La Rete Regionale di controllo della qualità dell’aria in Valle d’Aosta è stata ideata sin dalla sua nascita (L.R. 94/86) come uno strumento conoscitivo in grado di fornire informazioni sullo stato generale della qualità dell’aria dell’intero territorio regionale. In Aosta, la configurazione attuale, comprende cinque stazioni di misura (figura 1) delle concentrazioni dei principali inquinanti.
I siti di misura sono stati scelti per rappresentare al meglio le diverse situazioni caratteristiche dell’area urbana dal punto di vista della presenza di emissioni inquinanti in atmosfera e della loro dispersione.
Lo stato della qualità dell’aria in Aosta
I risultati delle analisi fino ad oggi svolte indicano una diminuzione, negli ultimi anni, delle concentrazioni dei principali inquinanti primari (polveri fini, ossidi di azoto, ossidi di zolfo, benzene, monossido di azoto), le cui concentrazioni sono ben al di sotto dei limiti normativi. Per quanto riguarda i metalli pesanti buono è lo stato della qualità dell’aria in riferimento a piombo, cadmio e arsenico. Più elevate, pur se entro i limiti normativi, sono le concentrazioni di nichel. Oggetto recente di monitoraggio, con tecnologie di misura sempre più raffinate, sono gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e i microinquinanti organici persistenti, quali diossine e furani.
Polveri fini (PM10 - PM2.5)
Le polveri fini PM10 - PM2.5 (particolato atmosferico con diametro inferiore a 10 e 2.5 micron) sono uno degli agenti inquinanti considerati più nocivi per la salute sia per la loro capacità di penetrare nell’organismo umano sia per i microinquinanti che veicolano. Le più importanti sorgenti antropiche di particolato fine sono legate ai processi di combustione, alle attività produttive ed al traffico autoveicolare. Il grafico di figura 2 evidenzia l’andamento delle concentrazioni medie annue, in calo e negli anni più recenti costantemente al di sotto del limite normativo. Per quanto riguarda le medie giornaliere, i giorni con superamento del livello di riferimento (50 µg/m3) sono in numero inferiore al massimo previsto (35) a Plouves e a Dora, ma superano ancora tale limite alla stazione di via Primo Maggio, di prossimità industriale e stradale.
I livelli sono oggi inferiori a quelli rilevati (medie annuali 2009) in stazioni di aree urbane di città del bacino padano (Torino 41 µg/m3, Milano 45 µg/m3, Padova 42 µg/m3), e confrontabili con quelli di città dello spazio alpino (Bolzano 20 µg/m3, Sondrio 31 µg/m3, Ivrea 33 µg/m3, Sion 24 µg/m3).
Per quanto riguarda le concentrazioni di PM0, esse sono misurate solo nella stazione di Piazza Plouves, dal 2006, e i valori medi annuali si sono sempre mantenuti attorno ai 15 µg/m3.
Ossidi di azoto (NO2 e NOx)
Gli ossidi di azoto, emessi dal traffico e dagli impianti industriali, in misura minore, dagli impianti di riscaldamento, sono tra gli inquinanti oggetto di particolare attenzione a livello europeo per la tutela della qualità dell’aria.
Ad Aosta negli ultimi anni le concentrazioni medie annue si sono attestate intorno ai 30 - 35 µg/m3 nelle varie stazioni, al di sotto del limite normativo di 40 µg/m3.
Anche in questo caso il confronto delle medie annuali (anno 2009) evidenzia livelli inferiori a quelli rilevati nelle aree urbane delle città di maggiori dimensioni (Torino 50 µg/m3, Milano 73 µg/m3, Padova 40 µg/m3, ma anche Bolzano 41 µg/m3), e confrontabili con quelli di città di dimensioni confrontabili dello spazio alpino (Sondrio 39 µg/m3, Ivrea 28 µg/m3, Sion 33 µg/m3).
Benzene
Il benzene è un tipico inquinante da traffico, emesso dalle autovetture a benzina. Le concentrazioni, come mostrato in figura 3, hanno avuto una netta diminuzione negli anni dal 2002 al 2007, e sono oggi ben al di sotto del limite normativo. La diminuzione del benzene, come degli altri inquinanti da traffico, è dovuta al progressivo rinnovo del parco auto circolante, secondo standard UE sempre più esigenti ai fini del contenimento delle emissioni.
Idrocarburi policiclici aromatici
Con gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) entriamo nel campo dei micro-inquinanti, le cui concentrazioni non si valutano più in µg (microgrammi, milionesimi di grammo), ma in ng (nanogrammi, miliardesimi di grammo), per m3 di aria. Gli IPA sono formati dall’unione di più molecole simili al benzene. Essi sono emessi dai processi di combustione a bassa temperatura (es. nella fase di avviamento degli autoveicoli, ma anche nelle combustioni di vegetali e materiale organico) e sono un’importante componente delle polveri fini. Il rappresentante caratteristico di questa famiglia di inquinanti è il benzo(a)pirene, per cui è stabilito un limite normativo nella misura di 1 ng/m3 (media annuale). Il benzo(a)pirene è misurato dal 2005 ad Aosta nella stazione di Piazza Plouves, e le medie annuali sono attualmente (dal 2008) intorno a 0,75 ng/m3, inferiori al limite normativo.
Metalli pesanti
Altri importanti componenti delle polveri fini sono i metalli pesanti, cioè ad elevata massa molecolare, come il piombo, il ferro, il nichel, il cromo, il cadmio e molti altri. Questi microinquinanti sono componenti naturali della crosta terrestre, ma sono emessi anche dal traffico e dalle attività produttive, in particolari dagli impianti siderurgici. A livello normativo, i metalli per cui è ad oggi previsto un limite nelle concentrazioni in aria sono il piombo, il cadmio, l’arsenico ed il nichel. Le concentrazioni di questi metalli nelle stazioni di monitoraggio di Aosta (Piazza Plouves, Dora, via Primo maggio) risultano tutte inferiori ai limiti. Per quanto riguarda il nichel, le concentrazioni sono più elevate di quelle medie misurate in aree urbane di altre città, anche di dimensioni molto maggiori (Torino, Milano, Roma), per effetto della diretta prossimità di un impianto siderurgico alla città.
Diossine e furani
Con le diossine e i furani si è ad un livello ancora più fine di caratterizzazione delle microparticelle: queste sostanze sono infatti misurabili in aria in concentrazioni dell’ordine dei milionesimi di miliardesimi di grammo (fg, femtogrammi) per m3, con metodi solo di recente sviluppati, e ancora oggetto di affinamento. Questi microinquinanti organici sono detti persistenti perché chimicamente molto stabili, e quindi in grado di depositarsi nel terreno, di qui trasferirsi nei vegetali, entrare nella catena alimentare e per questa via venire assunti dall’organismo. Una campagna condotta nel 2008 da Valeco S.p.A., la società che gestisce la discarica di Brissogne, su richiesta nell’anno precedente dell’Assessorato al Territorio, ambiente e opere pubbliche (allora competente in materia), nell’ambito della caratterizzazione del bianco ambientale della piana di Aosta, ha fornito le prime indicazioni: le concentrazioni medie in aria rilevate su un numero limitato di giornate all’anno, sono state in piazza Plouves e al quartiere Dora rispettivamente di circa 50 e 85 fg/m3 (in termini di tossicità equivalente ITEQ). E’ al momento difficile dare una interpretazione di tali livelli perché le campagne analoghe finora condotte sono poche e non esistono per le concentrazioni delle diossine in aria dei valori limite, in quanto, come detto, la tossicità tipica di queste sostanze si manifesta per inge- Figura 3: concentrazioni medie annuali di benzene ad Aosta - Piazza Plouves. stione piuttosto che per inalazione. Tuttavia conoscere le concentrazioni in aria è utile per avere un quadro dell’immissione attuale in ambiente di tali sostanze. Per questo motivo, ARPA effettuerà nel 2011 misure in aria, insieme alla nuova campagna che sarà condotta, ad Aosta e negli altri comuni della Plaine, sulla matrice ambientale di riferimento per i microinquinanti organici persistenti, che è il terreno.
La campagna terreni 2011 porterà ad una conoscenza più dettagliata della loro distribuzione, già indagata da ARPA nel 2008 in numerosi punti de La Plaine, con risultati dovunque inferiori alle concentrazioni soglia previste dalla normativa.