Nel 1857, in occasione di uno scavo per la costruzione del muro di recinzione dell’Hôtel Mont-Blanc, si ebbero i primi ritrovamenti archeologici in un’area ad ovest dell’antica Porta Decumana.
Successivamente, negli anni 1938-39, durante i lavori di scavo per le fondamenta del “Palazzo Assistenziale Cogne”, furono rinvenute varie sepolture legate ad un ampio complesso cimiteriale; si decise così di organizzare un’indagine sistematica che permise il ritrovamento dei resti di un edificio paleocristiano con abside a ferro di cavallo orientata est-ovest.
A partire dal 1974 vennero esplorate le zone adiacenti a est e a nord-est, dove vennero in luce una vasta necropoli di età romana e i resti di tre edifici rettangolari, databili alla fine del IV secolo.
LA NECROPOLI ROMANA
Un'importante necropoli di epoca romana è stata individuata a circa duecento metri fuori dalla Porta Decumana, lungo la strada che, passando per l'Alpis Graia (colle del Piccolo San Bernardo), conduceva alle Gallie.
Dalla fine del I secolo vengono organizzati, sul lato settentrionale della via pubblica, due campi funerari delimitati da recinti: il campo A più vicino alla strada e il campo B retrostante. Tra le tombe scavate si distinguono varie tipologie: fra quelle ad incinerazione sono presenti i tipi a fossa rettangolare con anfora centrale, a fossa con rivestimento laterale, a cassetta di tegoli, a pozzetto, a piccola camera terminante forse con un monumento funerario e a “cappuccina” con soggetto cremato.
Dal II secolo viene introdotta progressivamente la sepoltura ad inumazione, che tenderà a diventare quella maggiormente rappresentata. I corredi rinvenuti nella necropoli, uniformi nella composizione e testimoni di un ceto sociale abbastanza omogeneo, comprendono di solito vasellame associato a lucerne, oggetti d'uso comune, specchi in bronzo, vetri; alcune tombe conservavano i resti di calzature con suole chiodate.
Nel II e III secolo si assiste ad un sovraffollamento dell'area funeraria: si registrano numerose sovrapposizioni dei soggetti inumati e successivamente le tombe tenderanno a non rispettare più un'orientazione precisa.
Gli scavi della necropoli negli anni ’70 del secolo scorso Corredo della tomba a fossa T. 6 Iscrizione funeraria «Agli dei Mani di Publicia Inclita. Atrius Verinus alla sua sposa diletta e Atria Verina alla madre tenerissima» Tomba T. 329 a fossa. I chiodi ritrovati in situ testimoniano l’esistenza di una cassa lignea nella quale era deposto il defunto
I MAUSOLEI
Sul finire del IV secolo avvengono, nell'area cimiteriale, importanti lavori che distruggono le sepolture esistenti; a quest'epoca appartengono i tre edifici noti come cellæ memoriæ. Le costruzioni, ad aula rettangolare, sono affiancate ed orientate nord-sud con le facciate rivolte verso meridione.
Nell'edificio orientale, che nella prima fase d'uso era completamente privo di sepolture, è stato ritrovato un grande blocco calcareo attribuibile ad una mensa per l'agape funeraria (banchetto rituale), la cui parte superiore presenta una cavità per deporre le offerte durante i riti legati al culto dei morti. Nelle necropoli attorno alle città, sepolture pagane e cristiane coesistevano e simili erano anche i riti legati al culto dei defunti. Inizialmente, secondo l'uso pagano, i cristiani celebravano l'anniversario della morte con il refrigerium, il banchetto attraverso il quale si onorava la memoria del defunto e si cercava di ottenerne intercessione presso Dio; col tempo quest'usanza venne soppressa e rimase solo la celebrazione dell'eucarestia.
La cella centrale termina a nord con una nicchia rettangolare, a cui si addossa un recinto entro il quale è presente una tomba in muratura, intonacata in cocciopesto e più volte riutilizzata; l'ingresso all'edificio è caratterizzato da un atrium, di cui rimangono solo poche tracce della fondazione, che si affaccia sulla strada a sud degli edifici.
La costruzione centrale e quella occidentale avevano sicuramente destinazione funeraria, lo testimoniano le formæ(tombe) predisposte, fin dall'epoca della fondazione, per ospitare i corpi dei defunti. Esse presentano tipologie simili: si tratta di casse in muratura con pietre, mattoni e travertino, intonacate all'interno. Ritrovate senza lastre di copertura e prive di corredi, contengono resti scheletrici di sepolture multiple, generalmente ben conservati, che evidenziano una popolazione robusta e di media statura, con un'aspettativa di vita piuttosto modesta.
Nella cella occidentale, lo spazio è interamente occupato da quattro tombe orientate est-ovest; l'edificio centrale presenta invece una concentrazione di sepolture nella zona dell'entrata, orientate secondo un asse nord-sud, fatta eccezione per una grande tomba (T. 237), probabilmente quella del fondatore, orientata est-ovest e situata nell'angolo sud-est.
I mausolei cadranno ben presto in rovina: numerose sepolture, databili all'alto medioevo, verranno deposte negli strati di distruzione degli edifici.
Veduta generale dei mausolei a fine scavo Gli scavi archeologici dell’estate 1977 La tomba T. 302 della cella occidentale Croce bronzea (probabilmente una fibula) rinvenuta nella tomba T. 302 della cella occidentale: a) fronte, b) retro
LA BASILICA PALEOCRISTIANA
A pochi metri ad ovest della necropoli e dei tre edifici, negli anni '40 del secolo scorso, è stata ritrovata una chiesa paleocristiana.
Orientata secondo un'asse est-ovest, è coeva o di poco successiva ai mausolei: la datazione è suggerita dalle tombe originarie, risalenti ad un periodo che va dalla fine del IV a tutto il V secolo, e dalla tipologia architettonica dell'edificio. Si tratta di una costruzione a pianta rettangolare, suddivisa in tre zone separate e terminante ad oriente con un'abside oltrepassata - detta anche a “ferro di cavallo” - dotata di due contrafforti. Sono forti le somiglianze con le absidi nord e sud della chiesa di San Lorenzo e con quella di Santo Stefano (ambedue edifici cristiani sorti su necropoli romane fuori le mura di Augusta Prætoria).
Le sepolture, all'interno come all'esterno della chiesa, hanno forme molto differenti fra loro e testimoniano un lungo periodo d'uso del sito, che risulta aver subito numerose trasformazioni per l'adattamento degli spazi destinati alle tombe privilegiate.
Anche per la chiesa, come per i mausolei, lo studio delle sepolture altomedievali mostra che il suo utilizzo si protrae fino alla fine del primo millennio, epoca nella quale comincerà il progressivo abbandono dell'edificio.
Veduta del cantiere degli anni '40 del secolo scorso Operai al lavoro durante lo scavo della basilica Particolare dell’interno della struttura absidale della basilica Gruppo di tombe all’esterno dell’abside. Sulla sinistra la T. 14 prima della sua apertura e, a destra, lo scheletro del soggetto inumato