In quest’ultimo periodo, i temi dell’eco-sostenibilità ambientale sono sempre più al centro dell’attenzione in ogni discussione pubblica e privata.
Quest’articolo cercherà di analizzare, in maniera puramente descrittiva (senza tediare nessuno con analisi numeriche), i differenti sistemi di raccolta dei rifiuti potenzialmente adottabili in una realtà morfologicamente simile a quella Valdostana.
Numerosi dibattiti organizzati dalle associazioni ambientaliste hanno cercato di evidenziare le regole, o meglio i “trucchi” per raggiungere le percentuali di raccolta differenziata previste per legge (oggi 65%). A fronte di dichiarazioni abbastanza superficiali sulla possibilità di attivare nuovi modelli di gestione della raccolta e trasporto dei rifiuti in Valle d’Aosta, senza alcun aumento dei costi del servizio, ma anzi con dei risparmi per le tasche dei cittadini, mi sento in dovere di evidenziare alcuni aspetti che ho potuto approfondire direttamente, in oltre 15 anni di lavoro in questo settore.
Non esiste un sistema di raccolta che si possa considerare perfetto per realtà territoriali differenti; ogni bacino territoriale individuato per la gestione ottimale dei rifiuti (A.T.O.) ha caratteristiche diverse dagli altri e pertanto necessità di soluzioni puntuali e non riproducibili nel concreto, se non per aspetti puramente generici.
E’ inoltre fondamentale evidenziare che confrontando soluzioni che fanno riferimento a modelli di servizio apparentemente simili, quali la raccolta domiciliare dei rifiuti (cosiddetto “porta a porta”) oppure la raccolta stradale, essi non hanno eguali costi, se realizzati in realtà morfologiche e socio-economiche differenti e soprattutto avranno costi sempre maggiori, se rapportati anche solo al recente passato, in quanto vengono svolti attraverso l’impiego di due risorse sempre più costose quali il carburante per le attrezzature di raccolta nonché gli operatori addetti al servizio di raccolta.
Ciò detto è bene essere molto cauti nell’esprimere considerazioni sull’economicità della raccolta domiciliare rispetto a quella stradale e sull’ipotesi di estendere il modello di raccolta domiciliare a tutto il territorio regionale.
Per capire bene il raffronto che intendiamo fare è bene chiarire gli aspetti salienti delle varie modalità di raccolta.
I sistemi di raccolta dei rifiuti più comuni nelle realtà occidentali sono:
• stradale senza separazione secco/umido;
• stradale con separazione secco/umido;
• porta a porta senza separazione secco/umido;
• porta a porta con separazione secco/umido;
• misto, in parte stradale ed in parte domiciliare, con oppure senza separazione secco-umido.
In Valle d’Aosta non è stata attivata la raccolta dell’umido e pertanto rimangono soltanto tre sistemi di raccolta che analizzeremo rapidamente ma evidenziandone gli aspetti principali. Si sottolinea che l’attivazione del servizio di raccolta e trasporto dell’umido (senza entrare nel merito del trattamento) comporterebbe dal punto di vista organizzativo/gestionale, soltanto la previsione di una nuova tipologia di rifiuto da raccogliere, con i conseguenti costi aggiuntivi (non comportando alcuna modifica all’analisi che seguirà).
Stradale senza separazione secco/umido.
• Sono presenti soltanto contenitori di grandi dimensioni (da 240 l a 1100 l), dislocati sulle principali strade del bacino oggetto di gestione.
• Il numero, e dunque anche il costo, dei contenitori necessari per sopportare la produzione di rifiuti è ridotto a causa della loro maggiore volumetria.
• Gli automezzi destinati alla raccolta dei rifiuti possono essere di medie/grandi dimensioni, grazie ai minori problemi di viabilità.
• Il numero di automezzi specifici e di addetti alla raccolta dei rifiuti sono in numero ridotto grazie alla capacità di carico maggiore di tali attrezzature che consentono una raccolta più efficiente delle volumetrie prodotte/conferite.
• I tempi di svolgimento dei servizi di raccolta sono ristretti, grazie al ridotto numero di punti di raccolta da gestire.
Porta a porta senza separazione secco/umido.
• Sono presenti principalmente contenitori di medio-piccole dimensioni (da 35 l a 360 l), con poche eccezioni per i grandi condomini (anche 660 l e 1100 l) dislocati presso tutte le unità abitative del territorio.
• Il numero, e dunque anche il costo, dei contenitori necessari per sopportare la produzione di rifiuti è decisamente elevato, a causa della loro ridotta volumetria.
• Gli automezzi destinati alla raccolta dei rifiuti devono necessariamente essere di medie/piccole dimensioni, a causa dei numerosi problemi di viabilità.
• Gli automezzi specifici e gli addetti alla raccolta dei rifiuti sono in numero elevato a causa della capacità di carico minore di tali attrezzature che consentono una raccolta meno efficiente delle volumetrie prodotte/conferite.
• I tempi di svolgimento dei servizi di raccolta sono elevati, a causa dell’elevato numero di punti di raccolta da gestire e delle maggiori percorrenze da coprire.
Misto, in parte stradale ed in parte domiciliare, con oppure senza separazione secco-umido.
Tale sistema non è altro che un modello “misto” tra i due precedentemente descritti, ideato per sfruttarne i vari pregi ed eliminarne le criticità. Appare ovvio infatti che ciò che può essere adottato efficientemente in realtà densamente urbanizzate, non potrà sicuramente esserlo in altre realtà a ridottissima densità abitativa o caratterizzati dalla presenza di importanti flussi turistici.
Gli obiettivi di raccolta differenziata dovranno pertanto essere perseguiti attraverso un’adeguata modulazione dei suddetti sistemi di raccolta, tenendo conto in maniera incontrovertibile che i moderni sistemi di raccolta dei rifiuti saranno sempre più costosi a seconda della complessità organizzativa (numero di addetti e di attrezzature) e della sofisticatezza delle attrezzature utilizzate (ad esempio per adottare una tariffazione puntuale dei rifiuti effettivamente conferiti da ogni utenza).
È bene, inoltre, evidenziare che tali sistemi di raccolta, sempre più “affinati” e volti a perseguire gli obiettivi di legge, sono lo “specchio” dell’inefficienza umana e della sua mancanza di buona volontà. E’ inutile negare, infatti, che i più semplici e meno costosi sistemi di raccolta dei rifiuti, sarebbero nel contempo altrettanto efficienti qualora i cittadini/utenti del servizio di raccolta rifiuti partecipassero in maniera attiva e responsabile alla raccolta differenziata dei rifiuti.
È altrettanto vero che, se la normativa Europea ha posto nella scala delle priorità:
1. riduzione;
2. il riuso;
3. il recupero di materia (riciclaggio);
4. il recupero di energia;
5. lo smaltimento in sicurezza.
È altrettanto vero che la stessa normativa Europea non è ancora riuscita a porre dei vincoli stringenti affinché si persegua adeguatamente la prima di tali priorità: la riduzione!
Soltanto una normativa che si sleghi dagli interessi economici globali potrà pensare di promuovere un nuovo sistema di gestione delle risorse secondo i principi di sostenibilità ambientale.
Ricordiamo infatti che:
• le risorse non rinnovabili debbono essere utilizzate il meno possibile e solo nella misura in cui il loro uso porti alla creazione di una risorsa rinnovabile di eguale livello funzionale;
• le risorse rinnovabili possono essere utilizzate solo nella misura in cui l’ecosistema è capace di rinnovarle;
• non possono essere immessi nell’ambiente sostanze (rifiuti) in maniera superiore alle sue capacità di assorbimento;
• è necessario evitare l’innesco di processi irreversibili.
Tornando al raffronto tra i diversi modelli di gestione che abbiamo analizzato, risulta chiaro che soltanto un’analisi seria e dettagliata di tutte le variabili che compongono il panorama morfologico, socio-culturale, economico e viario di ogni ambito territoriale osservato, consentirà di definire il modello di gestione migliore per quell’area; bisognerà comunque tenere conto che tale modello non potrà essere “statico” ma dovrà essere decisamente “dinamico” e capace di essere modificato e integrato con la stessa velocità con la quale si modificano le variabili che ne condizionano i risultati.
Ogni sforzo tecnico ed economico verrebbe comunque reso vano senza la compartecipazione attiva di ogni utente.
Si tratterà, nel prossimo futuro, di valutare se adottare dei sistemi di controllo preventivo sui conferimenti (sistemi puntuali di tariffazione), con i conseguenti sempre maggiori costi di gestione, oppure dei sistemi repressivi (sistema sanzionatorio), che riportino l’attività antropica al rispetto delle regole dell’eco-sostenibilità.