Testimoni del tempo - tra gli alberi monumentali in Valle d'Aosta, di Alberto Cerise e Gian Luca Boetti, Musumeci Editore, Aosta, 2001.
Il libro scritto da Alberto Cerise e illustrato dalle suggestive immagini di Gian Luca Boetti sembra essere un elogio all'albero. Sul territorio della Valle d'Aosta si contano 51 piante monumentali singole, 4 formazioni boschive di protezione e 1 parco (Passerin d'Entrèves di Châtillon), tutti protetti dalla Legge Regionale n°50 del 21 agosto 1990 e debitamente illustrati nel volume in questione. Si tratta di una raccolta di pregevole fattura, molto curata dal punto di vista grafico. Un libro non solo da guardare, ma soprattutto da leggere. Ogni albero ha la sua storia, tutta particolare, ed è il testimone pluricentenario di fatti ed eventi accaduti nel corso del tempo.
Gli alberi sono santuari.
Chi sa parlare con loro,
chi li sa ascoltare, conosce la verità.
Essi non predicano dottrine e precetti, predicano, incuranti del singolo,
la legge primigenia della vita.
Hermann Hesse
Amenagement du territoire en Vallée d'Aoste - recherches géographiques 1960/2000, di Bernard Janin, Musumeci Editore, Aosta, 2001.
L'ultima fatica editoriale di Bernard Janin si presenta come una raccolta di studi geografici sulla Valle d'Aosta, effettuati nella seconda metà del XX° secolo (dal 1960 al 2000). Il filo conduttore del volume è l'utilizzo del suolo, che è stato differente nelle varie epoche.
L'autore illustra le profonde trasformazioni che hanno interessato la Valle nel periodo preso in esame: l'aumento della popolazione, il miglioramento della propria condizione sociale e la sua apertura verso l'esterno. Tuttavia, la circolazione di massa, il turismo e l'urbanizzazione accelerata hanno intaccato la sua identità culturale e l'integrità dei suoi paesaggi.
Dalla lettura del testo emerge quindi che alla soglia del ventunesimo secolo una migliore organizzazione dello spazio valdostano dovrà privilegiare una protezione accurata dell'ambiente, cercando di conciliare i tre obiettivi fondamentali: la salvaguardia dell'agricoltura, l'innovazione industriale e lo sviluppo del turismo culturale.
Histoire et memoire des risques naturels, di René Favier e Anne-Marie Granet-Abisset, Publications de la MSH-Alpes, Grenoble, 2000.
Fino a questi ultimi anni, i rischi naturali con cui si sono confrontate le società non facevano parte in alcun modo dei campi privilegiati dalla ricerca storica. Quest'ultima, in realtà, permette di capire meglio le reazioni delle società nei confronti di rischi o calamità naturali, soprattutto per il suo diretto legame con il fattore tempo e per la sua innata caratteristica specifica di analisi e di critica.
Di questi argomenti si è discusso il 25 e 26 novembre 1999 a Grenoble, durante il seminario intitolato "Histoire et memoire des risques naturels en région de montagne". Il volume qui presentato, curato da René Favier e Anne-Marie Granet-Abisset, raccoglie appunto gli atti del convegno.
Come scrive nella prefazione il presidente dell'Associazione internazionale per la storia delle Alpi Jean-François Bergier, il seminario è partito da una ambizione e da un progetto.
L'ambizione era quella di convogliare in un'unica sede diversi approcci e metodologie relative al problema dei rischi naturali. Si sono così trovati a discutere insieme storici di tutte le epoche, geografi, etnologi, archeologi, esperti di scienze della terra e scienze naturali, giunti da tutto il mondo per dialogare su un tema certamente difficile ma attualissimo.
Il progetto invece era quello di sollevare questioni fondamentali per alimentare la ricerca e le riflessioni su questo tema. I partecipanti al seminario si sono confrontati su argomenti tipo: quali sono i rischi naturali che riguardano ogni società umana, qualunque sia la sua origine, il luogo e le modalità di vita, la sua esperienza e memoria, i mezzi di cui dispone per far fronte ad eventuali minacce? Qual è il grado di consapevolezza e percezione del rischio e a quali forze naturali o sovrannaturali se ne attribuisce la causa? Che cos'è una catastrofe e quale significato viene ad essa attribuito?
Si è parlato di questi argomenti, cercando di analizzare anche casi concreti e avvenuti recentemente. Si è fatto riferimento alle valanghe insolite ed eccezionali che hanno colpito nel 1999 la Francia, la Svizzera e l'Austria; è stato ricordato l'uragano "Lothaire" che ha colpito violentemente le foreste di Francia, Svizzera e Germania.
Il seminario di Grenoble è stato caratterizzato da un approccio storico transdisciplinare all'argomento rischi e catastrofi naturali: ha permesso di arricchire il bagaglio culturale delle regioni di montagna ed ha contribuito ad una presa di coscienza collettiva sulle responsabilità che abbiamo nei confronti della natura.