L’ARPA Valle d’Aosta, a partire dall’anno 1999, ha attivato il servizio di monitoraggio aerobiologico. Le stazioni presenti sul territorio valdostano sono due, ubicate una nella piana di Aosta, a Saint-Christophe presso la sede dell’ARPA, e una a Cogne, in frazione Gimillan. Per quanto riguarda la stazione di Aosta, fino al 2004 il campionatore volumetrico di tipo Hirst era posizionato sul tetto dell'ospedale Beauregard di Aosta, in periferia della città. Successivamente, nel 2004, esso è stato spostato sul tetto della nuova sede dell’ARPA (Saint- Christophe-Aosta) a quota 560 m s.l.m. e ad un’altezza di circa 8 m dal suolo. A partire dall’anno 2009, il monitoraggio aerobiologico è attivo tutto l’anno. Saint-Christophe si trova in una zona di fondovalle in prossimità dell’area urbana di Aosta, dove i terreni agricoli confinano con gli insediamenti commerciali e le abitazioni. La vegetazione è varia ed è costituita da piante ad alto fusto (pinacee, cupressacee, pioppi ecc.) ed arbusti. I dati raccolti settimanalmente vengono pubblicati sul sito dell’ARPA (www.arpa.vda.it), sul sito della Rete Italiana di Monitoraggio Aerobiologico (www.pollnet.it), sulle pagine di quotidiani locali, nonché trasmessi ogni settimana all’Office du Tourisme di Aosta, alle Farmacie e al Servizio di Allergologia Pediatrica.
Come si cattura il polline?
Una quantità nota d’aria (10 litri al minuto) viene aspirata da una pompa posta all’interno del campionatore pollinico, passando attraverso una stretta fenditura. I pollini dispersi nell’aria urtano e restano attaccati ad un nastro adesivo che ruota con un intervallo di tempo regolare in modo da coprire l’intero arco settimanale. Al termine della settimana di campionamento il nastro viene portato in laboratorio. Con il nastro vengono allestiti vetrini contenenti i pollini di ogni giornata del periodo di rilievo. Si effettua quindi la conta ed il riconoscimento delle specie allergeniche utilizzando il microscopio. Dal momento che i pollini rilevati sono, in prevalenza, quelli trasportati dal vento o anche solo da leggere correnti (anemòfili), ogni stazione riesce in realtà a monitorare un’area piuttosto vasta, in un raggio dell’ordine di decine di chilometri.
I risultati
La diffusione dei pollini in atmosfera e la conseguente concentrazione rilevata è correlata alla composizione floristica autoctona e all’andamento stagionale dei vari fattori meteorologici. Le precipitazioni, la direzione e l’intensità dei venti, le temperature e l’umidità influenzano, infatti, le fasi di sviluppo delle specie interessate. Questi fattori sono variabili nell’arco degli anni e, di conseguenza, determinano una variabilità nella presenza delle singole specie di pollini in anni diversi, come si vede dal grafico di figura 1 che mostra la somma delle concentrazioni polliniche medie mensili delle Graminacee, piante tra le più allergeniche, per ogni anno dal 2000 al 2010.
La quota sul livello del mare ha una grande rilevanza sull’inizio, la fine e la durata della stagione pollinica delle diverse specie: a Cogne, quindi, la fioritura inizia di norma ben più tardi rispetto alla piana di Aosta. Questo fatto comporta variazioni temporali nella presenza in atmosfera di pollini della stessa specie, in località diverse, come evidenziato dal confronto degli andamenti delle Graminacee nel 2009 a Gimillian e ad Aosta (figura 2).
Con i dati raccolti a partire dall’anno 2000 è stato possibile costruire il calendario pollinico che rappresenta l’andamento della concentrazione media aerea dei diversi tipi di polline, tra i più allergenici, nei diversi mesi dell’anno. Il calendario pollinico, costruito per decadi, esprime le classi di concentrazione mediante una scala cromatica, dal bianco al rosso. Ogni colore fa riferimento ad una classe di concentrazione intesa come numero di granuli pollinici per metro cubo d’aria (figura 3).