Nell’ambito del progetto “Giroparchi” (programma PAR FAS Valle d’Aosta 2007- 2013), il Parco Naturale Mont Avic ha proposto di valorizzare tre siti minerari della Val Chalamy: la cava di pietre da macina di Barma de Rova, l’altoforno di Servaz e la miniera del Lac Gelé. Quest’ultima, situata a circa 2600 metri di quota, era già coltivata nel 1693 ed il suo sfruttamento è proseguito con fasi alterne almeno sino al 1893. Il principale ricovero dei minatori è stato recuperato negli anni ’80 del secolo scorso dall’Amministrazione regionale e funge da base logistica per il Corpo Forestale della Valle d’Aosta e per i guardaparco; nei dintorni sono visibili alcuni ingressi delle gallerie e discariche di materiali di risulta degli scavi. A valle della miniera risultano inoltre ben conservati alcuni tratti della pista slittabile che consentiva di trasportare a valle le rocce ricche di magnetite estratte dalle imponenti masse di serpentino affioranti in loco.
Gli interventi di valorizzazione della miniera del Lac Gelé prevedono la posa di pannelli esplicativi e la messa in sicurezza degli accessi alle gallerie, non visitabili dati i rischi di crolli e la presenza di pozzi e ripidi tratti parzialmente ostruiti dal ghiaccio. Presso l’altoforno di Servaz è in corso di realizzazione un punto di sosta, costruito di fronte al rudere in corrispondenza del piano di colata utilizzando le tipiche scorie derivanti dalla lavorazione delle rocce ricche di metallo. A Barma de Rova, punto panoramico molto suggestivo, sono stati messi in sicurezza e opportunamente segnalati due saggi di miniera ed i segni dell’attività di estrazione delle pietre da macina; alcune macine abbozzate e non ultimate sono ben visibili sulle pareti rocciose che dominano il sito, sinora pressoché sconosciuto e non collegato alla rete sentieristica ufficiale.
Il progetto Giroparchi prevede la possibilità a partire dall’estate 2013 di visitare i tre siti in sequenza utilizzando come punti di appoggio l’agriturismo “La maison du lord” di Pra Oursie e il rifugio Barbustel. Le attività minerarie hanno rappresentato per più di due secoli un’importante realtà socio-economica per la valle di Champdepraz, caratterizzata da un territorio aspro poco vocato alle attività agropastorali. Dal punto di vista ambientale, la conseguenza negativa più evidente è stata il depauperamento del patrimonio forestale: l’incessante richiesta di grandi quantità di combustibile ha comportato il taglio indiscriminato di una grande quantità di legname per la produzione di carbone; le aie carbonili sono ancor oggi visibili un po’ ovunque in Val Chalamy, anche sui versanti più impervi e di difficile accesso. Negli ultimi 60-70 anni la foresta ha riconquistato la sua superficie originaria, ma occorreranno tempi molto più lunghi per ricostituire boschi maturi e strutturati in modo perfettamente naturale.