Riduzione, prevenzione e recupero. Queste le tre parole chiave che hanno guidato dal 2009 ad oggi l’attività che ho svolto quale rappresentante delle Associazioni di categoria delle imprese all’interno dell’Osservatorio regionale dei rifiuti.
In tutte le aziende infatti, siano esse agricole, commerciali, artigianali, turistiche o industriali, le attività svolte generano dei rifiuti, ma per garantirne una corretta gestione, in conformità con la normativa, devono essere adottate procedure e metodi aventi come obiettivi primari la tutela della salute, delle persone e dell’ambiente.
Il mio compito è stato quello da una parte di far presente le difficoltà gestionali ed i costi che gli imprenditori devono sostenere per la gestione dei rifiuti, dall’altra ho cercato di sviluppare delle azioni condivise per sensibilizzare il mondo delle imprese per una gestione più responsabilizzata dei rifiuti, attraverso un processo partecipato che coinvolgesse gli enti, i gestori e le aziende del territorio.
In altre parole, le normative di tutela dell’ambiente, sebbene spesso incidano sull’andamento organizzativo ed economico delle imprese, possono creare il presupposto per nuove opportunità di sviluppo, visibilità e competitività, se correttamente integrate nelle strategie aziendali.
Purtroppo la normativa non protegge le nostre imprese dalla concorrenza sleale di coloro che operano in Paesi dove le politiche di protezione dell’ambiente sono inesistenti o minime e che immettono sul mercato dei prodotti concorrenziali a prezzi ridotti.
La gestione dei rifiuti è regolata da normative che negli anni sono diventate sempre più complesse e tutti i vari attori coinvolti, di natura anche molto diversa, all’interno dell’Osservatorio hanno lavorato insieme per promuovere azioni sostenibili per minimizzare gli stessi.
Dato che l’Osservatorio nasce come strumento di comunicazione verso i cittadini e gli stessi enti locali, fin dalle prime riunioni nel 2009 abbiamo individuato delle macro categorie di iniziative per la riduzione di rifiuti ed analizzato diverse azioni a progetto che prevedevano il coinvolgimento diretto delle imprese.
Alcune di queste, peraltro, fanno già parte della politica di responsabilità sociale di alcune aziende, quali la raccolta e distribuzione a fini umanitari e sociali di prodotti alimentari ritirati dai banchi prima della loro scadenza.
Una tra le prime iniziative che siamo riusciti ad avviare è stata una campagna di sensibilizzazione presso la grande distribuzione (GDO) per la divulgazione di informazioni sulla prevenzione dei rifiuti ed i vantaggi dei sistemi che impiegano imballaggi riutilizzabili.
L’obiettivo era di mettere al bando prima della fine del 2010 i sacchetti della spesa in polietilene e per sensibilizzare i cittadini a non utilizzarle sono state distribuite in più occasioni le simpatiche borse in cotone ecolo-sac. Manuela Zublena, Assessore regionale territorio e ambiente, ha sintetizzato bene il messaggio che volevamo far passare: “I rifiuti sono un problema collettivo e il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto”.
La GDO, che rappresenta una quota importante del mercato, ha aderito all’iniziativa ecolo-sac e continua ancor’oggi a collaborare per la promozione capillare di una gestione dei rifiuti sempre più responsabile.
Confcommercio ha pubblicato un numero monografico del suo periodico inviato a tutti gli associati dedicato alla sostituzione degli shopper usa-e-getta in plastica con borse riutilizzabili.
La Coldiretti, tramite il mercatino mensile della domenica in piazza Chanoux ad Aosta, propone, tra l’altro, iniziative per la riduzione dei rifiuti utilizzando shoppers in materiale di origine agricola completamente riciclabile.
Recentissima è la sottoscrizione di accordi volontari tra Assessorato e alcune Associazioni di Categoria finalizzati alla promozione della riparazione e del riuso di beni durevoli e semidurevoli.
Le imprese, insomma, si sono dimostrate particolarmente interessate, consapevoli per prime come la riduzione della produzione dei rifiuti, la minimizzazione della loro pericolosità, il recupero della materia residuale e la minimizzazione dei quantitativi conferiti allo smaltimento siano azioni importanti per l’efficienza operativa e la riduzione dei costi.
Ma le azioni programmate dall’Osservatorio non si fermano qui. Si va dalla promozione di prodotti a basso contenuto di imballaggio o confezionati in imballaggi riciclati, al sostegno per la vendita di prodotti stagionali, freschi e di produzione locale, alla vendita di prodotti sfusi a peso detta anche “vending” (es. caffè, pasta, riso, caramelle, cioccolatini, merendine, legumi, vendita di latte alla spina, frutta secca, spezie, surgelati, detersivi e detergenti liquidi), che si iniziano a trovare sempre più spesso negli esercizi commerciali.
Altra iniziativa promossa dall’Osservatorio è la promozione e la diffusione della conoscenza degli acquisti verdi - GPP Green Public Procurement - cioè di criteri ambientali nel processo di razionalizzazione dell’acquisizione di beni, servizi e lavori delle Pubbliche Amministrazioni, sia attraverso lo svolgimento di un “workshop” tematico nel mese di ottobre 2011 ad Aosta, l’organizzazione di incontri informativi con gli Enti locali e le imprese del territorio valdostano (marzo e aprile 2012), l’attivazione di uno specifico Tavolo Tecnico e l’assistenza ad alcuni appalti realizzati dalla PA per rispondere ai requisiti dei GPP. Quale supporto per attuare una politica di acquisti pubblici verdi a livello locale, è stato inoltre predisposto uno strumento operativo contenente suggerimenti pratici per attivare una strategia green, chiamato “boite à outils”.
Sono state infine analizzate possibili azioni per la valorizzazione degli scarti (reimmissione nel ciclo produttivo o vendita dei sottoprodotti e delle materie prime seconde) per ricavarne delle risorse, ma la presenza di molte imprese multisettoriali e di piccole dimensioni, non ha consentito per il momento di avviare delle iniziative volte ad analizzare l’intera filiera della produzione del rifiuto industriale.
Al termine di quattro anni di lavoro posso dire che l’esperienza dell’Osservatorio è stata utile perché i suoi componenti, pur rappresentando interessi diversi che hanno dato luogo a vivaci e aperti dibattiti, sono stati tutti consapevoli che è necessario mettere in atto una gestione responsabilizzata e sociale dei rifiuti che riguarda tutti, perché i rifiuti non sono solo qualcosa che non serve più e che dobbiamo semplicemente allontanare da noi, senza alcun criterio.