Far Away So Close
Tour Fromage - Aosta 24 Gennaio 2003 - 16 Marzo 2003 MOSTRA CHIUSA
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Far away so close è la seconda esposizione delle cinque previste dalla rassegna Da cima a fondo.
La mostra, a cura di Barbara Casavecchia, si articola intorno al tema della montagna come luogo fuori dal mondo, spazio più interiore che fisico, di ascolto ed esplorazione, amplificato dalle sensazioni indotte dall’incontro ravvicinato con la natura. Davanti alla montagna Sainte-Victoire, Paul Cézanne confessava: "Mi reco davanti al motivo, mi ci perdo". Il titolo della mostra (tratto da un film di Wim Wenders del 1993, presentato nelle sale italiane come Così lontano così vicino) allude proprio allo spaesamento, alla costante messa a fuoco emotiva di dettagli e atmosfere, all’alterazione di scale e prospettive che c’impone la montagna, dove nulla sembra conservare le sue proporzioni “naturali”.
Il percorso si snoda tra i morbidi funghi giganti di Cosima von Bonin, un enorme seme di tarassaco di Carsten Höller, le psichedeliche doppie esposizioni floreali di Fischli & Weiss, i video ironici e stralunati di Ross Sinclair e Peter Land.
La mostra è arricchita da una grande videoinstallazione di Rob Johannesma, realizzata appositamente per lo spazio della Tour Fromage, che mira a scardinare i congegni dello sguardo. Armin Linke inoltre, presenterà una sequenza di immagini inedite, frutto di un progetto sulle Alpi che coinvolge le otto nazioni della regione. La sera dell’inaugurazione sarà inoltre accompagnata da una performance di Stefania Galegati, che ha lavorato sui miti e le leggende alpine, evocando la figura dell’Uomo Selvatico.
La mostra si avvale della sponsorizzazione tecnica della EPSON che ha gentilmente messo a disposizione un proiettore per la videoinstallazione di Rob Johannesma.
La rassegna Da cima a fondo, ideata e coordinata da Antonella Crippa, si interroga sulla percezione delle montagne ai giorni nostri, con un'attenzione particolare alla relazione, non sempre immediata, tra individui e ambiente naturale. La montagna, da sempre, ha catalizzato l'immaginario di intere generazioni e si è depositata nelle opere degli artisti, riflettendone il desiderio di misticismo, le speranze, le ossessioni, il senso di disagio. Gli artisti contemporanei presentano la montagna come metafora di fuga dalla città o forza della natura incontaminata, per stilizzare il cliché delle vacanze di massa o di un territorio da difendere, minacciato dall’inquinamento e dalla speculazione.
Ogni mostra prevede la presenza di otto/dieci autori le cui opere s'interrogano su un aspetto particolare, precisato da ciascun curatore. La ricerca non si limita all'Italia ma si estende oltre i confini nazionali. Le cinque esposizioni possono essere lette come progetti autonomi e, allo stesso tempo, come unica riflessione su questo il tema unificatore, i cui aspetti interagiscono, a volte rafforzandosi a volte collidendo l’un contro l’altro. Ciascuna mostra è corredata da un catalogo. Al termine del progetto, inoltre, verrà pubblicato un volume che conterrà, oltre alle immagini delle opere presentate ed ai saggi, le fotografie e la documentazione dei progetti realizzati appositamente per questo ciclo di mostre.
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