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L'autonomismo
Federico Chabod è stato il capofila degli autonomisti, cioè di coloro che volevano una Valle d'Aosta autonoma, ma all'interno dello Stato italiano. Chabod aveva anche maturato la convinzione che per contenere il pericolo annessionista fosse necessario rassicurare i Valdostani circa la concessione di un regime di autonomia alla fine della guerra. Così abbandonato l'insegnamento universitario e divenuto il partigiano Lazzaro nella banda Crétier a Valsavarenche, si prodigò nel sollecitare precise garanzie a favore dell'autonomia presso gli Alleati e le principali personalità politiche antifasciste italiane. Nel settembre del 1944, attraverso il memoriale dal titolo La questione valdostana, chiese ai partiti antifascisti del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) di sottoscrivere un'esplicita dichiarazione che garantisse ai Valdostani un'autonomia amministrativa e linguistica. In risposta il 6 ottobre il CLNAI emanò il noto Manifesto ai valdostani in cui «si afferma solennemente che è dovere dell'Italia liberata restaurare i vostri diritti violati e conculcati, attraverso l'instaurazione di un regime di "ampia autonomia linguistica, culturale, amministrativa", nel quadro di una libera comunità democratica ispirata al rispetto degli interessi locali ed al decentramento delle amministrazioni».
Nell'arco di pochi giorni Chabod scrisse un secondo memoriale, La Valle d'Aosta, l'Italia e la Francia, rivolto direttamente ai Valdostani, in cui sosteneva che l'annessione alla Francia era contraria agli interessi della Valle d'Aosta, dal momento che la Francia era un paese centralista. Il 10 ottobre chiese a Ugo La Malfa di intervenire a livello governativo a favore dell'autonomia valdostana e scrisse un terzo memoriale per il ministro della Guerra, Alessandro Casati.
La sua infaticabile azione produsse diverse prese di posizione. Il 12 novembre Ferruccio Parri (Maurizio) in un memoriale destinato al governo e al Comando supremo alleato chiese l'autonomia della Valle d'Aosta anche per «prevenire pericoli maggiori». Il 16 dicembre seguì il Messaggio per i patrioti e la popolazione della Valle d'Aosta del presidente del Consiglio dei Ministri, Ivanoe Bonomi, per assicurare «fin d'ora garantita anche alla Valle d'Aosta quella autonomia amministrativa e culturale ch'è nei programmi di tutti i partiti».
Con l'avvicinarsi della Liberazione lo scontro tra annessionisti e separatisti continuò a crescere fino ad assumere una dimensione internazionale.
Nell'arco di pochi giorni Chabod scrisse un secondo memoriale, La Valle d'Aosta, l'Italia e la Francia, rivolto direttamente ai Valdostani, in cui sosteneva che l'annessione alla Francia era contraria agli interessi della Valle d'Aosta, dal momento che la Francia era un paese centralista. Il 10 ottobre chiese a Ugo La Malfa di intervenire a livello governativo a favore dell'autonomia valdostana e scrisse un terzo memoriale per il ministro della Guerra, Alessandro Casati.
La sua infaticabile azione produsse diverse prese di posizione. Il 12 novembre Ferruccio Parri (Maurizio) in un memoriale destinato al governo e al Comando supremo alleato chiese l'autonomia della Valle d'Aosta anche per «prevenire pericoli maggiori». Il 16 dicembre seguì il Messaggio per i patrioti e la popolazione della Valle d'Aosta del presidente del Consiglio dei Ministri, Ivanoe Bonomi, per assicurare «fin d'ora garantita anche alla Valle d'Aosta quella autonomia amministrativa e culturale ch'è nei programmi di tutti i partiti».
Con l'avvicinarsi della Liberazione lo scontro tra annessionisti e separatisti continuò a crescere fino ad assumere una dimensione internazionale.
Messaggio ai valdostani di Ivanoe Bonomi, Presidente del Consiglio dei Ministri, 16 dicembre 1944