Il percorso storico monumentale che collega il borgo medioevale di Perloz a Tour d’Héréraz attraverso il ponte di Moretta era, secondo lo studioso Pierre-Louis Vescoz, parte di un percorso antichissimo che già in epoca pre-romana collegava il Piemonte alla Valle d’Aosta.
Nel 1882 egli affermò di averne trovato le tracce nei pressi del Santuario di Notre Dame de la Garde: « ..nous arrivons au hameau de la Garde…à la distance de deux cents pas…nous marchons déjà sur les premiers vestiges, bien conservé, de cette route…Il est donc hors de doute qu’au travers de la côte de Donnas, il y a des vestiges d’une route très ancienne et assez importante, qui faisait communiquer la vallée principale de la Doire avec la vallée secondaire dite de l’Hellex et avec le Canavais….Cette route ….sera-t-elle réellement l’oeuvre des Salasses ? .. »
Non sappiamo quanto antico sia questo tracciato, ma sicuramente è stato utilizzato per secoli anche in alternativa alla strada di fondovalle. I nobili Vallaise controllavano questo percorso che dal Canavese e dal Biellese raggiungeva la Valle del Lys per poi proseguire verso Arnad, sia lungo la via indicata dal Vescoz, sia attraverso il Col Fenêtre. Per diversi secoli, inoltre, gli abitanti della Vallaise lo percorsero per recarsi al borgo di Perloz, allora centro amministrativo e religioso della vallata.
Quando questo borgo perse la sua centralità, il percorso venne utilizzato soprattutto dai pellegrini che si recavano al Santuario di Notre Dame de la Garde. Nel corso dei secoli, infatti, questo luogo di culto aveva raggiunto una tale importanza da dover essere ingrandito nel XVIII secolo, assumendo le dimensioni attuali, e nelle immediate vicinanze dovette anche essere costruita una casa del pellegrino per accogliere i numerosi fedeli, provenienti dal Canavese e dalle vallate vicine, che vi si recavano in processione.
Nell’intento di valorizzare questo tratto di sentiero, che tocca i luoghi che hanno segnato la Storia dei nobili Vallaise, l’Amministrazione Comunale di Perloz ha realizzato degli interventi di sistemazione e di manutenzione del percorso e delle opere di restauro al ponte di Moretta che sono stati fi nanziati con la L.R. del 1° ottobre 2002 n° 18 inerente gli “incentivi regionali per la valorizzazione degli itinerari storici, dei siti celebri e dei luoghi della storia e della letteratura”.
La posa di staccionate nei punti più esposti, la pulizia e il decespugliamento del sentiero, il posizionamento di pannelli esplicativi, di cartelli stradali, di cartelli segnavia hanno completato l’intervento. È stato inoltre realizzato un dépliant per la promozione dei siti monumentali e storici del percorso.
Agli architetti Zucca Paul Mauro, Raccanelli Manuela e Marco Danilo è stata affi data la progettazione, la direzione dei lavori e la contabilità, mentre la dott.ssa Fausta Baudin ha realizzato la ricerca storica.
L’itinerario è facilmente percorribile in un’ora considerando anche la visita al borgo di Perloz con soste nei luoghi più signifi cativi e può essere effettuato partendo indifferentemente da Tour d’Héréraz o dalla Véa (Capoluogo) di Perloz.
Sono stati individuati i punti signifi - cativi di questo percorso che unisce i due versanti dell’Endret e dell’Envers della Vallaise: la Torre degli Hérères, unica parte rimasta del castello in rovina trasformato in chiesa alla fi ne dell’800, il ponte di Moretta, il borgo medioevale di Perloz con i due castelli dei Vallaise e la chiesa madre di tutta la valle del Lys, dedicata a Saint Sauveur.
I pannelli informativi che sono stati posizionati in questi punti contengono le notizie riguardanti questi luoghi e sono impreziositi da splendidi disegni di Francesco Corni, che ha saputo evidenziare l’imponenza dei castelli e della torre, la costruzione ardita del ponte di Moretta, cogliendo anche particolari interessanti, quasi nascosti, lungo le vie del borgo.
Il nucleo di Tour d’Héréraz
Nei pressi della chiesa di Tour d’Héréraz dedicata a San Giuseppe, all’imbocco della mulattiera che scende verso il Lys, è stato posto uno dei pannelli esplicativi che illustra la trasformazione nel tempo di questo nucleo costruttivo: dall’antico castello degli Hérères, ramo dei Vallaise già estinto alla fi ne del XIV secolo, alla chiesa attuale, costruita alla fi ne dell’800 utilizzando le pietre del muro di cinta dell’antico castello ormai in rovina.
Solo la torre, probabilmente una delle più antiche della Valle d’Aosta, si è conservata e sulla sommità è stata costruita nel 1878 la cella campanaria: il donjon si è così trasformato in campanile mentre l’abitazione è diventata casa parrocchiale.
Degno di nota il monumentale ippocastano che regala la sua ombra al sagrato della chiesa.
Il ponte di Moretta
Il ponte di Moretta è costruito su una profonda gola scavata dal Lys nel punto in cui i due versanti rocciosi sono più vicini.
Il luogo è particolarmente suggestivo, selvaggio ed ha ispirato nel corso dei secoli numerose leggende. La più conosciuta è sicuramente quella riportata in “Légendes et récits recueillis sur les bords du Lys” di Jean Jacques Christillin che parla di un terribile drago che divorava animali e uomini terrorizzando gli abitanti dei villaggi vicini fi nché venne ucciso con uno stratagemma da un uomo coraggioso, un tal Vignal.
Le rocce intorno al ponte sono levigate e presentano numerose cavità sinuose scavate dall’azione dell’acqua e del ghiaccio: una di queste, sulla sinistra orografi ca del torrente Lys, ha probabilmente ispirato questa leggenda poiché sembra contenere l’impronta della coda di un enorme rettile.
Questo luogo, però, oltre ad essere ispiratore di leggende, è sempre stato una via di transito importante nella valle del Lys. Non a caso ben tre castelli dei Vallaise ne controllavano il passaggio non lontano dalle due sponde.
Il ponte, costruito dapprima in legno, dovette essere ricostruito più volte fra cui, come riportato dalla ricercatrice Fausta Baudin, nel 1587, a seguito di un devastante incendio che lo ridusse in cenere pochi giorni prima di Natale.
Finalmente, nel 1721, venne costruito l’attuale ponte in muratura dai capimastri Jean-Baptiste Gaydoz di Perloz e Pietro Ferro di Alagna.
Nell’incarico vennero specifi cate tutte le misure e si chiese di costruire un oratorio al centro con porta e una nicchia per ospitare una statuetta o un affresco a soggetto sacro.
Proprio l’edicola al centro del ponte è stata oggetto di un intervento specifi - co di manutenzione che ha riguardato il restauro del tetto. Il restauro conservativo dei due dipinti murali rappresentanti l’uno la Madonna con Bambino attorniata da San Maurizio e da un personaggio in abito talare e l’altro il Crocifi sso con San Matteo e alcuni personaggi che escono dalle fi amme è stato effettuato da parte di Stefano Pulga per conto del Servizio dei Beni Storico Artistici della Regione.
Il selciato del ponte e l’antico basamento del ponte in legno sono stati ripuliti e sistemati e sono stati ricostruiti alcuni tratti di spallette crollate.
La chiesa del Très Saint Sauveur
Dopo il ponte la strada chiamata un tempo ”chemin de la Paroy” poiché posta ai piedi di una parete rocciosa, dove sono stati realizzati dei lavori di protezione e di sistemazione, si inoltra in un avvallamento ombroso per giungere alla chiesa di Perloz posta proprio all’arrivo al borgo dopo la salita.
Un pannello esplicativo è stato posizionato sul sagrato della chiesa di Perloz, la chiesa madre di tutta la valle del Lys.
La tradizione vuole che la fondazione della parrocchia risalga al 732 ma la prima testimonianza scritta in cui viene citata come antica chiesa rimonta alla bolla papale del 1176. Progressivamente vennero istituite la parrocchia di Issime nel 1184, comprendente tutto il territorio sopra Guillemore, la parrocchia di Fontainemore nel 1483, di Lillianes nel 1614 e di Hérère nel 1878.
I nobili Vallaise avevano uno stretto legame con la chiesa parrocchiale di Perloz, tanto che vi eressero una cappellania e servì per lungo tempo da tomba di famiglia per i due rami “de l’Hôtel et de la Côte”.
Una dettagliata descrizione delle due tombe è documentata in una visita pastorale dell’inizio del sedicesimo secolo.
Inoltre, a ricordare ancora questo legame, nella chiesa è conservato un reliquario contenente una spina della corona di spine del Cristo che la tradizione vuole sia stata portata dalla Terra Santa da un Cavaliere Vallaise di ritorno dalle Crociate.
Lo stemma dei Vallaise è presente, sia all’interno che all’esterno della chiesa, inciso su pietra.
Ricostruita ed ingrandita, tra il 1616 ed il 1621, presenta sulla facciata il giudizio universale dipinto nel 1677 da Bernardino Ferrerio della Val d’Ossola.
Sulla parete esterna rivolta a est vi è un “cadran solaire” riportante la data 1682, uno fra i più antichi della Valle d’Aosta.
Recentemente sono state restaurate le pitture interne e rifatta la pavimentazione, con la posa di lastre di pietra intorno all’altare maggiore.
Numerose sono le statue, gli oggetti d’arte, i paramenti che testimoniano della ricchezza passata.
Il borgo di Perloz
Sul piazzale davanti al municipio è stato posto un grande pannello che presenta il Borgo affi ancato da uno più piccolo con relativa mappa ove sono indicati i punti di maggiore interesse.
Sicuramente il Castello Vallaise detto l’Ohtal e il castello Vallaise chiamato ora Charles, dal nome del capitano della Vallaise che fu insignito del titolo di nobile dai Duchi di Savoia per aver liberato nel 1706 il Forte di Bard dai francesi, sono le costruzioni più importanti, imponenti e cariche di storia anche se, percorrendo il borgo, si trovano molti altri segni legati all’importanza di questo luogo che era il centro giurisdizionale e religioso della Vallaise.
Diverse le case di notai, fra cui quella del notaio Cappellin, padre di due curati di Perloz e della Vallaise, recante ancora l’iscrizione originale del 1625, la casa detta del dottore, degna di nota anche una casa forte con scala a “viret” e caditoie. Un monumentale torchio da vinacce reca ancora i segni del devastante incendio appiccato dai nazifascisti il 30 Giugno 1944 nel corso di una rappresaglia contro i partigiani, quando “Perloz brucia come un immenso braciere…” secondo la testimonianza del Canonico Don Pramotton, parroco del paese.
Molte furono le case bruciate nel capoluogo fra cui il castello Vallaise, di cui rimangono solo i muri perimetrali. Proprio in ricordo della lotta partigiana, che qui è stata particolarmente attiva ed ha avuto il sostegno di tutta la popolazione, è stato allestito un Museo della Resistenza nella casa della Brigata Lys.
Molti altri segni del ruolo svolto da questo centro nel passato si trovano sparsi nel borgo: bifore, trifore, portali gotici, affreschi, fi nestre con architravi a chiglia rovesciata…
Nei pressi della Parrocchiale il sentiero, che era notevolmente degradato, è stato recuperato, a cura dell’Assessorato ai Lavori Pubblici, con la posa di lastre di pietra, mentre l’Amministrazione Comunale ha provveduto a sostituire il fontanile in cemento con uno più consono in pietra rendendo così più accogliente l’arrivo al borgo. I cartelli stradali sono stati posizionati a Pont-Saint-Martin e lungo la Valle del Lys.
Con questi interventi congiunti l’Amministrazione Comunale ha perseguito l’intento di “mettere in luce ed esaltare i luoghi della storia” ed ha valorizzato un itinerario che si snoda nell’ambiente suggestivo, anche dal punto di vista naturalistico, della media montagna.