Cristalli E Minerali In Valle D'Aosta
Museo Archeologico Regionale - Aosta 11 Giugno 2004 - 24 Ottobre 2004 MOSTRA CHIUSA
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La mostra, organizzata in collaborazione con il Gruppo mineralogico valdostano "Les Amis di Berrio", presenta, su una superficie di oltre cinquecento metri quadrati, più di trecento campioni di minerali e cristalli rinvenuti sul territorio valdostano, suddivisi per provenienza geografica. I visitatori possono ammirare gli splendidi cristalli di quarzo ialino e fumé del Monte Bianco, le vesuviane ed i granati rinvenuti presso Châtillon ed i minerali delle antiche miniere, tra i quali i campioni di oro nativo di Brusson e di violano di Saint-Marcel, unica località di ritrovamento al mondo.
Nella prima sala sono esposti alcuni esemplari provenienti dalla zona del Mont Avic e del Barbeston: i bellissimi cristalli di granato, epidoto, diopside, clorite e vesuvianite, questi ultimi tra i più apprezzati dai collezionisti di tutto il mondo. Nella sala successiva si trovano i campioni della zona Mont Emilius-Gran Paradiso provenienti dalla miniera di Praborna, che rappresenta la "località tipo", dove sono stati raccolti e descritti per la prima volta l'alurgite, la greenovite, la piemontite, la rodonite, la romeite ed il rarissimo violano di Saint-Marcel. Sono inoltre esposti alcuni campioni delle miniere di ferro di Cogne. Le altre cinque sale sono dedicate ai minerali del Monte Bianco, suddivise per bacino. Nei graniti e negli gneiss di tale massiccio sono stati rinvenuti splendidi cristalli di quarzo, anche di notevoli dimensioni, nelle sue varietà ialino e fumé, oltre a numerosi altri minerali, anche rari, quali kainosite, scheelite, fluorite, adularia, anatasio, bissolite e zeolite. Sono, inoltre, presentati alcuni campioni della miniera del "Trou des Romains" nella Val Sapin, quali lo ialofane e il realgar, oltre che alcuni esemplari di galena e blenda della miniera della Tête Carrée, sita a 3300 metri nel bacino del Miage. Nelle ultime due sale trovano posto dei minerali delle zone del Gran San Bernardo e del Monte Rosa, come l'albite, lo zircone dell'alta Valpelline, l'oro nativo delle miniere di Brusson, i granati e le vesuviane del Pian di Verra, l’aragonite e la dolomite di Émarèse.
"Dai tempi più remoti – sottolinea l'Assessore Teresa Charles – le nostre vallate, modellate dall'antichissima evoluzione geologica che formò le Alpi, sono state oggetto di ricerche, spesso fruttuose, che hanno influito anche sullo sviluppo dell'industria siderurgica e metallurgica della Valle d'Aosta. Le bacheche riservate ai tesori del Monte Bianco e degli altri massicci montuosi valdostani mostreranno come i fianchi scoscesi delle nostre montagne non siano che l'espressione gigantesca di sfaccettature più discrete, quelle dei mirabili cristalli nascosti nel profondo delle rocce."
Ufficio stampa:
Andrea Andruet, tel. +39.0165.273246,
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