Dentro Il Cuore... L'Innocenza Amedeo Chapellu, Aldo Patrocle, Pietro Perret
Chiesa di San Lorenzo - Aosta 8 Aprile 2004 - 11 Luglio 2004 MOSTRA CHIUSA
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L'esposizione "Dentro il cuore…l'innocenza", presenta, per la prima volta, tre scultori valdostani: Giuseppe Amedeo Chapellu, che purtroppo ci ha lasciati, Aldo Patrocle e Pietro Perret; uniti fra loro da un comune "sentire" l'intima poesia della loro terra. Un sentire profondo. Autentico. Che si manifesta nelle forme elementari, ispirate a una serenità semplice e rassicurante, dove ognuno può trovare tracce della propria infanzia. La carica poetica, la bellezza, il fascino delle loro opere nascono da un'attività artistica istintiva e libera da condizionamenti sia formali sia pratici. Le loro sculture così sinteticamente e intensamente espressive, rappresentano un immaginario poetico e fantastico che testimonia un mondo ormai trascorso e irripetibile. Un mondo lontanissimo da noi, ma che ci appartiene in quanto esperienza comune del lungo percorso della nostra storia. Ed è per questo che le loro opere, apparentemente ingenue, ci toccano nell'intimo. Sono una traccia fragile e preziosa, del nostro essere stati bambini. Pablo Picasso diceva che non c'era niente di più difficile che disegnare come disegnano i bambini. Perché nessuno come loro, o come i pazzi e i popoli primitivi, sanno vedere. Non è un caso che la passione verso l'arte tribale da parte di numerosi artisti sia accompagnata da un'identica passione verso il disegno infantile. In quelle linee semplici, in quelle forme immediate, si nasconde una verità antica che ci riporta all'origine del linguaggio.
I volti sempre uguali dei santi di Chapellu e Perret, l'esecuzione solida ed essenziale degli animali di Patrocle, la ripetitività dei soggetti, rivelano non l'imitazione, bensì l'idea originaria che si ripete ogni volta a sè fedele: proprio come le immagini dei bambini e dei popoli primitivi che non derivano da una precisa osservazione del mondo reale, ma ne rappresentano l'immagine più sintetica. E non è questa la ricerca sostenuta dall'arte moderna?
Chapellu, Patrocle e Perret hanno saputo conservare quella freschezza istintiva che l'arte ha riscoperto dopo l'ambita conquista dell'illusione. Se l'arte è tornata coscientemente sui propri passi che portano al punto d'origine della maniera dell'uomo di raffigurare se stesso, i nostri scultori da quel punto non si sono mai allontanati.
Amedeo Chapellu scolpiva soprattutto santi. Tutti uguali. Le variazioni consistevano nel delicato disegno dei panneggi e nei pochi elementi che caratterizzavano l'icona tipica del martire. La forza espressiva di queste piccole figure imperturbabili consiste proprio nella reiterazione quasi ossessiva del modello. Nei bassorilievi la ripetizione di uno stesso soggetto diventa quasi una scrittura, una nota, un simbolo, tanto è rigorosa la composizione. Ne nasce un ritmo elementare, quasi una cantilena di forme essenziali, sinceramente naïve. Scriveva di lui Franco Balan, parole che condivido: "Nella serenità di Amedeo Chapellu, in quella atmosfera attonita e sospesa che avvolge
e circonda le sue sculture, si annida un languore di mistero, una commozione che turba. I suoi lavori vanno dunque visti, nelle loro sequenze di dissimulata ingenuità e apparente felicità, come attendibili proposte di onesto divertimento, tanto per l'artista, quanto per l'osservatore.".
Aldo Patrocle scolpisce soprattutto animali. Quelli familiari del mondo contadino. Ma anche quelli esotici che interpreta secondo la sua immaginazione. Improbabili giraffe, canguri deformi, orsi nani, fanno così capolino tra i gatti dalle espressioni furbesche, i tenerissimi cagnolini, i maiali dalle lunghe orecchie, le grasse galline. La sua è un'arca di creature irreali eppure così naturali. Sono oggetti irresistibili, scolpiti con la freschezza di chi riesce a guardare con spontaneità il proprio mondo, ma anche con l'arguzia di chi il proprio mondo conosce molto bene. Patrocle scolpisce a tuttotondo, le misure delle sue figure sono varie; si va dal gattino minuscolo, al cagnone di grandezza naturale, dipende dal pezzo di legno e dall'idea del momento. Qualche volta compaiono dei personaggi: pastori che abbracciano la loro mucca, maschere del carnevale, giocatori di bocce.
L'armonia delle forme nasce senza presunzione perché Aldo Patrocle si fa guidare dal suo istinto di uomo intimamente legato al suo territorio. I suoi animali, pur solo abbozzati, sanno essere sincere interpretazioni di un vissuto condiviso con la natura.
Pietro Perret scolpisce santi. Piccole sculture rotonde e curate. Ordinate e immobili. Di una semplicità non gratuita, ma vera. Come tutta la sua vita. La struttura, semplificata a blocco, non presenta degli spazi vuoti, solo le linee interessate alla decorazione superficiale. Le vesti sono, infatti, incise da sottili segni irregolari che disegnano con grazia la figura. Le teste a uovo che, secondo l'esigenza descrittiva, si arricchiscono di corone, di aureole, di improbabili capigliature, gli occhi a forma di chicco di caffè, le labbra appena segnate da un taglio netto, le barbe arrotondate, le vesti raccolte in panneggi composti, sono gli elementi che si ripetono sempre.
E, anche in questo caso, la reiterazione rafforza il modello e lo trasforma in un'icona essenziale.
I santi di Pietro Perret sono piccole forme compresse, scolpite con un segno piatto, candido, schematico, capaci di evocare, con la loro implicita onestà, un'innocenza del vivere che ci è ormai da tempo sconosciuta.
SCHEDA BIOGRAFICA
Amedeo Chapellu, chiamato affettuosamente dagli amici Médé, nacque a Verrayes il 16 agosto1908. Morì ad Aosta, dove visse, nel 1999 all'età di novantuno anni. Iniziò a scolpire per puro piacere che era già anziano, ma questo non gli impedì di produrre una discreta quantità di opere, perché Médé conservò il piacere della scultura fino all'ultimo dei suoi giorni.
I suoi soggetti preferiti furono soprattutto i santi e i presepi, che realizzò preferibilmente a tuttotondo, ma rivolse il suo interesse anche verso temi più pagani, quali la vita quotidiana dei contadini, le feste, il carnevale, i paesaggi, che scolpì in bassorilievi di lieve spessore. Il materiale usato è il legno di noce, ma troviamo anche la betulla e il ciliegio, sempre nostrani.
Dal 1966 partecipò alla Fiera di Sant'Orso e nel 1989 vinse il primo premio ex aequo. Alla Mostra Concorso Estate del 1987, vinse il primo premio ex aequo e nel 1988, il secondo premio ex aequo.
Nel 1993 espose per la prima volta le sue sculture in una personale allestita nell'Hôtel des Etats di Aosta. Le sue opere sono state pubblicate su giornali locali e su riviste specializzate nazionali.
Aldo Patrocle è nato ad Allein, dove vive tuttora, il 19 ottobre del 1914. Nel suo paese svolge l'attività di agricoltore e allevatore e, come tradizione vuole, durante la lunga pausa invernale si dedica alla scultura. I suoi soggetti preferiti sono gli animali e i giocattoli. Il legno usato è preferibilmente il noce nostrano. Partecipa alla Fiera di Sant'Orso dal 1976. Negli anni 1984, 1985 e 1989, vince il primo premio. Nel 1986, il secondo. Sempre nel 1986 vince il 1° premio della Mostra Concorso Estate. Partecipa anche alla Fiera di Sant'Orso di Donnas dove, nel 1985, vince il premio speciale. Sempre a Donnas vince, nel 1988, il 7° premio; nel 1989, il 3° premio ex aequo e, nel 1990, l'8° premio. Sue opere sono state pubblicate su: La Fiera di Sant'Orso (Priuli & Verluca, editori), nel 1988 e su giornali locali. Questa è la prima esposizione a lui dedicata.
Pietro Perret è nato a Boult, Haute-Saône in Francia, il 16 dicembre 1919. Risiede a Saint-Vincent in frazione Biéton. Scolpire gli è sempre piaciuto, ma ha iniziato la sua attività solo dopo la pensione. I suoi soggetti preferiti sono i santi. Il materiale usato è il legno di noce, di pero, di ciliegio. Partecipa alla Fiera di Sant'Orso e di Donnas dal 1980, alla Mostra Concorso Estate e alle altre Fiere del legno della Valle, dal 1985. In questo anno vince l'8° premio e nell'anno successivo il 9°, alla Fiera di Challand-Saint-Anselme. Ultimamente si presenta solo alla grande Fiera di Sant'Orso di Aosta dove nel 1984, vince il 1° premio. Sue opere sono state pubblicate su giornali locali e riviste specializzate nazionali. Questa è la prima esposizione a lui dedicata.
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