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I progetti di Statuto d'autonomia del maggio 1945
Nelle settimane immediatamente successive la Liberazione vennero redatti numerosi memoriali sulla questione valdostana. Il 7 maggio presso l'Académie Saint-Anselme monsignor Jean-Joconde Stévenin, canonico di Sant'Orso ed eminente esponente del movimento democratico-cristiano, presentò ad un gruppo di notabili valdostani il suo progetto di Statuto per l'autonomia della Valle d'Aosta. Il progetto di Stévenin prevedeva un Consiglio regionale dotato di ampi poteri e composto da 25 membri eletti dai Consigli comunali della Valle d'Aosta. Inoltre, prevedeva la parità delle lingue francesi e italiana e che «toutes les eaux publiques et les richesses du sous-sol de la Vallée» sarebbero state proprietà della Regione.
Il 13 maggio a Parigi su iniziativa dell'abbé Auguste Petigat, direttore de La Vallée d'Aoste e punto di riferimento degli emigrati valdostani, alla presenza dell'ambasciatore d'Italia, Giuseppe Saragat, venne letto e discusso un discorso preparato da Chabod sul futuro autonomistico della Valle d'Aosta.
Anche i partiti politici antifascisti furono molto attivi nell'elaborazione di un progetto di autonomia per la Valle d'Aosta.
Il 15 maggio del 1945, infatti, una delegazione valdostana composta da Ida Viglino, presidente del Comitato di Liberazione Nazionale valdostano, Federico Chabod, dal canonico Charles Bovard e dal prefetto Alessandro Passerin d'Entrèves definì con il Comitato di Liberazione nazionale del Piemonte (CLNP) un progetto d'autonomia per la Valle d'Aosta. Tale progetto si ispirava sia a quello di mons. Stévenin che alle proposte di Chabod. Per la prima volta compariva un riferimento alla zona franca. In particolare, si riconosceva «al territorio della Valle d'Aosta la condizione di zona franca con modalità da stabilirsi». Si suggeriva inoltre «l'opportunità di concedere alla Regione Valle d'Aosta la facoltà di accordarsi con le regioni immediatamente finitime di Stati esteri (Francia e Svizzera) su questioni di carattere turistico e doganale».
Il 17 maggio il CLNAI approvò la bozza del progetto di autonomia discussa a Torino e s'impegnò a sostenere presso il governo anche la clausola segreta sulla neutralizzazione militare della Valle d'Aosta.