La Liberazione

La Liberazione della Valle d'Aosta avvenne in un contesto politico-militare molto complesso che vedeva sullo sfondo lo scontro tra autonomisti ed annessionisti e la contrapposizione tra l'esercito francese, i partigiani e gli Alleati. Il 28 aprile del 1945 i partigiani entrarono ad Aosta. Alessandro Passerin d'Entrèves e Carlo Torrione furono nominati dal CLN valdostano rispettivamente prefetto e sindaco di Aosta.
Nel frattempo la tensione con la Francia era altissima. Il 6 aprile, infatti, l'esercito francese era stato autorizzato dagli Alleati a superare i confini della Valle d'Aosta per un massimo di 20 km. Ma il 27 aprile otto compagnie dell'esercito francese valicarono il Piccolo San Bernardo e il colle di Rhêmes con il proposito di occupare la Valle d'Aosta. Il generale Alexander chiese al Comando alleato di ordinare il ritiro dei francesi al di là della frontiera, ottenendo però il rifiuto categorico del generale francese Doyen. Così per far fronte alla situazione, Augusto Adam, maggiore degli alpini ed ufficiale del Servizio informazioni militari (SIM), dispose, in caso estremo, l'impiego, assieme alle formazioni partigiane, degli alpini della RSI. Lo stesso prefetto intervenne direttamente per fermare i francesi. Così ricorda Alessandro Passerin d'Entrèves: «Allora per noi era importantissimo che arrivassero gli americani prima dei francesi, e infatti siamo riusciti a farli arrivare, e mi ricordo che con il maggiore Smithfield, Norton si chiamava, siamo andati qui a vedere se questi Tanks potevano passare e sono passati tutti, Tanks, uomini... E siamo tornati prima ad Aosta per essere là prima che venissero i francesi. Quando sono arrivati i francesi ho detto: "ma, noi aspettiamo da qui a cinque minuti l'arrivo degli alleati", "come" dice "siamo noi gli alleati!" "No, no" dico, eccetera. Arrivarono, e ci fecero tanti altri guai, ma poi c'è stato un intervento diplomatico per cui li hanno fatti ritirare. Peròè stato vicino il pericolo».
Gli statunitensi giunsero solo il 4 maggio. Ma la tensione non calò ancora. Iniziò, infatti, una campagna a favore del plebiscito appoggiata e fomentata dalle truppe francesi. Questa situazione creò momenti di tensione al punto che il 12 maggio il CLN valdostano inviò a Stalin, a Truman, a Churchill, al Presidente della Conferenza di San Francisco, al presidente del Consiglio dei ministri Bonomi e al CLNAI un telegramma per denunciare i soprusi dei francesi e le loro mire espansionistiche e per invocare il loro intervento.
Il 18 maggio, in occasione del primo anniversario della morte di Émile Chanoux, ebbe luogo ad Aosta una manifestazione popolare a favore del plebiscito. La manifestazione in accordo con la "Mission Mont-Blanc" fu organizzata dal gruppo di filo-annessionisti riuniti nel "Comité Valdôtain de Libération" che aveva raccolto più di 16.000 firme a sostegno di un plebiscito. I manifestanti chiedevano al prefetto d'indire un referendum popolare attraverso il quale i Valdostani avrebbero potuto pronunciarsi a favore dell'annessione alla Francia o del permanere della Valle d'Aosta all'interno dello Stato italiano, scegliendo tra due opzioni così formulate: «Voulez-vous rester italien? Voulez-vous le rattachement à la France?». Alessandro Passerin d'Entrèves rifiutò per motivi giuridici e politici di dar corso al referendum e si dimise dalla carica di prefetto l'indomani.
Le tensioni con la Francia si conclusero di fatto il 7 giugno con il messaggio del presidente americano Truman a De Gaulle con cui si minacciava la sospensione di rifornimenti militari alla Francia. Il 24 giugno la truppe francesi si ritirarono. Per la Valle d'Aosta si aprì così un lungo confronto con lo Stato italiano per ottenere l'autonomia promessa nel corso della lotta di Liberazione.

 

Alessandro Passerin d'Entrèves (quarto da sinistra), Prefetto C.L.N. d'Aosta, assiste, assieme ad altre personalità valdostane ed alleate, alla sfilata partigiana Alessandro Passerin d'Entrèves (quarto da sinistra), Prefetto C.L.N. d'Aosta, assiste, assieme ad altre personalità valdostane ed alleate, alla sfilata partigiana




Torna su