920 del Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano, ed altri.
La sezione più ricca riguarda la stagione di Novecento di cui Funi fu con Mario Sironi il massimo esponente, con opere a partire dal 1924 fino al 1929: pezzi storici quali, L’Apocalisse di San Giovanni, 1927, Pescivendola, 1927, Bagnante, 1928, di raccolte private e Trieste 1930 dei Civici Musei di Milano.
La penultima sezione raggruppa una decina di oli e tempere sotto la voce "Ritorno alla natura: classicità e senso", cronologicamente situate tra il 1929 e il chiudersi di Novecento (1942): tra queste, Il Colosseo 1930 di proprietà della Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, 1931, Trieste, 1930 del CIMAC di Milano, Il Foro romano, 1930 della Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara.
La mostra si conclude con un saggio dell’attività di freschista di Achille Funi, con la presentazione del ciclo completo dei 12 Mesi dell’anno, cartoni preparatori eseguiti per gli affreschi al Palazzo Comunale, Sala della Consulta, di Ferrara; dodici cartoni di provenienza privata, oggi completato grazie al rinvenimento dei pezzi mancanti.
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