L'annessionismo

Nel frattempo all'interno della Resistenza si andava affermando anche la corrente annessionista che voleva l'annessione della Valle d'Aosta alla Francia. Principale sostenitore di tale istanza, almeno in un primo momento, salvo poi prenderne le distanze poco prima della Liberazione, fu, soprattutto, il partigiano Cesare Olietti (Mésard). Il 21 agosto a Plan-Croix, Mésard, insieme ad altri esponenti, rese note le sue posizioni attraverso un memoriale indirizzato alle personalità valdostane rifugiate in Svizzera. Egli sosteneva che il maquis valdostano è«sorto per dare alla Valle d'Aosta, oltreché la liberazione dal nazifascismo, un'autonomia amministrativa, politica, culturale basandosi sul principio federativo». Dichiarandosi favorevole all'annessione, indicava le linee sulle quali negoziare un'eventuale annessione alla Francia.
La proposta di Mésard seguiva alcune prese di posizione del governo provvisorio francese. Il 15 gennaio del 1944, infatti, in un discorso trasmesso da Radio Algeri, il ministro degli Esteri francese, Réné Massigli, si era espresso a favore dell'annessione della Valle d'Aosta alla Francia. Mentre pochi giorni dopo la presa di posizione di Mésard, una missione francese composta da undici uomini al comando del capitano Guy Fasso tenne una serie di incontri con i comandanti partigiani per verificare l'atteggiamento dei Valdostani rispetto ad un'eventuale annessione alla Francia.
Verso la fine del 1944 la "Mission Mont Blanc", che si proponeva di sviluppare in Valle d'Aosta un movimento annessionista a favore della Francia, stabilì il suo quartier generale a Introd. Al comando di Henri Voisin e del capitano Humbert Anthonioz, la "Mission Mont Blanc" svolse un'attività ricognitiva al fine di organizzare un plebiscito a favore dell'annessione della Valle d'Aosta alla Francia.
La proposta annessionista poteva contare su un certo consenso tra la popolazione valdostana, soprattutto in considerazione dei soprusi che essa aveva dovuto subire da parte del fascismo. Ma la minaccia annessionista finì, soprattutto, col provocare grandi preoccupazioni in Italia e presso coloro, come Federico Chabod, che pensavano che la Valle d'Aosta dovesse godere di un'autonomia, ma all'interno del futuro Stato italiano restituito alle libertà democratiche. Oltre a ragioni politiche v'era il timore che un'eventuale annessione della Valle d'Aosta alla Francia avrebbe compromesso gli interessi economico-industriali italiani. Lo stesso Chabod si fece interprete di questi timori considerando che «il giorno in cui un confine politico separasse Pont-Saint Martin da Quincinetto, le industrie della pianura dovrebbero necessariamente costruirsi altre centrali in altre valli, non potendosi lasciare le chiavi dell'industria italiana sotto il dominio straniero».   
Anche per questi motivi, come vedremo, l'annessionismo condizionerà la vita politica valdostana nell'immediato dopoguerra.

 

Guy Fasso, comandante della missione francese "Mission Mont-Blanc" Guy Fasso, comandante della missione francese "Mission Mont-Blanc"




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