Mont Rose
MONITORAGGIO DELL’ARIA A DONNAS
di MARCO PIGNET* E CLAUDIA TARRICONE*
Veduta della stazione di monitoraggio della qualità dell’aria di Donnas in località MonteyLa stazione di rilevamento della qualità dell’aria di Donnas è situata in loc. Montey, in una zona agricola di fondovalle all’ingresso della valle centrale, sulla destra orografi ca. Dista poche centinaia di metri in linea d’aria sia dalla frazione Clapey che dall’autostrada A5 mentre, leggermente più lontano, sorge l’abitato di Donnas. La stazione, in funzione dal 1994, è parte della Rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria. Danneggiata pesantemente dall’alluvione del 2000, è stata ristrutturata per rientrare in funzione l’anno seguente.
Per tipologia risulta, quindi, una stazione di misurazione di fondo, posta in un luogo dove l’inquinamento rilevato non risente dell’infl uenza specifi ca di una sorgente emissiva (traffi co, industria, riscaldamento…) ma del contributo complessivo delle varie fonti emissive presenti nella zona. La sua posizione all’inizio della Valle d’Aosta è indicata per rilevare anche il contributo di sostanze inquinanti provenienti da aree esterne alla regione.
Nel sito vengono condotte diverse misure riconducibili al monitoraggio della qualità dell’aria, in particolare:
• misura in continuo di inquinanti gassosi quali l’ozono e gli ossidi di azoto;
• monitoraggio in continuo delle polveri sottili PM10;
• misura di diversi grandezze meteorologiche quali la velocità e la direzione del vento, l’umidità e la temperatura, le precipitazioni, la radiazione solare totale e quella netta;
• misura delle deposizioni atmosferiche totali.

Misura in continuo degli ossidi di azoto

Andamento medio annuo delle concentrazioni di ossidi di azoto (NOx) e biossido di azoto (NO2)Gli ossidi di azoto, emessi da tutte le reazioni di combustione (principalmente da fonti quali gli autoveicoli, gli impianti industriali e il riscaldamento domestico), vengono misurati sia ai fi ni della protezione della salute umana che per la protezione della vegetazione. Si stima, infatti, che gli ossidi di azoto contribuiscano per il 30% alla formazione delle piogge acide (il restante è imputabile al biossido di zolfo e ad altri inquinanti). Fa parte della famiglia degli ossidi di azoto il biossido di azoto, gas tossico dall’odore forte e pungente e con grande potere irritante, e pertanto dannoso per la salute umana (vie respiratorie).
Per gli ossidi di azoto (NOx) la normativa stabilisce un valore limite al fi ne della protezione della vegetazione pari, come media annua, a 30 µg/m3. Come si può notare dal grafi co (linea rossa), tale valore è stato superato dal 2006 al 2009 mentre risulta al di sotto del limite negli ultimi due anni.
Per il biossido di azoto (NO2) il valore limite è relativo alla protezione della salute umana ed è uguale, sempre come media annua, a 40 µg/m3. In questo caso il grafi co evidenzia (linea marrone) come tale limite non sia mai stato superato nel periodo preso in esame.

Misura in continuo dell’ozono

Confronto tra periodo invernale ed estivo: si notano le maggiori concentrazioni estiveL’ozono misurato presso la stazione di Donnas è il cosiddetto “ozono cattivo”, presente nelle fasce basse della troposfera. A differenza di quello “buono” che nella stratosfera costituisce una fascia protettiva nei confronti delle radiazioni ultraviolette generate dal sole, l’ozono presente a livello del suolo, in quanto tossico ed ossidante, risulta dannoso sia per la salute umana che per la vegetazione. Viene defi nito un inquinante secondario in quanto non è immesso direttamente nell’atmosfera da una specifi ca sorgente (es. autovetture o riscaldamento), ma è prodotto a partire da altri inquinanti tramite reazioni chimiche innescate dalla radiazione solare. Le concentrazioni di ozono sono elevate e superiori al valore obiettivo nel periodo estivo (elevate radiazioni solari) e contenute nel periodo invernale. L’ozono generato in zone urbanizzate può essere trasportato in zone rurali e di montagna dove si può accumulare. Il sito di Donnas-Montey rientra almeno in parte in questa tipologia di zone. Le elevate concentrazioni rilevate nel corso dell’estate sono imputabili anche al contributo di ozono prodotto nella piana fortemente urbanizzata del Piemonte e trasportate dalle brezze pomeridiane verso l’imbocco della Valle d’Aosta.

Misura delle polveri sottili PM10

PM10: andamento concentrazioni medie giornaliere nel 2011Dall’inizio del 2011 è stato installato nella stazione di Donnas un misuratore in continuo di polveri sottili (PM10). Tali polveri sono sostanze allo stato solido o liquido che, a causa delle loro piccole dimensioni (diametro inferiore a 10 µicron – pari alla sezione di un capello umano, da cui il “10” insieme alle iniziali di materiale particellare – “PM”), restano sospese in atmosfera per tempi più o meno lunghi. Le polveri PM10 primarie sono quelle che vengono emesse come tali da sorgenti naturali (erosione, vulcani) o antropiche (riscaldamento, autovetture), mentre le secondarie si originano da una serie di reazioni chimiche e fi siche in atmosfera. Sono dannose per la salute umana in quanto, se respirate, penetrano in profondità nell’apparato respiratorio, introducendo nell’organismo umano le sostanze di cui sono formate (es. metalli).
I dati del primo anno di misure, che sono in fase di analisi, mostrano picchi elevati di polveri nel primo trimestre dell’anno. Questo fenomeno può essere dovuto alle emissioni dei sistemi di riscaldamento locale e ai fuochi liberi dei residui agricoli per la “pulizia” dei campi (pratica vietata in molte regioni alpine in quanto contribuisce all’innalzamento delle concentrazioni di polveri nell’aria). Si sta analizzando, inoltre, il potenziale contributo di altre sorgenti quali le risalite di inquinanti dalla piana piemontese.

Monitoraggio delle deposizioni atmosferiche

Due deposimetri collocati all’esterno della stazione di DonnasIl monitoraggio delle deposizioni atmosferiche nel sito di Donnas è inserito in una rete più ampia che comprendeva la Plaine e l’area urbana di Aosta, ed altri due siti rurali, La Thuile e Saint-Denis al fi ne di integrare il monitoraggio della qualità dell’aria, a partire dal 2007.
Attualmente i siti monitorati sono collocati nell’area urbana di Aosta ed in due fondi rurali a Donnas e a La Thuile.
Tale attività prevede la raccolta, in appositi contenitori, detti deposimetri, delle sostanze inquinanti che si trasferiscono naturalmente per ricaduta gravitativa e/o per trasporto dall’atmosfera al suolo, alle acque, alla vegetazione e a qualsiasi altro tipo di superfi cie. Le sostanze inquinanti “secche” (particelle in aria) o “umide” (particelle contenute dalla pioggia o neve) si depositano nei contenitori predisposti per la loro raccolta. Sul materiale così prelevato, vengono ricercati sia microinquinanti organici, quali idrocarburi policiclici aromatici, diossine, furani e policlorobifenili, che metalli pesanti come arsenico, cadmio, mercurio e nichel. In questo tipo di monitoraggio gli inquinanti vengono determinati mediante analisi in laboratorio, quindi in maniera differita nel tempo e integrata su periodi tipicamente dell’ordine di un mese, tramite metodiche elaborate dall’Istituto Superiore di Sanità.
In questi anni di monitoraggio si è potuto constatare che i microinquinanti organici (diossine, furani, policlorobifenili) sono risultati essere sempre in quantità troppo piccole per essere rilevati. Si è quindi scelto di proseguire il monitoraggio di questi inquinanti su matrici di accumulo a lungo termine, come i terreni, o sul particolato atmosferico opportunamente fi ltrato su grandi quantità d’aria.
Per quanto riguarda i metalli e gli idrocarburi policiclici aromatici nella stazione di Donnas le deposizioni rilevate risultano in linea con quelle rilevate in altri siti rurali collocati in prossimità di centri abitati del fondo valle, e sensibilmente inferiori ai valori rilevati nell’area urbana di Aosta.

Per maggiori dettagli sul monitoraggio e sui valori riscontrati si rimanda alle relazioni dello stato dell’ambiente pubblicate dall’Arpa, consultabili sul sito internet dell’Agenzia (www. arpa.vda.it).

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- Marco Pignet, collaboratore tecnico professionale;
- Claudia Tarricone, collaboratore tecnico professionale esperto.
   
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