La Regione autonoma Valle d’Aosta, in collaborazione con l’ARPA Valle d’Aosta e la Fondazione Montagna sicura, con il sostegno della Compagnia Valdostana delle Acque, del Forte di Bard e nell’ambito delle iniziative dell’Espace Mont-Blanc, ha organizzato nel mese di febbraio “MUW 2013 - MOUNTAINS UNDERWATCH 2013 – Osservare gli effetti dei cambiamenti climatici nelle Alpi”.
L’evento è stato articolato intorno a tre iniziative focalizzate sulla valutazione degli impatti dei cambiamenti climatici in montagna: un convegno scientifico internazionale, una conferenza per il grande pubblico, una giornata d’incontro con gli studenti delle scuole superiori.
Il convegno scientifico si è svolto al Forte di Bard il 20 e 21 febbraio: alle due giornate hanno partecipato circa 200 esperti provenienti non solo dalle principali regioni alpine, ma anche da Stati Uniti, Russia, Brasile, Canada e Messico, per un totale di 15 diversi Paesi rappresentati, occasione peraltro di promozione del Forte di Bard e della Valle d’Aosta.
La prima giornata si è aperta con i saluti dell’Assessore regionale al territorio e ambiente, Manuela Zublena, che ha posto in evidenza l’obiettivo principale del convegno: associare scienziati ed esperti che lavorano nei diversi ambiti di studio degli impatti dei cambiamenti climatici in montagna per favorire la condivisione di esperienze, metodi e strategie per il monitoraggio a lungo termine, presentando all’occasione le iniziative condotte sul territorio valdostano. L’Assessore ha anche sottolineato l’importanza di un evento di questa portata per una regione di montagna come la Valle d’Aosta, soprattutto considerando che tutti gli scenari climatici prevedono che le Alpi saranno tra le aree d’Europa maggiormente impattate dal riscaldamento globale.
È poi intervenuto a portare i saluti Marco Onida, Segretario generale della Convenzione delle Alpi. Sempre nella prima giornata si sono quindi succedute quattro lezioni plenarie di circa un’ora ciascuna, tenute da blasonati professori universitari, referenti mondiali delle tematiche in oggetto.
In primis Wilfried Haeberli, geografo dell’Università di Zurigo, ha sintetizzato i risultati degli ultimi studi riguardanti gli impatti dei cambiamenti climatici sulla criosfera (neve, permafrost e ghiacciai) e ha concluso la sua lectio magistralis sottolineando che probabilmente intorno al 2050 pochi ghiacciai alpini “sopravviveranno” al riscaldamento globale.
A seguire Martin Beniston, climatologo dell’Università di Ginevra, insignito nel 2007 del premio Nobel per la pace per il suo lavoro nell’IPCC (gruppo intergovernativo per i cambiamenti climatici), ha presentato gli impatti osservati e previsti sulla neve e sulla disponibilitàd’acqua nelle zone alpinee come tali impatti potranno influire su attività umane quali l’agricoltura,la produzione idroelettricae l’innevamento artificiale.
Nel pomeriggio Georg Wohlfahrt del Laboratorio di Biometeorologia dell’Università di Innsbruck ha presentato un’entusiasmante sintesi dei più recenti studi relativi agli impatti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi di montagna, evidenziando come le variazioni di temperatura e di precipitazione e i cambiamenti di uso del suolo interagiscano tra loro nel determinare le risposte dei sistemi biologici.
L’ultima lezione è stata tenuta da Mark W. Williams, ecologo del’Università del Colorado, che ha presentato l’importanza del monitoraggio a lungo termine come strumento essenziale per la comprensione di fenomeni complessi quali le risposte di sistemi fi sici e biologici alle forzanti climatiche.
La prima giornata si è conclusa con una sessione poster realizzata nella splendida Sala del Campanile del Forte di Bard. Durante i convegni, la sessione poster è il momento ideale per rendere più informali gli scambi tra i partecipanti, confrontarsi su vari argomenti e dare il via a nuove iniziative e collaborazioni.
Sono stati presentati circa 70 contributi portati dai vari partecipanti. Tra questi, un’ampia sezione è stata dedicata alle azioni svolte in Valle d’Aosta dall’ARPA, da Fondazione Montagna Sicura e dall’Amministrazione regionale, attività spesso realizzate in collaborazione con università e enti di ricerca italiani ed europei. Per quanto riguarda le attività sulla criosfera sono state presentate le iniziative legate al monitoraggio del rischio glaciale, dello stato del permafrost e delle dinamiche della neve (sia in termini analisi degli impatti sulla risorsa idrica che in termini di rischio valanghe).
È stata anche presentata SnowAlp, una nuova applicazione per smartphone, disponibile sugli app-store, realizzata al fine di coinvolgere gli appassionati di montagna nella raccolta di dati di altezza del manto nevoso.
Considerando invece le attività legate alla biosfera (ecosistemi vegetali) i poster illustravano le attività svolte sul monitoraggio del ciclo del carbonio e dell’azoto in ecosistemi forestali e in pascoli alpini, il monitoraggio della fenologia (i.e. i cicli vitali delle piante e la loro relazione con clima) e l’analisi della variazione della distribuzione delle specie.
La seconda giornata è stata organizzata in due sessioni parallele, focalizzate rispettivamente su biosfera e crisofera, con una quarantina di presentazioni orali.
In sintesi, il seminario è stato un successo testimoniato dalla grande soddisfazione dei partecipanti: l’atout di MUW 2013 è stata l’idea di organizzare per la prima volta un evento di questa portata in Europa con l’obiettivo di facilitare le interazioni e il confronto tra le comunità che si occupano degli impatti dei cambiamenti climatici in aree di montagna.
MUW 13 non è stato solo un evento scientifico per esperti mondiali: gli organizzatori hanno infatti inteso associare al convegno due momenti divulgativi rivolti agli studenti e alla popolazione. Lunedì 18 febbraio sono stati organizzati due laboratori didattici con gli studenti delle ultime classi del Liceo classico, artistico e musicale e del Liceo delle scienze umane e scientifico tecnologico di Aosta. Durante questi incontri, condotti dal meteorologo Luca Mercalli accompagnato da Edoardo Cremonese (ARPA VdA) e Elena Motta (Fondazione Montagna sicura), gli studenti hanno partecipato ad un animato dibattito che, partendo dal tema del riscaldamento climatico, è giunto a trattare aspetti correlati alla comunicazione nelle scienze, agli impatti globali di scelte locali e agli stili di vita sostenibili. Mercoledì 20 febbraio si è tenuta una serata divulgativa dal titolo “Come cambia il clima di montagna: quale futuro? con introduzione a cura dell’Assessore Manuela Zublena e a seguire intervento congiunto di Michèle Curtaz (Fondazione Montagna sicura) e Umberto Morra di Cella (ARPA VdA) che hanno illustrato le attività svolte per l’analisi degli impatti del cambiamento climatico, ad esempio sull’evoluzione recente dei ghiacciai valdostani. Protagonista della serata è stato il meteorologo Luca Mercalli che ha tenuto una relazione sulla ricostruzione del clima medievale nelle Alpi occidentali (illustrando risultati e modalità di studio seguite per la ricostruzione delle condizioni climatiche del periodo precedente alla raccolta di dati meteorologici strumentali) e su quali scenari climatici ci si attende per il futuro. Il pubblico (più di 70 persone presenti nella sala della Cittadella dei giovani di Aosta) si è dimostrato molto interessato e ha state posto numerose domande riguardanti gli eff etti che i cambiamenti climatici determineranno in futuro.
A conclusione del MUW 13, i promotori considerano l’esperienza estremamente positiva: la sinergia tra diversi enti valdostani è stata premiata con un risultato di elevato profi lo e di considerevole prestigio, confermando che unendo le forze la Valle d’Aosta è capace di attrarre eventi mondiali presentandosi sui tavoli scientifici come soggetto di eccellenza per la qualità delle attività di ricerca svolte.
Per maggiori info è possibile consultare il sito www.muw2013.it.