Développement durable
Dai principi emersi a Rio nel '92 scaturisce la realizzazione di "Agende 21 locali" come strumenti di sviluppo sostenibile
SVILUPPO O CONSUMO?
di Paolo Bagnod
Il torrente di Bellecombe, in Val FerretLa Conferenza dell'Organizzazione delle Nazioni Unite su "Ambiente e Sviluppo" tenuta a Rio de Janeiro nel giugno 1992 con la partecipazione di 183 Paesi si è sforzata di integrare le questioni economiche e quelle ambientali in una visione intersettoriale e internazionale, definendo strategie ed azioni per lo sviluppo sostenibile.
I partecipanti hanno concordato su un piano di azione per specifiche iniziative economiche, sociali ed ambientali in vista del XXI secolo (Agenda 21) che afferma che:
"I Governi... dovrebbero adottare una strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile... Tale strategia dovrebbe essere predisposta utilizzando ed armonizzando le politiche settoriali. L'obiettivo è quello di assicurare uno sviluppo economico responsabile verso la società, proteggendo nel contempo le risorse fondamentali e l'ambiente per il beneficio delle future generazioni. Le strategie nazionali per lo sviluppo sostenibile dovrebbero essere sviluppate attraverso la più ampia partecipazione possibile e la più compiuta valutazione della situazione e delle iniziative in corso".
L'Agenda 21 è composta di quaranta capitoli nei quali, dopo due anni di preparazione e la discussione conclusasi a Rio de Janeiro, sono affrontati tutti i campi nei quali è necessario assicurare l'integrazione tra ambiente e sviluppo.
Per raggiungere lo sviluppo sostenibile il documento sottolinea con vigore le seguenti necessità:
· l'integrazione delle considerazioni ambientali in tutte le strutture dei Governi centrali e in tutti i livelli di Governo per assicurare coerenza tra le politiche settoriali;
· un sistema di pianificazione, di controllo e gestione per sostenere tale integrazione;
· l'incoraggiamento della partecipazione pubblica e dei soggetti coinvolti, che richiede una piena possibilità di accesso alle informazioni.
Lo sviluppo sostenibile ricerca dunque un rapporto di armonia con la natura e con l'ambiente. Perseguire lo sviluppo sostenibile significa ricercare un miglioramento della qualità della vita pur rimanendo nei limiti della ricettività ambientale. Sviluppo sostenibile non vuol dire bloccare la crescita economica, perciò un piano di azione per lo sviluppo sostenibile non deve solo promuovere la conservazione delle risorse, ma anche sollecitare attività produttive compatibili con gli usi futuri. Ne deriva che l'applicazione del concetto di sviluppo sostenibile è, da un lato, dinamica ovvero legata alle conoscenze e all'effettivo stato dell'ambiente e degli ecosistemi, dall'altro consiglia un approccio cautelativo riguardo alle situazioni e alle azioni che possono compromettere gli equilibri ambientali, attivando un processo continuo di correzione degli errori.
È per questa ragione che i piani per lo sviluppo sostenibile devono scaturire da un forte coinvolgimento di tutti i soggetti che interferiscono con gli equilibri ambientali: dal cittadino, che può molto contribuire con il proprio comportamento anche come consumatore di beni offerti sul mercato, ai gruppi di opinione e ai mezzi di informazione, alle imprese, agli enti locali che amministrano il territorio, ai ministeri responsabili delle politiche settoriali.
Graines, in Val d'AyasLa convenzione scaturita dalla Conferenza di Rio introduce al capitolo 28 la realizzazione di Agende 21 locali per la messa in pratica del concetto di sviluppo sostenibile. Si tratta di uno strumento volontario proposto in prima persona dalle collettività locali.
Il convegno di Rio ha fornito raccomandazioni e principi per la definizione di sviluppo sostenibile, che devono rappresentare la base di un'Agenda 21 locale, e che possono essere sintetizzati come segue:
· migliorare la qualità dell'ambiente;
· ridurre lo spreco delle risorse a nostra disposizione;
· combattere contro le ineguaglianze sociali;
· coinvolgere sempre più la collettività locale nella gestione dell'ambiente;
· mobilitare le risorse disponibili al fine di incrementare la cooperazione tra collettività locali;
· garantire una buona gestione nel tempo delle scelte effettuate.
Nel 1994 la Commissione Europea ha promosso la Conferenza europea di Alborg (DK), che ha dato il via alla Campagna Europea delle Città Sostenibili. Nel 1996 la Conferenza di Lisbona ne ha rilanciato l'impegno. In questo quadro, molti Comuni europei stanno predisponendo il proprio Rapporto sullo Stato dell'Ambiente, sulla cui base avviare, attraverso ampi processi partecipativi, l'Agenda 21 locale e i programmi specifici di azione per il risanamento e la valorizzazione ambientale del territorio comunale. Anche in Italia è stata lanciata la Campagna per le città sostenibili, in collegamento con quanto in corso a livello europeo.
L'Agenda 21 locale rappresenta il momento di valorizzazione degli strumenti di pianificazione (Piano regolatore generale, Piano energetico, Piano del traffico ...) attraverso la redazione di un Piano ambientale. L'aspetto più interessante a mio avviso è rappresentato dal momento di aggregazione, dibattito e partecipazione diretta alle scelte per lo sviluppo sostenibile da parte della collettività locale, mediante azioni concrete. Si garantisce in tal modo l'integrazione delle politiche ambientali con le politiche di settore.
Possibili temi dell'Agenda 21 locale possono essere l'efficienza e il risparmio energetico, la prevenzione della produzione di rifiuti, il ciclo integrato dell'acqua, la tutela delle peculiarità naturalistiche e del patrimonio storico-culturale, la qualità della vita urbana.
A distanza di qualche anno dalle decisioni di Rio è possibile rilevare come i principi generali sono stati recepiti in diverse realtà europee e italiane, anche se i percorsi seguiti e le applicazioni concrete sono di diversa natura. Questa diversificazione era peraltro prevedibile, in quanto nelle diverse realtà l'Ente locale, o comunque il promotore dell'Agenda 21, ha saputo adattare e modificare i principi generali in funzione delle esigenze e delle problematiche presenti sul territorio con l'obiettivo di realizzare un piano d'azione per la sostenibilità in una dimensione strettamente territoriale, essendo proprio la forte caratterizzazione territoriale locale un elemento distintivo del processo.
In Italia nel 1999 rappresentanti di diversi enti locali (Comuni, Province, Regioni) hanno sottoscritto un documento di impegni denominato "Carta di Ferrara". Nasceva così ufficialmente il "Coordinamento Agende 21 locali italiane" con lo scopo primario di promuovere i processi di Agenda 21 in Italia, monitorare e valorizzare le esperienze positive in corso, favorire e potenziare lo scambio di informazioni, le occasioni di partecipazione e la costituzione di partenariati.
Il 25 maggio scorso si è svolta a Roma la Cerimonia di premiazione della prima edizione del Premio per le Città Sostenibili. Le iniziative proposte sono descritte in dettaglio nel sito web del premio (www.cittasostenibili.org). Le iniziative candidate al premio sono state più di 200, coinvolgendo 83 comuni (tra quelli con più di 30.000 abitanti, a cui era dedicata quell'edizione).
A titolo esemplificativo, sono state premiate l'iniziativa "L'albergo ecologico, un marchio di qualità ambientale" del Comune di Riccione (FO), l'iniziativa "Ufficio biciclette" del Comune di Ferrara, l'iniziativa "Parco agricolo di Palermo" del Comune di Palermo.
Le possibilità di azione sono quindi molteplici, a dimostrazione dell'ampio spettro d'azione dell'iniziativa ambientale. Molto spesso, secondo quanto riportato da articoli di settore e interventi in sede di convegni sul tema, le proposte sul tipo di obiettivo da perseguire e di conseguenza sull'adattamento dei principi generali più volte citati alla realtà locale, è venuto proprio dalla collettività locale stessa, a conferma del fatto che è lei stessa senza dubbio la componente più a conoscenza dei problemi concreti da risolvere, e la più qualificata per proporre soluzioni compatibili con le risorse disponibili e le peculiarità del territorio.

   
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