LE DUE SORELLE O LIBRO APERTO E LIBRO CHIUSO
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PARALLELI
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SCODELLE
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DONNE CHINE SULLE CARTE DA GIOCO
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La mostra, a cura di Giorgina Bertolino, Alberto Fiz e Francesco Poli, comprende 80 opere tra dipinti, disegni e arredi provenienti da importanti istituzioni pubbliche e private italiane e straniere e consente di analizzare l'intero percorso stilistico di Casorati (Novara 1883-Torino 1963) in base ad un approccio critico orientato a mettere in evidenza la strategia compositiva del proprio progetto artistico con particolare attenzione agli insiemi, alle nature morte e alle scene di gruppo.
Vengono, poi, presentati, per la prima volta, i mobili realizzati da Casorati nel 1925 insieme all’architetto Alberto Sartoris per la casa del celebre industriale e collezionista torinese Riccardo Gualino che evidenzia l’immagine inedita di Casorati designer.
Per quanto concerne i dipinti, Francesco Poli sottolinea in catalogo come “gli oggetti abbiano, senza dubbio, un ruolo fondamentale nel sistema compositivo dell’artista in stretta correlazione con le figure con cui interagiscono a livello formale, immersi nella rarefatta e immobile atmosfera della rappresentazione pittorica che ha luogo nello spazio più mentale che fisico dello studio”.
La mostra prende le mosse da Le vecchie comari del 1908 proveniente dalla Galleria d’Arte Moderna di Verona, un’opera dai chiari risvolti simbolisti, per giungere sino a Donna che si specchia nell’acqua dipinta da Casorati nel 1963, pochi mesi prima della sua scomparsa.
Agli anni Dieci risale un capolavoro come L’Attesa del 1918-19 da cui emerge il significato profondo della metafisica esistenziale propria dell’artista, caratterizzata da un’atmosfera sospesa tra naturale e innaturale: l’interesse descrittivo del dipinto è tutto negli oggetti resi con semplicità assoluta, mentre la donna, pur essendo estranea a quanto la circonda, è il centro vitale del quadro.
“Vorrei saper proclamare la dolcezza di fissare sulla tela le anime estatiche e ferme, le cose immobili e mute, gli sguardi lunghi, i pensieri profondi e limpidi, la vita di gioia e non di vertigine, la vita di dolore e non di affanno”, scriveva Casorati nel lontano 1911.
Ma sono molte le testimonianze fondamentali all’interno della poetica casoratiana proposte in queste circostanza. Lo testimonia Maschere del 1921 proveniente dalla Pinacoteca Civica di Alessandria, da cui emerge il desiderio di proiettarsi verso un mondo altro dove la rappresentazione si confonde con l’immagine reale creando un’atmosfera ambigua e straniante. Ma anche Paralleli II, del 1949 che appartiene alla collezione della Regione Autonoma Valle d’Aosta ed era stato presentato nello stesso anno al secondo Premio di pittura e scultura di Saint-Vincent.
Tra le novità dell’esposizione, va segnalato I Gemelli del 1940 esposto alla Biennale di Venezia nel 1964 e da allora mai più presentato in una mostra pubblica. O La Carità di San Martino del 1939 proveniente dalla Kunsthaus di Zurigo che non compare in una mostra italiana dal 1940 quando fu presentata alla Biennale di Venezia.
Un altro aspetto che caratterizza la mostra aostana è costituito dalla presentazione, per la prima volta, di un gruppo di mobili progettati, insieme a Alberto Sartoris nel 1925 per una delle camere da letto del Castello di Cereseto, di proprietà del collezionista Riccardo Gualino. I sei mobili tra cui un armadio un guardaroba, una poltrona e un grande letto, evidenziano il gusto dell’artista per le forme rigorose dove l’aspetto austero si coniuga con eleganti valenze decorative. Il motivo dominante è una curvilinea forma a conchiglia di gusto déco. “Bisogna fare una camera da letto un po’ estrosa; non so…fa una conchiglia…Ecco perché ho fatto quel letto che assomiglia a una conchiglia”, ha scritto Sartoris facendo riferimento al suo ricordo di Casorati.
Il maestro piemontese realizzò progetti d’architettura e di design d’arredo nel periodo che va dal 1923 al 1927. Per Gualino, Casorati, con l’aiuto di Sartoris progettò e realizzò il teatro privato di casa, compresi gli arredi. L’altra realizzazione importante, progettata sempre con Sartoris, è la Macelleria presentata alla II Biennale di Monza del 1927.
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